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Una bretella strategica per Varese
Un complesso sistema di tangenziali potrebbe collegare viale Europa, viale Borri e viale Belforte e decongestionare in misura importante il centro città. Un'opera attesa da diversi anni.
Non lascia ma raddoppia. E' la Gasparotto-Borri, la bretellina attesa da anni a Varese, che da semplice progetto di collegamento si è trasformato in un sistema di tangenziali. L'idea di fondo è quella di costruire una strada che unisca in perpendicolare tre grandi vie: viale Europa, viale Borri e viale Belforte.
E' vero, oggi è solo un progetto depositato in Comune. Ma proviamo a guardare avanti. Immaginiamo ad esempio di essere nel 2010: saliamo in macchina e andiamo a fare un giro per la città. Partendo da viale Europa, incontreremo una rotatoria all'altezza di via Gasparotto. Qualche metro e troveremo una seconda rotatoria. Se avremo voglia di fare la spesa, a sinistra vedremo un centro commerciale che l'immobiliare Ceresio costruirà al posto del calzificio Malerba. Se vorremo invece cambiare completamente direzione, potremo girare a sinistra, passare sotto la ferrovia e arriveremo a una terza rotatoria. Qui potremo scegliere: o salire a sinistra, e andare in viale Borri, o girare e a destra, e andare verso la zona industriale di Gazzada Schianno, oppure ancora entrare in autostrada. In ogni caso, non passeremo più dal centro.
Se tutto questo accadrà davvero nel 2010, dovremo concludere che siamo stati fortunati. Perché il costo di queste tre rotonde larghe circa 24 metri, delle rampe di collegamento e delle strade si aggira sui 13 milioni di euro: 8 milioni saranno a carico dell'immobiliare, che, in cambio, se il consiglio comunale approverà il piano di intervento, avrà la possibilità di costruire il centro commerciale e uffici. 5 milioni li dovrà sborsare la pubblica amministrazione. I progetti che oggi hanno in mano l'assessore ai lavori pubblici Gladiseo Zagatto e il dirigente area nona gestione territorio grandi opere del comune, l'ingegner Lorenzo Colombo, vanno però anche oltre la strada che abbiamo immaginato di percorrere.
Il sistema Tangenziale sud Varese prevede che la strada prosegua anche fino a viale Belforte e immagina un ulteriore collegamento tra viale Borri e la zona industriale di Gazzada Schianno, attraverso la via Piana di Luco. Non si tratta di opere faraoniche, ma di interventi strategici. Il tratto Gasparotto-Borri, ad esempio, sarà lungo circa 700 metri e largo 9,5, avrà una sola corsia per senso di marcia, niente a che vedere con un'autostrada insomma. C'è poi la sistemazione della via Selene, 410 metri di asfalto tra Varese e Gazzada, e ancora i 300 metri di via per Gazzada, e altri 300 metri di via Piana di Luco.
Questo nuovo disegno di tangenziali ha già una programmazione economica di massima. Lo scorso novembre la giunta comunale lo ha inserito nel piano triennale delle opere pubbliche, proprio alla voce "Tangenziale sud”. Sei lotti, previsti nel 2008 e nel 2009. Alcune parti sono già alla fase di progetto definitivo. Altre vanno sistemate.
L'idea della Gasparotto Borri è però antica e risale addirittura al 1961. Tanti anni di attesa ed elaborazione fino a che l'ultimo piano urbano del traffico indicò come prima voce, tra le priorità, proprio quest'opera. Ora tocca al consiglio comunale, che dovrà approvare il piano delle opere pubbliche voluto dalla giunta, i piani di interventi sull'area Malerba e la realizzazione delle strade. Contro il progetto, si è schierato da tempo un comitato di residenti, ma il consenso intorno all'opera in realtà è ampio. Per le proteste del quartiere c'è chi parla di sindrome nimby, not-in-my-backyard, l'abitudine italiana di dire no alle grandi opere quando passano vicino al nostro giardino. Il sindaco, Attilio Fontana, comprende le perplessità, ma non si tira indietro. "Se riusciremo a realizzare questo progetto - commenta il primo cittadino - avremo risolto l'80 per centro dei problemi di accesso alla città e avremo dotato per la prima volta Varese di un vero sistema tangenziale. Capisco chi protesta perché non avrà più un prato davanti a casa, ma qui si tratta di lavorare - conclude - per l'interesse della stragrande maggioranza dei cittadini”.
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