La-Cina-è-più-vicina-anche-in-treno

‘‘Rispetto ad altri Paesi come la Svizzera, dove il 70% delle merci viaggia su rotaia, siamo indietro. Ma la speranza è che i nostri attuali livelli che si aggirano intorno al 10% possano crescere notevolmente nei prossimi anni grazie alla transizione ecologica su cui punta l’Europa. Ne va della riduzione di anidiride carbonica. Ogni trasporto fatto con un treno comporta un abbattimento delle emissioni dell’89%”. Roberto Paciaroni rilascia questa intervista nel doppio ruolo di Presidente del Gruppo merceologico “Servizi infrastrutturali e Trasporti” dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese e di Direttore di Hupac Spa, il polo intermodale del Gruppo svizzero che sul territorio opera nell’hub tra Busto Arsizio e Gallarate, a ridosso della superstrada che collega la A8 con Malpensa. È qui che le merci trasportate dai camion vengono messe sui treni e viceversa. Intermodale, appunto. Gomma/rotaia. Tir/treno. “Negli anni ci stiamo allargando, la crescita è stata costante e anche in questo periodo di Covid stiamo tutto sommato tenendo. A settembre avevamo già riagguantato i livelli pre-pandemia”.

Quanto è strategica la posizione del vostro polo tra Busto Arsizio e Gallarate?
Basta guardare una cartina per capirlo. Siamo vicino alla direttrice Milano-Gallarate-Luino e da qui ai nuovi trafori della Svizzera che portano a Nord verso i porti di Rotterdam, Amsterdam, Amburgo e da qui in tutto il mondo. Siamo a due passi dalla rete autostradale nella direzione verso Milano. 

Siete anche a pochi chilometri da Malpensa, quali sono le sinergie con l’aeroporto?
La vicinanza con Malpensa è un indubbio vantaggio. Qualcuno pensava fino a qualche tempo fa che fossimo addirittura concorrenti con l’area cargo. Ma anche se noi copriamo ormai tratte molto lunghe che arrivano fino alla Cina, le merci che viaggiano in aereo sono di diverso tipo, più pregiate. Basti pensare alle auto di lusso, tanto per fare un esempio. La sfida che abbiamo oggi, però, è quella di creare più sinergie con l’hub aereo. Certo, per riuscirci servirebbero più investimenti nelle infrastrutture.

Tipo quali?
La realizzazione del collegamento stradale Pedemontana-Vanzaghello, quello ferroviario tra il Terminal 2 e Gallarate. Finché non ci dotiamo di questi interventi rimarremo un territorio con tante belle infrastrutture dai grandi potenziali, ma poco collegate tra di loro.

Nonostante gli evidenti vantaggi di agevolare il trasporto intermodale investendo sulla rotaia, però, molti cantieri sono ostacolati e registrano sempre forte opposizioni. Un esempio per tutti: la Tav. Secondo lei perché?
Manca una visione complessiva. Tutto deve essere sempre soppesato, poi ridiscusso, mettendo in forse decisioni già prese e vagliate per anni, a cantieri già aperti. Così i benefici ambientali rimangono al palo. La stessa Tav potrebbe portare vantaggi anche al sistema di trasporto del nostro territorio.

Intanto, però, sulle Alpi svizzere si sono da poco aperti il traforo di base del Gottardo e il Ceneri. Come queste opere cambieranno il trasporto ferroviario tra il Nord e il Sud Europa?
Gli svizzeri sono stati precisi come la fama che li precede: 17 anni per realizzare il traforo del Gottardo, il più lungo del mondo con i suoi 57 km. Poi i 15 km del Ceneri. In questo modo si potrà realizzare l’obiettivo di riduzione dei transiti dei camion attraverso le Alpi a soli 650 mila all’anno (i transiti iniziali nel 2000 erano 1,4 milioni, mentre oggi siamo a circa 850 mila). E ciò, grazie al tratto pianeggiante, con anche un numero di treni proporzionalmente minore, perché potranno passare da una lunghezza di 500 a 750 metri con una sola locomotiva, anziché due. E, dunque, ulteriori risparmi energetici e ambientali.

L’Italia e la rete in provincia di Varese è pronta a cogliere l’opportunità di migliori collegamenti Nord-Sud?
Ci stiamo attrezzando. Tra Luino e Busto Arsizio sono stati fatti importanti interventi di adeguamento. Altre soluzioni tecnologiche che verranno implementate. Come sulla tratta Como-Seregno o Monza-Milano. Siamo, però, ben messi. Certo la Svizzera ci ha aiutato e ha contribuito, ma il grosso degli investimenti è stato realizzato da Rfi – Rete Ferroviaria Italiana del Gruppo Ferrovie dello Stato. Il problema semmai è a Nord, in Germania.

Vuole dire che l’Italia su questo è più avanti dei tedeschi?
Eh, sì. Strano a dirsi ma è così. Per cogliere tutte le potenzialità dei trafori elvetici serve un allargamento da 2 a 4 binari nella Valle del Reno. Oggi solo un terzo dei lavori è stato portato a termine. La Germania ha un ritardo di 20 anni su questo fronte. Parliamo di una delle tratte più trafficate in Europa, che sta diventando un vero e proprio collo di bottiglia. 

Qual è un altro punto debole per il trasporto merci della nostra area?
Sicuramente il sistema portuale ligure che non riesce ad essere attrattivo per le merci extra-europee che preferiscono transitare verso i giganti del Nord Europa. Il problema non sono solo i fondali bassi, ma anche il fatto che i nostri porti presi uno a uno singolarmente, rappresentano quello che per Amburgo, Rotterdam o Amsterdam è un semplice molo. Questo limita la capacità ricettiva e quella competitiva. Seve una maggior sinergia tra i porti della Liguria, che devono diventare come un unico grande hub che va da Genova a La Spezia. Serve poi snellire le procedure delle operazioni doganali. In un contesto attuale, alla Amazon, il “just in time” non è più un’opzione.

È un problema di dotazione tecnologica?
Non solo. È un problema sì, tecnologico, ma anche burocratico e logistico. I tempi di attesa non sono concorrenziali. Meglio sarebbe creare una zona “retroporto” in Piemonte dove gli spazi potrebbero essere più ampi. La nave arriva, la merce prosegue all’interno per un centinaio di chilometri e in un terminal con maggiore capacità viene allestito uno spazio per operazioni doganali più moderne e veloci.

Quali sono le traiettorie che come hub Hupac di Busto Arsizio e Gallarate ritenete più a rapida crescita nel futuro? Che strade, anzi ferrovie, prenderanno le nostre merci?
Il nostro polo è da sempre forte nella tratta verso Nord: Mannheim-Ludwigshafen, Colonia, Amburgo, Duisburg, i porti del Belgio ed Olanda e da lì la Gran Bretagna. Ma ci stiamo estendendo anche a Ovest, verso la Spagna. Sempre più promettente e frequente è la tratta verso la Cina, passando dall’Austria. Ma collegamenti, una volta deboli, ma oggi sempre più importanti, sono quelli verso il Sud Italia: Bologna, Bari, Pomezia, Marcianise.  

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