La nuova era della didattica.jpg

Le Università sono in fermento. La pandemia ha accelerato trasformazioni già in atto nel modo di fare lezione e oggi, in un mondo che si sta lasciando alle spalle il Covid, negli atenei più avanzati stanno nascendo nuovi progetti con l’obiettivo di individuare, sperimentare e condividere innovative metodologie e strumenti per migliorare il valore delle attività formative. L’esempio del Learning and Teaching Hub della LIUC – Università Cattaneo

La LIUC riparte dopo la pandemia: la parola d’ordine per la didattica è innovazione, per continuare a migliorare le metodologie a supporto dell’apprendimento degli studenti di oggi, che un domani entreranno a far parte delle realtà imprenditoriali. Il Covid, in questo scenario, ha scardinato ogni punto fermo: non si torna più indietro al 2019. Il presente è fatto di un mix di soluzioni: esami e lezioni tornano a svolgersi in presenza, ma viene anche promosso, parallelamente, l’utilizzo di strumenti digitali, come piattaforme online a supporto. 
È in questo contesto che ha visto la luce LTH, Learning and Teaching Hub, il centro di innovazione della didattica della LIUC – Università Cattaneo. “Questo progetto è nato prima della pandemia a seguito di rilevazioni sulle metodologie e sulle attività formative di LIUC. L’emergenza sanitaria ha fatto da acceleratore a questo processo e nel 2021 abbiamo formato il team di lavoro”. Così Aurelio Ravarini, Delegato del Rettore all’innovazione didattica che, insieme ai colleghi Daniela Mazzara ed Emanuele Strada, porta avanti le attività dell’Hub. L’obiettivo è individuare, sperimentare e condividere con i docenti metodologie e strumenti didattici per migliorare il valore degli insegnamenti. In che modo? Attraverso un costante lavoro di ricerca e una serie di attività dedicate ai docenti che, di riflesso, sono destinate alla formazione degli studenti. 

“Sono stati realizzati e sono in programma corsi di formazione per docenti – racconta Daniela Mazzara –. Per insegnare servono certamente competenze tecniche, in larga misura acquisite durante gli scorsi mesi, ma c’è bisogno anche di competenze pedagogico-didattiche”. Per avere ottimi manager d’impresa, serve un approccio d’insegnamento nuovo. Innovativo, sicuramente, ma anche interattivo. Coinvolgente e stimolante. “L’anno scorso abbiamo realizzato un corso sulla valutazione dell’apprendimento, tema molto dibattuto di riflesso a quanto accaduto durante la pandemia. Più recentemente abbiamo promosso un corso sull’espressività corporea e uno sulle tecniche di utilizzo della voce”, continua Mazzara. È importante il linguaggio verbale ma anche quello non verbale. Quello del corpo. Spesso fa la differenza. Un movimento può attirare l’attenzione. Un tono di voce calante può far scemare l’interesse. “Tutt’altro discorso, invece, per la progettazione delle modalità di valutazione intesa, al di là del voto da verbalizzare, come una misurazione della conoscenza di un argomento – precisa ancora Mazzara –. Un supporto al processo di apprendimento”. 

Per realizzare tutte queste iniziative sono stati fatti tanti investimenti. Su più fronti. “In primis sulle persone – spiega Emanuele Strada –, mettendo a disposizione dei docenti fondi destinati ad attività di sperimentazione di metodologie didattiche innovative. In secondo luogo, sulla tecnologia, per sperimentare applicativi, strumenti e apparecchi digitali. E infine, abbiamo investito nella formazione per migliorare, sempre di più, le competenze didattiche dei docenti”. È lo stesso nome dell’Hub a spiegarne la missione: avere un punto di incontro tra tutti gli attori dell’ateneo. I docenti, gli studenti e il personale. Si tratta di un luogo fisico, in cui operano molte persone, pensato come spazio di ritrovo ma anche centro di idee, proposte e dialogo che sorge proprio in prossimità delle aule. “Uno degli strumenti usati in modo sistematico da tutti i docenti è la piattaforma Moodle – continua Strada –. In capo alla Biblioteca: il sistema consente di avere un singolo luogo virtuale dove sono presenti tutti i corsi e i materiali messi a disposizione degli studenti dai singoli docenti”.

Le comunicazioni sono immediate, i tempi si velocizzano e si possono, per esempio, inviare progetti richiesti dai professori o si possono fare lavori di gruppo. Ma non solo. Il docente può interagire in modo più dinamico con lo studente, chiedendo, per esempio, di rispondere a test o domande, per verificare il livello di apprendimento dei temi trattati a lezione.Il Learning and Teaching Hub della LIUC offre anche supporto al corpo docenti. “Da un lato individuando gli elementi di forza e le best practice per condividerle con i colleghi. Dall’altro evidenziando aree di criticità su cui lavorare e attuare interventi migliorativi – informa Ravarini –. L’attività di co-design si svolge a partire da un primo incontro con i docenti per comprendere le caratteristiche principali di un corso, sulla base di un framework di analisi che abbiamo sviluppato appositamente”. In un secondo incontro, il team LTH fornirà un riscontro su quanto emerso, “attraverso un quadro sintetico e inclusivo dei diversi aspetti della didattica analizzati – conclude Ravarini –, proponendo ai docenti, discutendo e infine definendo insieme a loro gli interventi migliorativi da mettere in campo e le modalità attuative”.  



Articolo precedente Articolo successivo
Edit