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Anche un museo del vetro nell'ex-Avir a Sesto Calende

Con la sottoscrizione dell'accordo di progetto prende il via l'operazione di recupero dell'area dell'ex-vetreria sestese. Quasi quattro ettari in centro cittadino destinati a funzioni diverse: abitative, terziarie, museali.


Vecchi edifici e capannoni da trasformare, un'area di 40 mila metri quadrati da recuperare. Sono passati quasi dieci anni dalla chiusura della vetreria Avir di Sesto Calende ma solo un mese fa il progetto che ne prevede il recupero ha ottenuto il via libera definitivo. Lo ha ottenuto con il consenso unanime di Regione Lombardia, Provincia di Varese e Comune di Sesto Calende che con la firma all'accordo di progetto hanno aperto ufficialmente la fase operativa. "Chiusa la vetreria, a metà degli anni Novanta, si è creato un serio problema occupazionale e di riqualificazione - spiega Eligio Chierichetti, sindaco di Sesto Calende -. Il piano regolatore non prevedeva la possibilità di sostituire le aree dimesse con nuovi insediamenti industriali e destinava quelle superfici ad attività di terziario. Abbiamo così iniziato a valutare alcune proposte aprendo il campo ai privati. Cessata l'attività lavorativa, il territorio della vetreria è stato acquistato da un'impresa di costruttori, l'Aba di Monza ed è poi passata alla Faro, una società del gruppo Esselunga". L'area in questione misura quasi 4 ettari, è compresa tra la statale del Sempione e la linea ferroviaria Milano-Gallarate-Domodossola e si trova nelle vicinanze del centro urbano.
I nuovi proprietari ne hanno studiato la struttura e hanno messo a punto un programma di intervento che, dopo lunghi confronti e trattative, è riuscito a convincere l'amministrazione comunale. "È stato elaborato un buon progetto - aggiunge Chierichetti -. È la costruzione di un grosso supermercato, abitazioni private, un albergo di sei piani, uffici e parcheggi ma anche di importanti opere viabilistiche e ambientali". La zona centrale, a destinazione pubblica, vedrà la ristrutturazione dell'ala storicamente più importante dell'ex vetreria, quella del vecchio forno. L'edificio - mille metri quadrati per piano - è rimasto in parte di proprietà del Comune e al suo interno verranno realizzate sale per convegni ed un museo del vetro. Il nuovo supermercato - che occuperà 2.500 metri quadrati, poco meno della metà di quelli destinati ad attività di terziario e commerciali - sorgerà invece nella zona a sud, quella più vicina alla Statale del Sempione. A nord e ad est del vecchio forno troveranno spazio nuove abitazioni, per circa 10 mila metri quadrati di superficie mentre la parte tra la piazza della stazione e il vecchio forno - 3 mila metri quadrati - è stata destinata a strutture alberghiere. "La trasformazione richiederà tempo ma sono convinto che risolverà molte esigenze dei cittadini sestesi - continua Chierichetti - come ad esempio la necessità di nuove case. Negli ultimi anni per ragioni diverse la popolazione residente è aumentata e di conseguenza la domanda di abitazioni. Un discorso simile riguarda i lavoratori delle aziende locali che devono trattenersi in questa zona per alcuni giorni, necessitano perciò di un potenziamento delle strutture alberghiere. Anche il nuovo supermercato rappresenta un miglioramento dei servizi per i cittadini, spesso costretti a muoversi verso Castelletto Ticino o Somma Lombardo". L'utilità dell' intervento, secondo l'amministrazione sestese, passa però anche da un altro aspetto, forse quello più delicato della trattativa con la proprietà. Tra gli argomenti più caldi non poteva mancare infatti la questione del traffico e gli impatti che un'opera di questo tipo potrebbe avere sulla viabilità locale. Il dibattito si è concluso con una proposta, studiata e verificata da esperti e sottoposta all'esame degli enti pubblici (Provincia, Regione, ANAS), che prevede alcune opere a spese degli investitori: la realizzazione di nuove rotatorie per alleviare il traffico, la costruzione di un sottopassaggio alla ferrovia in direzione di via Lombardia, l'introduzione di un nuovo sistema di percorsi pedonali interno all'area, nei pressi del torrente Lenza e per il collegamento con il centro e la previsione di più di mille nuovi parcheggi. Il voto positivo del consiglio comunale della cittadina ha già autorizzato le operazioni di bonifica dall'inquinamento del suolo, ultimo step da superare resta l'esame del progetto definitivo.

Avir, una storia centenaria

Nata come "V.o.f." (Vetrerie operaie federali) la vetreria di Sesto Calende ha vissuto da protagonista nell'economia del Basso Verbano per tutto il Novecento. Una storia fatta di successi, di coraggio e di azionariato popolare. Nel primo decennio del secolo pesanti investimenti per l'acquisto di nuovi macchinari e l'insolvenza di alcuni clienti portarono l'impresa in liquidazione. Una difficoltà che non scoraggiò i soci che in poco più di un anno rifondarono la loro impresa con il nome di "Vetreria Lombarda".
L'impresa, nuovamente modernizzata tra gli anni Trenta e Cinquanta, vide poi rilevare la maggior parte delle azioni da una ditta di Asti, a sua volta assorbita nel gruppo Avir (Aziende Vetraie Italiane Ricciardi) di Napoli.
L'attività dello stabilimento terminò nel 1997, quando la fabbrica, insieme al gruppo AVIR, passò sotto il controllo della compagna americana Owens Illinois che ne decise la chiusura.
La storia della vetreria è raccontata nei libri, nelle cronache, nei documenti raccolti dall'associazione "Amici della vetreria", ma anche nei luoghi stessi e negli edifici della fabbrica.

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