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verità parziali idee mutevoli passioni inutili

In origine era una fabbrica a Brenta, ora un centro di sperimentazione delle arti contemporanee, luogo raro in provincia, molto più comune nella vicina Milano. Dove però manca un contesto paesaggistico così piacevole.

ThQU BrentArt, acronimo che sta per Think Quijote Utopia, si presenta come: "Luogo di verità parziali, di idee mutevoli, di passioni inutili. Luogo di confronto dove il possibile è più prezioso del reale" e si trova immerso, a Brenta, in un ambiente naturale cinto dai declivi della Valcuvia e da prati punteggiati di alberi da frutta e mimose. L'ampio dehors con deck di legno da un lato guarda sul colle prospiciente dove sorge la chiesa, dall'altro si apre verso un piccolo giardino d'autore concluso fra mura storiche. Lo spazio si sviluppa su tre livelli. Al piano terreno la sala si distribuisce su una superficie di 120 mq collegata al dehors. Alla sala si sovrappone una galleria di vetro trasparente ad U che consente ampia fruibilità dello spazio sia verticalmente sia orizzontalmente. Al piano secondo, lo spazio si articola in una superficie di 120 mq e un soppalco di 60 mq. Le pavimentazioni sono in resina lavorata a spatole. Le pareti sono in sasso originale a vista. Vetro, lamiera cruda verniciata e acciaio inox sono i materiali con cui sono state realizzati i parapetti e le scale secondarie. La scala principale è la scala originaria in sasso. Il progetto di ristrutturazione dell'antico opificio, per divenire centro artistico e culturale, è stato elaborato e seguito dall'architetto Rossella Letizia Mombelli che dichiara: "Un centro di ricerca che sorge sulle pietre di una fabbrica deve perseguire lo sviluppo e la ricchezza del pensiero con attività culturali che valorizzino le diversità e risanino la frattura fra passato e futuro" Il Centro di Brenta parte da subito inserito in una rete territoriale e interregionale che gli assicura le massime sinergie e un flusso continuo di dialogo e scambio, in particolare BrentArt è in stretto contatto con: Compagnia Origamundi, Cagliari BLUDIPRUSSIA centro culturale e artistico, Albissola Marina (SV)
10.2! Dieci.due! international research contemporary art, Milano
OUTIS Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea, Milano
Galleria Scoglio di Quarto, Milano TRART cooperativa di beni culturali e galleria, Trieste. L'inaugurazione del Centro è coincisa con il vernissage de "I colori dell'estasi", percorso espositivo d'arte contemporanea che, attraverso la pittura, l'arte multimediale, l'istallazione, la performance e l'azione drammatica, ha indagato l'affascinante tema dell'estasi nelle sue infinite declinazioni: oblio, memoria, abbandono, rivelazione, dolore, sogno, miraggio, erotismo e misticismo. L'estasi è dunque intesa come un'esperienza creativa, un processo di estraniamento dallo stato cosciente, un viaggio fuori dal sé alla scoperta dei misteri che stanno dietro e dentro le cose. Il finissage della mostra, lo scorso 8 giugno, ha visto le performance, affascinanti e sconcertanti, di 3 artisti: Dome Bulgaro, con la vocale "o" emessa di continuo dal corpo nudo dell'artista; Giulio Calegari, con brandelli di un testo che vengono colti con la massima spontaneità e trascritti "al volo" su rettangoli di acetato trasparente gettati poi in una vaschetta d'acqua posta su una lavagna luminosa; Max Bottino, con la sua azione in 2 movimenti, forse la performance più toccante, "Io per non aver paura mi illudo di sparire.." Fino al 6 luglio è allestita la Personale di Claudia Cervo, artista che fissa la figura sulla tela di juta a larghe campiture di colore puro bianco e le dà vita attraverso una prepotente linearità sottolineata dall'uso dello spago che a volte delimita le campiture, altre deborda, lanciando linee di fuga verso lo spazio. Dal 9 luglio al 28 settembre viene proposta la mostra di Andrè Villers "REFLEXions dans les chambres d'Andrè", già vista in parte a Varese ad aprile presso il Credit Suisse. La mostra gioca sull'ambiguità del termine "REFLEXions" usato per indicare l'utilizzo della macchina fotografica e della riflessione del pensiero, nonché la magia alchemica della camera oscura che diviene una molteplicità di stanze espositive dove il pubblico incontra i famosi personaggi fotografati da Villers (primo fra tutto Pablo Picasso) e Villers stesso. ThQU Brentart ha redatto un programma per l'intero 2008 e ha approntato una bozza per la programmazione del prossimo biennio. A breve il Centro godrà della presenza di un bookshop e di un atelier creativo. In un secondo lotto d'intervento, il progetto prevede la realizzazione di una sala multifunzionale eufonica completamente oscurabile, cucine e locali accessori. Un luogo da vivere , una riconversione ben riuscita di un immobile industriale di fine Ottocento come ce ne sono molti nella nostra provincia e come sarebbe fin troppo ambizioso sperare che anche solo la metà si trasformasse in maniera simile a BrentArt in luogo di cultura, aggregazione, ricerca, positività socialità.

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