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Il marchio quarantenne, eccellenza italiana ben nota a chi opera nel campo della distribuzione di accessori per l’antenna, arriva a Varese per volontà della famiglia Osti, alla guida della Raelcon Spa di Laveno Mombello. Ecco come l’impegno di un’impresa varesina è riuscito a far rivivere un progetto che, altrimenti, sarebbe stato destinato all’archeologia industriale  

Riscoprire eccellenze del made in Italy che rischierebbero altrimenti di andare perdute e farle rinascere a Varese. È questo il progetto che la famiglia Osti, già alla guida della Raelcon Spa di Laveno Mombello, porta avanti ormai da anni e che di recente si è arricchito di una nuova avventura. Il nome della new entry probabilmente non dirà molto al consumatore finale, che pure conosce bene il prodotto avendolo sicuramente “in casa”, ma dirà tutto ai professionisti del settore: Telewire. “Abbiamo acquisito il brand bergamasco, che quest’anno compie 40 anni, proprio nell’aprile 2020, in pieno Covid, con un atto notarile telefonico”, racconta Fabio Osti, che oggi per il marchio cura lo sviluppo commerciale. “L’azienda, nome notissimo nel settore dello Smatv (acronimo per Satellite Master Antenna Television, ndr.), rischiava di chiudere. Un peccato perché si trattava di un vero patrimonio del saper fare italiano”, ci tiene a precisare Osti. Il brand è stato quindi affidato ad una società del gruppo imprenditoriale varesino, guidata dalla moglie di Osti, Moira Peduzzi e dall’Amministratore Massimiliano Guglielminotti.

Telewire, nata come distributore di prodotti elettronici per il mercato nazionale, si è nel tempo specializzata nel settore della ricezione satellitare, raggiungendo già nei primi anni di vita volumi importanti. Il massimo dello sviluppo è arrivato nel 1994 con i primi due ricevitori analogici, che l’hanno portata ad essere una delle imprese di riferimento per il settore della ricezione Tv da satellite. Agli inizi degli anni 2000 l’azienda ha progettato e creato una ricca gamma di articoli, spostando sempre di più il core business da quelli satellite ai terrestri, in modo tale che insieme puntassero ad una elevata tecnologia e ad un design ricercato. Sempre con una costante: in questo percorso, pur collaborando con imprese straniere, la produzione ha mantenuto il suo focus sull’italianità, sia come elemento distintivo (lo stesso slogan di Telewire è “qualità italiana”), sia come mercato di riferimento.

E così i prodotti Telewire arrivano in tutte le abitazioni, toccando l’intero percorso della distribuzione terrestre: dall’antenna, alle centraline, alla presa del televisore. La storia dell’azienda è come un cammino fatto di continuo sviluppo tecnologico e innovazione, fino a che nel 2019 i due soci fondatori, per scelte personali, decidono di chiudere. Ed è qui che le competenze e la visione della famiglia Osti entrano in gioco. “Il nostro obiettivo è quello di riscoprire attività italiane di eccellenza, legate al nostro settore, quello dell’elettronica di consumo, che per vari motivi rischiano la chiusura. Quello che facciamo è semplicemente cercare di recuperare il valore aggiunto che ha reso celebre queste realtà e, attraverso i loro punti di forza, rimetterle sul mercato. Questo processo è stato anche alla base del recupero del celeberrimo marchio di radio Allocchio Bacchini. Se in quel caso però a muoverci era stato un aspetto più sentimentale, quello di Telewire è proprio il nostro ramo di competenza. Nel settore specifico dell’elettronica, questa iniziativa incontra il favore del cliente perché, da una parte, ci sono articoli che rappresentano marchi che hanno fatto la storia, dall’altra l’esperienza della nostra famiglia, alla quale afferiscono diverse società, e in particolare all’expertise di Raelcon, garanzia di affidabilità e di continuità per il mercato”, spiega ancora Osti. E così, a partire dal 2020, è iniziato un ulteriore rinnovamento dal punto di vista tecnologico per Telewire, con la progettazione di nuove gamme prodotto, adatte alle esigenze del momento, affidate all’ingegner Alessandro Botta. Con anche il via ad una diversa strategia commerciale, che punti sulla comunicazione digital con l’aiuto della social media brand strategist Ortensia Imbrogno e allo sviluppo tecnico e grafico di Antonio Trudu.

“Pensiamo che questa sia una giusta strada e i numeri ce lo stanno confermando: siamo partiti da un fatturato di 4,5 milioni di euro nel 2019 e arriveremo quest’anno ad un consolidato di gruppo di 14, grazie all’introduzione sul mercato di una gamma completamente rinnovata e unica nel suo genere, che permetterà alla clientela di fruire di un item qualitativo e funzionale”. Ma non si tratta di una scelta semplicemente legata al fatturato e Osti ci tiene a ribadirlo: “Il nostro impegno è sempre stato legato alla valorizzazione del singolo progetto e, insieme, del nostro territorio: ora lo stabilimento produttivo di Telewire è a Gazzada Schianno dove abbiamo portato le competenze e i talenti del gruppo. L’idea è quella di far rivivere qui le realtà che acquisiamo perché qui restino: il legame con Varese è nel nostro dna. Noi nasciamo a Varese e vogliamo rimanerci. Va da sé che le nuove progettualità comporteranno delle ricerche di personale specializzato sul territorio, in particolare per il secondo semestre del prossimo anno”, chiosa Fabio Osti. 
 



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