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Da Excelsiored, la prima sala cinematografica varesina nata nel 1907 all’interno di un albergo in corso Roma, alle 8 sale degli anni ‘50, fino all’avvento delle emittenti private e al noleggio delle videocassette un trentennio più tardi. Nel corso di pochi decenni le realtà in cui ammirare a Varese la settima arte sono sorte e scomparse, seguendo il perenne ed incessante progresso tecnologico. A sopravvivere all’avvento dell’era digitale sono stati solamente il Multisala Impero Varese e Film Studio 90 

Andrea Cervini gestisce il Multisala Impero Varese, conosciuto al pubblico come Miv. È lui a svelare ai lettori di Varesefocus il “dietro le quinte” dell’organizzazione del lavoro e della programmazione di un cinema sempre più digitale.  

Com’è nata l’idea di un multisala?
Abbiamo acquisito il cinema teatro Impero alla fine degli anni ‘80. Il cinema era stato costruito nel periodo fascista dallo stesso architetto che aveva progettato piazza Montegrappa: Mario Loreti. Nei primi anni di gestione, quando ancora non era stato costruito il teatro di piazza della Repubblica, assolvevamo anche a questa funzione. Proprio in quel periodo ci siamo resi conto che delle nostre 2 sale cinematografiche all’interno del cinema, la più piccola, chiamata sala blu, di soli 70 posti, faceva da sola un terzo del fatturato, rispetto a quella rossa che ne conteneva 1.000. È così che appena abbiamo potuto, abbiamo rivoluzionato il cinema, creando 9 sale cinematografiche, su 7 piani, con capienze diverse. 

Come si gestisce un multisala, rispetto a un cinema tradizionale?
È una gestione completamente diversa. Qui abbiamo diverse sale da gestire, bisogna studiare per ogni sala quale sia la fascia più produttiva per ogni film e saper invertire la programmazione da una sala all’altra, nell’arco della giornata, in caso di necessità. Vanno poi studiati gli orari di inizio e fine di ogni spettacolo, per evitare una congestione all’ingresso del cinema e dare il tempo al personale di fare le pulizie nelle varie sale. All’interno del multisala poi, abbiamo anche da gestire un bar, un angolo popcorn e il Laser Game che sta ottenendo un grande successo.

Un altro elemento, molto importante per un multisala è la programmazione.
La programmazione è un aspetto fondamentale della gestione di un multisala. Per le proposte dei film da proiettare, ci avvaliamo di un vero esperto del settore: Enrico Signorelli. Enrico il lunedì ci manda una lista dei film a disposizione. Con il nostro capo del personale, Kastriot Karaj, facciamo una prima scelta, in funzione del contenuto, della durata e della pubblicità che dobbiamo inserire prima dell’inizio della pellicola. In base a questi elementi, vediamo come suddividerli nelle varie sale, non prima di esserci consultati nuovamente con Signorelli per un suo giudizio finale. La programmazione ha inizio il mercoledì e finisce il giovedì della settimana successiva. I film ci arrivano via satellite il martedì e vengono abbinati ai server delle varie sale. Il mercoledì ci arrivano i codici di sblocco per ogni server, che hanno una durata pari al noleggio del film.

Quanti proiezionisti avete?
Per 13 anni, fino a che si proiettava in pellicola, avevamo un proiezionista ogni 3 sale, più un supervisore generale. Oggi con l’avvento del digitale, riusciamo a gestire tutto da una sola sala di regia, ma abbiamo sempre tra le maschere qualcuno in grado di far funzionare i proiettori.

La pandemia per il vostro settore è stata un vero disastro.
Non ci voleva. Venivamo da un anno da incorniciare e anche fino al 24 febbraio di quest’anno, giorno in cui tutto si è bloccato, stavamo andando benissimo. L’interesse per il cinema sembra comunque essere rimasto alto. Durante la chiusura abbiamo ricevuto tante telefonate di persone che ci hanno chiesto quando avremmo riaperto.

