Malpensa-in-fase-di-rullaggio

Thermoscanner di ultima generazione, percorsi obbligati, uso delle mascherine, continuo ricambio dell’aria. Ecco come l’aeroporto si è riorganizzato per dare vita a una struttura Covid-free per i passeggeri che non rinunciano a volare. Una lenta, ma promettente ripresa, dopo la perdita, a causa della pandemia, di oltre il 90% del traffico

Il thermoscanner è di ultima generazione. Non serve nemmeno fermarsi. Il passeggero entra nel terminal e una telecamera lo inquadra, rileva la temperatura trasmettendola su un monitor dove l’addetto alla sicurezza di Sea verifica che non superi i 37,5 gradi di oltre i quali si attiva il protocollo sanitario anti-Covid-19. Il tutto senza code. Il controllo c’è, ma non si vede. Da lì inizia il percorso verso l’imbarco sull’aereo con la segnaletica a terra che indica la distanza di un metro da rispettare. Prima il check-in, poi i controlli. In tutto il terminal l’uso della mascherina è obbligatorio e i dispenser con i disinfettanti per le mani sono un po’ ovunque, ti accompagnano verso l’aereo così come le ricorrenti immagini degli interventi di pulizia e sanificazione degli ambienti. E poi l’aria che viene cambiata interamente 6 volte in un’ora grazie al potenziamento del sistema di aereazione che pesca dall’esterno. Altra differenza, rispetto all’era pre-Coronavirus, è la gestione dei flussi che avviene con entrate e uscite separate. La stessa porta non può essere utilizzata nelle due direzioni. Infine, il divieto di entrare nei terminal per parenti e accompagnatori: l’accesso è consentito solo ai passeggeri.

Malpensa riparte da qui. La nuova normalità del volo aereo è basata sull’investimento in tecnologie, attenzione maniacale alle pulizie, regole ferree e chiare indicazioni per i passeggeri. “I tempi per l’imbarco si sono inevitabilmente allungati, ma è importante che le persone sappiano che l’aeroporto è un luogo sicuro e Covid-free”, spiega Claudio Del Bianco, Direttore Public Affairs and External Communication di Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate. Una normalità diversa anche nei numeri. La pandemia ha messo letteralmente a terra l’hub varesino. I numeri sono impietosi: nel 2019, anno record per Malpensa, si sono registrati 100mila passeggeri al giorno. Dopo il lockdown da 500 passeggeri al giorno, Malpensa si è poi assestata su livelli di 1.500, per risalire a 3.000 dopo la riapertura degli spostamenti tra le Regioni.

“Il recupero sarà lento”, prevede Del Bianco: “Rivedremo i livelli da vero e proprio boom del 2019 solo tra qualche anno, d’altronde dobbiamo fare i conti con uno scenario senza precedenti che ha ridotto il nostro traffico di oltre il 90%”. Ciò che non si è fermato, invece, è l’andamento dell’area cargo: “Da Malpensa passa il 50% del traffico merci nazionale. E devo dire che gli ordini degli acquisti online, i voli all-cargo e le attività di operatori come Fedex e Dhl ci hanno permesso di proseguire a ritmo serrato. Non abbiamo subito cali. La riduzione del 30% su questo tipo di traffico registrato a Malpensa è stata interamente dovuta al solo venir meno delle merci che di solito transitano nelle stive dei voli passeggeri”. La parola d’ordine è risalire di quota. “C’è un duro lavoro di recupero di reputazione e fiducia da portare avanti come Paese”, spiega Del Bianco. “I voli si riempiono in due modi. Da una parte, con coloro che vivono intorno all’hub, varesini, milanesi, lombardi in genere. Dall’altra, con le persone che transitano provenienti dal resto d’Europa: spagnoli, tedeschi, inglesi. Dobbiamo far capire all’opinione pubblica internazionale che l’Italia, i suoi aeroporti e gli aerei che da qui partono sono sicuri”. Una questione nazionale ma non solo. “Si tratta di regole uniformi a livello europeo. Quelle più stringenti italiane, introdotte con l’emergenza sanitaria, hanno fatto decollare dall’Italia aerei mezzi vuoti, nello stesso periodo in cui atterravano qui aerei provenienti da Stati Ue con posti esauriti”. Una discrepanza che non deve più avvenire. Da qui l’auspicio che le linee guida dell’Easa (l’Agenzia europea per la sicurezza aerea), ispirate non al distanziamento sociale, bensì all’uso obbligatorio della mascherina in volo, possano mettere d’accordo gli Stati e uniformar- ne le regole.

La buona notizia: la compagnia low cost ungherese Wizz Air ha deciso di aprire una sua base a Malpensa con 5 Airbus che serviranno 20 nuove rotte che si aggiungono alle 8 già operative. Si creeranno 200 nuovi posti di lavoro

A parità di  condizioni, le  potenzialità di  Mal- pensa rimangono immutate. E qualche segnale, pur in uno scenario critico, è arrivato. Come la decisione annunciata a fine maggio dalla compagnia low cost ungherese Wizz Air di aprire una sua base a Malpensa con 5 Airbus che serviranno 20 nuove rotte che si aggiungono alle 8 che già erano operative. La conseguenza, in termini di impatto occupazionale sul territorio, sarà la creazione di 200 nuovi posti di lavoro diretti, più altri 750 nell’indotto. Ossigeno puro in un momento di forte preoccupazione per tutte le attività che ruotano intorno all’aeroporto. “Servono da parte del Governo politiche di apertura e incentivi al libero mercato delle compagnie aeree”: questa una delle richieste che Sea fa alla politica, come spiega Del Bianco.

Parole comprensibili. Il sostegno ad Alitalia non può bastare, è solo una briciola nel rilancio del settore del trasporto aereo italiano. Basti pensare che la ex compagnia di bandiera vale solo il 2% del traffico di Malpensa, tanto per dirne una. Il resto è fatto di altre compagnie, la stragrande maggioranza straniere, la cui presenza crea posti di lavoro tutti italiani. Logiche protezionistiche in questo campo rischiano di fare più male che bene. “Ogni giorno a Malpensa timbrano il cartellino 20mila persone. Siamo la più grande industria lombarda concentrata in un unico punto. Il sostegno a tutta la filiera - dichiara del Bianco - deve essere una priorità non solo per garantire un futuro alle attività turistiche, ma per quello di tutta l’economia del Nord Italia”.



Articolo precedente Articolo successivo
Edit