L’Università dell’Insubria ha iniziato una serie di incontri per fare luce, attraverso i fari della scienza, sul perché vaccinarsi faccia bene e sul perché ciò non possa essere messo in discussione. Ecco la risposta a 3 “credenze” no-vax da sfatare una volta per tutte

La scoperta dell’immunità e la possibilità di prevenire le malattie infettive tramite la vaccinazione, procedura che mima la risposta immunitaria dell’individuo all’agente infettivo senza provocare gli affetti devastanti del patogeno, ha permesso di salvare centinaia di milioni di individui. Nonostante le evidenze scientifiche schiaccianti dei benèfici effetti delle vaccinazioni esistono ancora in alcune frange della popolazione credenze false o per lo meno ingiustificate che contribuiscono a creare comportamenti dubbiosi, se non riluttanti o perfino opponenti alle procedure vaccinali. Il senso di spaesamento è spesso alimentato dalla rete, la cattiva rete, di cui molte persone si servono, senza alcuna autorità, per sventolare casi di effetti collaterali dannosi e persino invalidanti in bambini sottoposti a vaccinazione. Mai, a giustificazione di tali effetti dannosi, sono portate evidenze statistiche o lavori scientifici controllati che ne verifichino la validità. Prendiamo, ad esempio, tre casi molto citati di effetti dannosi della vaccinazione. 

 

“I vaccini provocano l’autismo?” – Falso!

Il medico inglese Andrew Wakefield che aveva descritto nel 1998 su appena dodici bambini vaccinati con il trivalente morbillo-parotite-rosolia (MPR) la comparsa di segni di spettro autistico, è stato successivamente radiato dall’Albo del General Medical Council con l’accusa di essere “disonesto, immorale e insensibile”, poiché artefice di una frode scientifica che mirava alla commercializzazione di un vaccino monodose contro il morbillo di cui deteneva i diritti commerciali. Ben 104 lavori scientifici successivi alla pubblicazione di Wakefield hanno dimostrato l’infondatezza delle sue affermazioni e la totale mancanza di correlazione tra autismo e vaccino. Da notare che 6 dei bimbi inclusi nel lavoro di Wakefield, prima della vaccinazione MPR avevano già segni di autismo e che tutti i genitori dei bimbi erano persone no-vax: inoltre si dimostrò che Wakefield aveva falsificato le cartelle cliniche dei bimbi.

“I vaccini contengono sostanze tossiche e possono addirittura provocare il cancro?” – Due volte falso!

Questa affermazione da parte degli oppositori alla vaccinazione deriva dal fatto che alcuni vaccini contengono sali di alluminio (allume) e tracce di formaldeide, un composto considerato cancerogeno. Per quanto riguarda l’allume, sostanza che facilita un lento assorbimento del principio attivo dei vaccini e quindi una più prolungata azione immunogena, bisogna sapere che nei vaccini sono contenuti da 0,25 ad un massimo di 2,5 milligrammi di allume. Con il cibo noi assumiamo da 5 a 25 milligrammi al giorno e non è che per questo ci ammaliamo di patologie neurologiche, come alcuni vogliono far credere essere la conseguenza per la somministrazione dei vaccini! Per quanto riguarda la formaldeide, sostanza che si usa nelle procedure di sterilizzazione del preparato vaccinale, alcuni vaccini ne possono contenere fino ad un massimo di 0,1 milligrammi. La formaldeide, che ad alte concentrazioni rappresenta sicuramente un fattore tossico per l’individuo, è tuttavia un composto fondamentale del nostro metabolismo per la produzione per esempio del materiale genetico. Un neonato di 5kg ha normalmente una concentrazione di formaldeide nel sangue di 1,06 milligrammi quindi 10 volte superiore a quella che è somministrata eventualmente con il vaccino.

“10 vaccini sono troppi e possono danneggiare il sistema immunitario?” – Mille volte falso!

Essendo un immunologo che lavora in questo campo da 40 anni posso rassicurare che il sistema immunitario può rispondere molto bene, come del resto fa ogni giorno contro la gran parte dei batteri e virus con cui veniamo a contatto, contro un numero molto più alto di vaccini. Si pensi che il nostro patrimonio immunologico è formato da più di 100 miliardi di diversi anticorpi, ognuno prodotto da una singola cellula immunitaria. In pratica potremmo rispondere contro centinaia se non migliaia di vaccini allo stesso tempo.
Per venire alla realtà della nostra situazione sanitaria in campo di vaccinazioni, secondo le ultime stime dell’Istituto Superiore di Sanità, si può dire che il nostro Paese abbia una copertura abbastanza soddisfacente per proteggerci da eventuali epidemie di patogeni come i batteri della difterite, tetano, pertosse, hemophilus b, e il virus polio. Non abbiamo ancora sufficiente copertura contro i virus del morbillo, parotite, rosolia e varicella. Non bisogna quindi abbassare la guardia, pena la recrudescenza di epidemie mortali. Basti pensare a quanto successo nell’Unione Sovietica solo qualche decennio fa. Per gli sconvolgimenti economico-sociali conseguenti alla caduta del regime comunista, un numero sempre minore di bambini venne sottoposto a vaccinazione contro la difterite. La conseguenza è stata un’epidemia di circa 200.000 casi, con circa 6.000 morti. In conclusione, il successo delle vaccinazioni è un argomento inconfutabile. Proprio per questo la mancata percezione del rischio, dovuta al successo dei vaccini, ci deve sempre far ricordare che la decisione di non vaccinarsi “perché si sta bene”, può comportare la ricomparsa di epidemie debellate. 

 



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