Local_Motors_1.jpg

Local Motors e Arizona State University: le prime tappe della missione Usa guidata dall’Unione Industriali varesina

Sapete cos'è l'open innovation? Per citare Henry Chesbrough (e anche Wikipedia, per stare in tema) “è un paradigma che afferma che le imprese possono e debbono fare ricorso ad idee esterne, così come a quelle interne, ed accedere con percorsi interni ed esterni ai mercati se vogliono progredire nelle loro competenze tecnologiche.” Ed è alla scoperta di questo paradigma, che poi corrisponde a quell'occasione di ascolto senza precedenti che deriva dalla rete e in particolare dai social, che continua la missione delle imprese italiane alla scoperta dell'industria 4.0 degli Usa: un bagno di cultura nel mondo del digitale, dell’Information & Communication Technology e dell’Internet of Things. Una vera e propria chicca, all'interno della missione guidata dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese (presente con il responsabile delle Aree Economiche, Marco De Battista), in collaborazione con il Consolato Americano di Milano e coordinata dal professore Marco Astuti, è stata la visita a Local Motors di Chandler, Arizona, a pochi minuti da Phoenix. Qui sono realizzate le prime automobili open source al mondo, come la possente Rally Fighter.  Local Motors è un’impresa, una casa automobilistica, ma soprattutto è un concetto innovativo che ha dato vita ad una vera e propria community che ha permesso di realizzare anche il progetto Fighter attraverso i consigli e le indicazioni di appassionati di ogni tipo. I modelli, così come la selezione delle componenti, per lo più di serie, sono crowdsourced (ossia frutto di uno sviluppo collettivo di un progetto da parte di numerose persone esterne all'entità che ha ideato il progetto stesso, per citare ancora Wikipedia). L'amministratore delegato di Local Motors, ex Marine,sottolinea l'artigianalità di un progetto alimentato dagli utenti via web: i tecnici del marchio statunitense ricevono migliaia di proposte da internauti da ogni parte del mondo. Il risultato è un'auto ovviamente unica dall'impatto anche visivo molto forte. Curiosità nella curiosità: i modelli di Local Motors non sono brevettati. Qui sta il cuore della strategia: il punto è proprio diffondere le idee in modo che altri possano accoglierle e migliorarle per il bene di tutti. Non solo auto su misura degli utenti, però, nel core business del brand. Local Motors ha sviluppato una piattaforma per l’innovazione, che nello stesso modo in cui gli sviluppatori indipendenti di software usano l’iPhone, diventa spazio per fare business ma soprattutto innovazione.

Ecco, ad esempio, un paio di video che spiegano bene il metodo di lavoro e i risultati di Local Motors:

“Stiamo dando vita ad una missione - commenta Alberto Baban, Presidente della Piccola Industria di Confindustria - importante e ricca di contenuti: Phoenix è una città sorprendentemente attiva, dove l'ecosistema dell'innovazione funziona. Questo è un grande esempio di open innovation. Nella visita alla realtà di Local Motors abbiamo visto come la ricerca si possa fondere con l'applicazione su un esempio positivo di sviluppo come quello dell'automotive. Una realtà che incontra i capitali che credono in un'iniziativa così importante, scommettendo cifre difficilmente comprensibili per il sistema italiano”.

GUARDA L'INTERVISTA DI ALBERTO BABAN A RAINEWS

Il Commento del Presidente della Piccola Industria di Confindustria, Alberto Baban: “Anche in Italia e in Lombardia bisogna fare in modo di creare un sistema che trasformi la ricerca applicata in innovazione. Il 4.0 nel nostro Paese è una necessità”

Mondo delle imprese, ma non solo. La missione dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese nella West Coast degli Usa, nel suo primo giorno, ha fatto anche tappa all’Arizona Technology Enterprise (Azte) centro di trasferimento tecnologico di  Arizona State University. Un luogo dove la scienza è world wide, dove si parlano 25 diverse lingue e dove solo il 30% dei ricercatori è statunitense. Qui viene gestito un budget in ricerca di 39 milioni di dollari. 459 gli impiegati, 440 i volontari, a cui bisogna aggiungere i 150 studenti lavoratori.
“Si tratta – continua il suo racconto Baban – di un competence centre che trova il suo alveo nell'università e nel trasferimento tecnologico. È un esempio funzionante che ci porta a trasferire alcune proposte al Ministero per lo Sviluppo Economico per il 2017”. Il Presidente della Piccola Industria di Confindustria trae dunque un primo bilancio: “Abbiamo potuto costatare come qui ci sia una visione del futuro e una tensione continua verso l'innovazione: anche in Italia e in Lombardia bisogna fare in modo di creare un sistema che trasformi la ricerca applicata in innovazione. Il 4.0 nel nostro Paese è una necessità, ma anche una grande prova per accelerazione ed efficientamento di un comparto che deve lavorare insieme per la costruzione del proprio futuro”.

Per seguire sui social la missione gli hashtag sono #missioneusa #TechMission2017

Per leggere tutti gli articoli sulla missione clicca qui.



Articolo precedente Articolo successivo
Edit