Quali normative avete dovuto seguire per la riapertura? 
Le disposizioni vigenti contemplano il distanziamento e l’uso della mascherina. Abbiamo stimato che questo ci comporterà una riduzione circa del 50% degli utenti per ogni sala, oltre a quelli che per timore non frequenteranno più il cinema. Ma il vero problema sarà la mancanza di pellicole da proiettare. I grandi distributori hanno rimandato l’uscita di film importanti, come James Bond, Top Gun e l’ultimo di Carlo Verdone. Noi comunque in qualche modo ce la caveremo e rimaniamo fiduciosi che il pubblico di Varese continuerà a sostenerci in futuro, come ha fatto in passato. 


Non solo multisala. Il cinema può essere sostenibile, anche se di nicchia. Giulio Rossini, gestore di Film Studio 90, spiega ai lettori di Varesefocus la nascita e lo sviluppo di un progetto che da anni organizza importanti rassegne e manifestazioni culturali a Varese e in tutta la provincia.

 

Come nasce Film Studio 90?
Tutto ha avuto inizio nel 1985 quando con la collaborazione di alcuni amici e l’allora assessore alla cultura del Comune di Varese Salvatore Caminiti, ha preso il via il progetto “Estate Varesina”, iniziativa firmata dall’Arci e dall’Aics, con proiezione di 6 film e spettacoli di teatro e musica. L’anno seguente, visto il successo di “Estate Varesina”, abbiamo organizzato al cinema Rivoli “Cinema Città”, che non solo ha riscosso un grande successo, ma è stato prolungato per altri 2 anni. Nel 1988 con la collaborazione del Comune di Varese, è nata la rassegna “Esterno notte”, con proiezioni serali all’aperto. Ed eccoci al 5 dicembre del 1990, quando con Maurizio Masieri, Teresa Ussia, Ida e Patrizia Sandrini, fondiamo Film Studio 90.
Le nostre prime proiezioni sono state fatte all’Enaip, (ente nazionale Acli istruzione professionale). Utilizzavamo un vecchio proiettore 35 mm, comprato da una sala cinematografica di Voghera che aveva da poco chiuso i battenti. Oltre all’Enaip, cominciavano le collaborazioni anche con il cinema Garden di Gavirate. Con l’utile ricavato dalle proiezioni estive, abbiamo restaurato totalmente il salone Macchi in via De Cristoforis 5 a Varese, trasformandolo in una sala da proiezione. Tutto è stato fatto in economia, le sedie per esempio le abbiamo comprate di seconda mano e ci siamo costruiti da soli una cabina di proiezione. L’affitto del Cinema Nuovo risale al 2006. Il cinema non aveva più una gestione e rischiava di chiudere i battenti. Grazie a questo nuovo spazio, l’associazione ha potuto allargare i suoi interessi, che ora comprendono anche spettacoli teatrali e concerti musicali.

In cosa si differenzia la vostra gestione rispetto a quella del multisala?
Direi che il fattore più importante è la sostenibilità delle nostre iniziative. Purtroppo, i biglietti che vendiamo per i nostri spettacoli, non bastano a coprire le spese. È quindi per noi di vitale importanza il reperimento di fondi: per questo motivo partecipiamo a bandi ministeriali e cerchiamo contributi dagli enti locali.

E per quando riguarda la programmazione, in che modo vi differenziate dal Multisala Impero Varese?
Loro si appoggiano ai distributori delle major, riuscendo ad ottenere film di cassetta. Noi invece a distributori indipendenti, le cui proposte sono sicuramente di qualità, ma certamente più di nicchia e meno remunerative di quelle delle major. Negli anni abbiamo fidelizzato un pubblico di intenditori che viene a vederci spesso sulla fiducia.

Anche voi sarete stati sicuramente penalizzati dalla pandemia.
È stata una bella batosta, la nostra sala in via De Cristoforis già di per sé piccola, con le nuove disposizioni si è ristretta ulteriormente. Nello stesso tempo non abbiamo numeri di pubblico sufficienti per portare film minori al Cinema Nuovo, dove i costi di gestione sarebbero molto più alti; mettici poi che le previsioni dicono che un 20% degli spettatori attuali verranno persi per sempre e i conti sono presto fatti. Nonostante questo, siamo fiduciosi, come lo siamo stati sempre, altrimenti oggi non saremmo qui! 

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