Tra nuovi progetti, eventi ormai diventati tradizione e molti ostacoli prova a emergere anche nel Varesotto la pallavolo giocata sulla sabbia. Uno sport che attrae sempre più appassionati ma che non riesce a spiccare il volo sul fronte agonistico. Ecco perché...

E' considerato uno sport emergente e tra questi certamente uno dei più amati e anche praticati. Non c’è una spiaggia, infatti, lungo il litorale italiano che non abbia tracciato sulla sabbia un campo rettangolare diviso da una rete. E il termometro dell’apprezzamento del beach volley segna “alto gradimento” anche dove il mare non è esattamente a portata di mano. Come in provincia di Varese, dove, sparsi su tutto il territorio, in vista dell’estate, spuntano campi temporanei, che durano una stagione e che ospitano molti tornei e partite tra amici e amatori. Ma il nocciolo sta proprio qui, perché quando si parla di beach volley nel Varesotto bisogna fare una distinzione tra l’attività agonistica, che non riesce a decollare e quella ludica, che invece non solo richiama amatori, ma anche molti spettatori. Per cercare di comprendere meglio il punto della situazione, abbiamo affrontato la questione beach da diversi punti di vista: quello della Federazione, con il presidente Federvolley della provincia di Varese; quello di un’amministrazione locale, che ha deciso di investire su questo sport con nuove infrastrutture e quello di un presidente, Giuseppe Pirola della Uyba, che, archiviato il campionato delle farfalle, porta la pallavolo sulla spiaggia. Tre punti di vista che possono aiutare a disegnare il quadro della situazione e magari suggerire spunti per dare vita a una società, sarebbe la prima, nella nostra provincia.

 

Quelli che... noi ci proviamo sempre

Per Alberto Bonomi, presidente di Federvolley Varese c’è moltissimo da fare. Non basta qualche camion di sabbia per fare del beach un vero e proprio movimento, “anche se come Federazione – spiega – stiamo lavorando per la promozione di questo sport. Certo non è semplice perché i problemi da risolvere non sono pochi”. Primo tra tutti la mancanza di campi, “che per svolgere attività a livello agonistico devono essere fatti in un certo modo e avere tutta una serie di caratteristiche. Non solo. Per dare continuità alle attività servirebbero anche strutture indoor. Insomma, non ci si può solo affidare alla clemenza del meteo e sperare che sia sempre bello nei tre mesi estivi”. Altro nodo da sciogliere è quello degli atleti, delle società e dei calendari della stagione di pallavolo ormai saturi: “Manca il tempo – continua Bonomi –. La stagione della pallavolo è davvero intensa e, per com’è oggi impostata, concederebbe al beach volley una parentesi di un paio di mesi. Inoltre, chi gioca a pallavolo, in genere, non gioca anche a beach, sia perché sono due sport differenti, anche se all’apparenza simili, sia perché le stesse società, per tutelare i propri tesserati, non sempre concedono il nullaosta ai propri atleti per giocare sulla sabbia”. La strada è dunque impervia, ma non ci si arrende: “Quest’anno come Federazione abbiamo deciso di partecipare, dopo una pausa, al Trofeo delle Province di beach volley, un torneo importante che si disputerà a Brescia e dove puntiamo a portare 2 squadre femminili e 2 maschili”.

 

 

Pallavolo o beach: c’è fame di volley

A Busto Arsizio da due anni a questa parte chi dice beach dice Uyba summer village, l’area ludico-sportiva che il presidente della Uyba ha voluto realizzare all’ombra del Palayamamay. Uno spazio dove la pallavolo sulla spiaggia è regina. “Il village – spiega Pirola – è un progetto più ampio, dove la pratica del beach volley è certamente un pilastro, ma l’obiettivo principale è quello di trasformare il palazzetto in un punto di riferimento non solo sportivo, ma anche aggregativo, dodici mesi l’anno”. In viale Gabardi i campi in sabbia sono due, dove per tutta l’estate si organizzano tornei e partite. “Realizzare i due campi da beach volley è stato un investimento importante, ma anche molto apprezzato dalla gente che frequenta il village. Io ho una visione un po’ differente rispetto a molti, poiché vedo la pallavolo come uno sport che non si deve limitare all’attività indoor. Ecco perché ho realizzato i due campi da beach, strutture che ci permettono di vivere il palazzetto anche quando la stagione agonistica è ferma e di praticare comunque il volley”. Una vision che in questo momento sta dando ottimi risultati in termini di presenza e partecipazione.

 

 

Abbiamo dato stabilità a una passione

Fare e disfare: portare sabbia a inizio estate e rimuoverla dopo tre mesi. È quanto accadeva a Solbiate Arno, dove da tempo va in scena un torneo estivo che richiama moltissimi amanti del beach. E così, appena si è presentata l’occasione, il sindaco Oreste Battiston ha deciso di cambiare rotta e di dare alla comunità una struttura stabile, anche se per ora, utilizzabile solo nel periodo estivo. “Come amministrazione avevamo in programma di realizzare un’area dedicata allo sport – spiega il primo cittadino – e siccome le iniziative legate al beach volley stanno coinvolgendo sempre più gente, accanto ai campi da tennis e da pallacanestro, abbiamo deciso di realizzare anche un campo in sabbia per il beach, che rimarrà in funzione per tutto il periodo estivo, mentre nei mesi invernali verrà chiuso con delle protezioni per non rovinarlo. Il beach volley è uno sport, e lo vediamo quando qui c’è il torneo, molto seguito e praticato. Anche per questo abbiamo voluto realizzare un campo per dare il nostro contributo alla promozione di questa bella e divertente disciplina”. 

 



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