Vi siete mai chiesti come si alimenta di energia un resort di lusso nel bel mezzo di un’isola deserta alle Maldive? Servono i gruppi elettrogeni. In pratica, si tratta di apparecchi costituiti da un motore termico accoppiato ad un generatore elettrico. Questo sistema meccanico produce l’energia di cui la struttura ha bisogno. E poi ci sono le schede di controllo che entrano in azione in caso di emergenza e servono per garantire sicurezza al complesso architettonico. È con lo stesso principio che funzionano anche, per esempio, il Mose di Venezia, il Gasdotto Trans-Adriatico e il Circuito di Formula 1 di Abu Dhabi. La Raffineria Neste oil di Singapore, così come la metropolitana di Istanbul e l’aeroporto delle Seychelles. Tutte queste infrastrutture, sparse un po’ ovunque nel mondo, hanno, però, un’altra cosa in comune: la fornitura di tecnologie arriva dallo stabilimento produttivo della Sices Srl di Jerago con Orago. Un’impresa varesina, nata nel 1977 e specializzata nello sviluppo e nella costruzione di sistemi di controllo con microprocessori e nella gestione dei gruppi elettrogeni. “L’azienda nasce oltre 40 anni fa dalla passione di mio papà Alberto per l’elettronica – racconta Laura Curioni, amministratore delegato di Sices -. Agli inizi degli anni Settanta mio papà si è reso conto che in Italia non esisteva un’azienda che producesse la parte di controllo per i gruppi elettronici. Tutto veniva importato dalla Germania”. È così che Sices, inizialmente con sede a Sumirago, diventa pioniera di questo business.

Le barriere del Mose che si alzano e si abbassano per evitare l’acqua alta a Venezia. Un impianto elettrico di emergenza capace di ripristinare l’energia dell’aeroporto delle Seychelles e della metropolitana di Istanbul. Quadri di controllo e di distribuzione istallati lungo il Gasdotto Trans-Adriatico. Questi sono solo alcuni esempi dei campi di applicazione dei gruppi elettrogeni realizzati dalla pmi di Jerago con Orago 

“Schede di controllo ma anche quadri elettrici e soluzioni per la gestione e la produzione di energia sono i nostri campi di applicazione - spiega Curioni -. SIMONE, per esempio, è il sistema di monitoraggio centralizzato che permette un controllo in tempo reale di gruppi elettrogeni, torri di illuminazione, veicoli e imbarcazioni”. In poco tempo Sices costruisce una rete capillare internazionale che, insieme al know-how acquisito negli anni, ha permesso all’impresa varesina di dotare alcune tra le più importanti installazioni a livello globale del proprio marchio. Una di queste si trova in Italia: è il Mose di Venezia, con i suoi 78 cancelli pneumatici posizionati nei tre ingressi che collegano la Laguna al Mare Adriatico e capaci di impedire l’allagamento della città. “Parte del funzionamento delle barriere del Mose dipende proprio dalle nostre tecnologie” afferma Curioni. Più semplicemente, all’interno del gruppo elettrogeno, ovvero la struttura che produce energia per far sollevare le barriere, si trova una scheda di controllo costruita dalla Sices. Secondo alcuni impulsi elettrici le barriere, in piena autonomia, si alzano e si abbassano a seconda delle maree. Anche la metropolitana di Istanbul, così come l’Aeroporto delle Seychelles, sono dotate di impianti made in Varese. In questo caso, sono istallate delle schede di controllo di emergenza. “Se dovesse mancare l’energia, entra in azione il gruppo elettrogeno, controllato appunto dalla nostra scheda”. Il criterio è lo stesso anche per il circuito Yas Marina di Formula 1 ad Abu Dhabi: sono necessari 44 gruppi elettrogeni per illuminare il complesso. “Abbiamo, inoltre, fornito soluzioni tecnologiche per la Raffineria Neste oil a Singapore che genera esclusivamente risorse rinnovabili con una capacità di produzione di 1 milione di tonnellate all’anno”. Per questo importante canale strategico Sices ha progettato due quadri di emergenza. E per finire il Gasdotto Trans-Adriatico (TAP), con la sua capacità di trasporto di 10 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno. Un progetto che intende supportare l’Europa nel raggiungimento dei suoi obiettivi in materia di energia pulita e per cui Sices ha dato il suo contributo, istallando “i quadri di controllo e di distribuzione per i gruppi Diesel di emergenza per la stazione di pompaggio del gas, ognuno dei quali con un quadro di controllo remoto” spiega l’amministratore delegato.  Dal 2015 alla guida dell’impresa c’è una figura femminile: è Laura Curioni, figlia del fondatore Alberto, e con una precedente esperienza lavorativa completamente diversa. “Ho lasciato il mio lavoro di veterinaria e sono entrata a far parte dell’azienda di famiglia per contribuire a portare avanti il patrimonio industriale”. Dopo un percorso interno per acquisire competenze e conoscenze, “ho iniziato a intraprendere un cammino fatto di cambiamenti strutturali e gestionali”. Ricambio di personale, riorganizzazione del lavoro e analisi di mercato e di business per avere un quadro aziendale più completo. “In questo modo possiamo definirci snelli e pronti a qualsiasi trasformazione”. L’obiettivo di Sices è quello di studiare strategie per creare un futuro. Alleggerire i processi più complessi e burocratici e automatizzare la produzione. “Grazie al know-how interno all’azienda riusciamo a spaziare tra diversi gruppi di business”, consolidando partnership e diventando più competitivi. Questo si traduce in un’espansione delle aree di competenza: non più solo progettazione di quadristica per i gruppi elettrogeni, ma anche per impianti fotovoltaici, e soprattutto, oltre all’ambito elettrico, anche in altri settori affini.

“Grazie al know-how interno all’azienda riusciamo a spaziare tra diversi gruppi di business, consolidando partnership e diventando più competitivi sul mercato globale. Il nostro segreto? Siamo bravi a customizzare i clienti”

La forza di Sices è quella di avere clienti italiani che operano in tutto il mondo - afferma Laura Curioni -. Questo ci ha permesso di essere presenti ovunque”. Un’impresa con meno di 50 dipendenti capace di costruire un’ampia rete di distribuzione. “Siamo bravi a customizzare i clienti. E ci impegniamo anche ad essere sostenibili”. Sembra difficile, se non quasi impossibile, accostare al termine elettronico il concetto di sostenibilità. Eppure, l’impresa varesina è riuscita a realizzare impianti a impatto zero progettando schede di controllo per fiere, sfilate di moda, concerti e partite di calcio. Tra le sfide future la Sices vuole proseguire il cammino della sostenibilità e tra i cantieri aperti c’è quello dell’utilizzo dell’idrogeno verde: l’azienda vuole inserirlo all’interno del ciclo produttivo e realizzare impianti con le stesse caratteristiche delle tradizionali schede di controllo. 

 



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