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“Sbagliando si impara” non è soltanto un’espressione di antica saggezza popolare, per l’Alfredo Grassi Spa di Lonate Pozzolo racchiude l’essenza della propria storia.

A Lonate Pozzolo opera l’Alfredo Grassi Spa, un Gruppo internazionale con 7 unità produttive e 1.300 addetti. Carabinieri, Aeronautica, Marina Militare si vestono qui

L’azienda nasce, come tessitura, nel 1925 a Busto Arsizio, nove anni più tardi da una commessa sbagliata, respinta dall’esercito, prende vita un’idea di grande successo: i tessuti “rifiutati” sarebbero serviti a confezionare degli abiti da lavoro. Più di 80 anni dopo i numeri testimoniano una storia di impresa affascinante: un quartier generale a Lonate Pozzolo a capo di un gruppo internazionale da cui dipendono 7 unità produttive e 1300 addetti che ogni giorno confezionano uniformi e abiti da lavoro. Prodotti apprezzati non solo per la qualità e l’innovazione dei materiali, ma anche per lo stile. Ricerca e sviluppo, innovazione, etica, internazionalizzazione, risorse umane: queste le parole chiave di un’impresa che, come sottolinea il Direttore Generale, Roberto Grassi “non può essere definita un’impresa tessile tout court”.

I materiali utilizzati sono il frutto di ricerche sviluppate sia all’interno dei laboratori dell’azienda sia in collaborazione con laboratori esterni accreditati a livello internazionale, perché per l’Alfredo Grassi è fondamentale coniugare la qualità e le caratteristiche dei tessuti con il design. E’ interessante sapere che da anni le divise di Carabinieri, Esercito, Aeronautica e Marina Militare sono disegnate e pensate dallo stabilimento di Lonate Pozzolo.

L’Alfredo Grassi realizza tessuti high tech dotati di microchip applicati alle uniformi che indicano lo stato di salute del militare monitorando tutto, dal grado di sudorazione al battito cardiaco

Un compito prestigioso e delicato al momento stesso, perché le uniformi devono coniugare perfettamente vestibilità e sicurezza, devono essere protettive e performanti anche nelle condizioni meteo più estreme, durante le operazioni in territori ostili e in situazioni a rischio elevato. Ma si sa, le uniformi devono essere anche eleganti e raffinate, perché, affidandoci ancora una volta alla saggezza popolare, al “fascino della divisa” non si può resistere.E di affascinante ci sono anche le tecnologie adottate. Per esempio, i microchip applicati alle uniformi che indicano lo stato di salute del militare monitorando tutto, dal grado di sudorazione al battito cardiaco. Segnali luminosi e sonori che indicano situazioni di stress e che comunicano con centrali operative costantemente aggiornate sulla posizione e su eventuali criticità. Tessuti e materiali estremamente leggeri, ma, allo stesso tempo resistenti al fuoco, a schegge e materiali contundenti. E ancora cuciture laser, uniformi realizzate in tessuto anti radiazioni infrarosse. Realtà o fantascienza? Più semplicemente: una risposta concreta a chi dice che sul tessile non ci sia nulla da innovare.

Il forte impegno green richiesto anche ai fornitori: tutto, dalle materie prime alle tecnologie utilizzate nel processo produttivo, deve essere compatibile con l’ambiente

E’ nello slogan che si legge la lungimiranza da sempre iscritta nel DNA del Gruppo: “La nostra politica è fornire prodotti e servizi di valore, soddisfare il cliente, mantenere la leadership a livello di reputazione, qualità, rispetto di etica e ambiente”. Tecnologie green basate ad esempio sull’installazione di pannelli solari per produrre elettricità sono il frutto di un impegno preso nei confronti del territorio e della sostenibilità. A testimonianza di ciò, basti sapere che nella sede di Lonate Pozzolo, 5000 m² di pannelli solari producono 400.000 KW annui e anche che i fornitori vengono scelti in base all’impegno portato avanti sui campi delle politiche ambientali, in accordo con le idee e soprattutto con gli impegni assunti dall’azienda in ambito di sostenibilità. Tutto, dalle materie prime alle tecnologie utilizzate nel processo produttivo, deve essere compatibile con l’ambiente. Non dovrebbe stupire dunque che l’azienda rediga un bilancio sociale e che è in possesso di certificazioni che dimostrino come la gestione sia coerente alla responsabilità sociale d’impresa, attraverso il rispetto dei diritti umani, il rispetto dei diritti dei lavoratori, la tutela contro lo sfruttamento minorile e la discriminazione, le garanzie di sicurezza e la salubrità sul posto di lavoro.

“Siamo ancora un’azienda di famiglia, non solo il nome è rimasto lo stesso – dichiara Roberto Grassi – invariato è anche lo spirito innovativo, guidato da valori intoccabili quali la soddisfazione del cliente, la qualità e il rispetto di etica e ambiente”. Quella della Alfredo Grassi è una bella storia di impresa, una storia che è bello sentir raccontare, una storia che testimonia ancora una volta quali siano i valori tecnologici, ma soprattutto umani che costituiscono le aziende del territorio.



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