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26 maggio, giochi fatti solo a metà

Il tormentone delle candidature per le elezioni amministrative di fine maggio lascia del tutto in ombra i programmi elettorali.

La tentazione deve essere stata forte, per la Lega Nord: correre da sola alle elezioni amministrative del 26 maggio. L'abbraccio con Forza Italia e con le altre componenti della Casa delle Libertà, non del tutto digerito da parte di una certa componente della base. La speranza di un'affermazione netta per dimostrare di avere ancora il seguito di un tempo, dopo i risultati non del tutto soddisfacenti delle ultime elezioni politiche. La voglia di riaffermare, da sola, un risultato positivo in provincia di Varese, madre di tutte le roccaforti, forse ancor più evocativa agli occhi degli attivisti della prima ora di quella sorgente del Po che appartiene ormai alla geopolitica e non più solo alla geografia.
Poi di nuovo con i piedi per terra. Al Congresso della Lega, al Filaforum di Milano, Umberto Bossi e Silvio Berlusconi sanciscono la ritrovata alleanza: in provincia di Varese si corre uniti, tutti insieme nella Casa delle Libertà. Alla Lega, però, si rendono gli onori di quella che è stata una sorta di primogenitura, proprio qui in provincia di Varese, tra le forze politiche che hanno inaugurato il nuovo corso della politica italiana dopo il tracollo del CAF (Craxi-Andreotti-Forlani). Il Carroccio potrà così mantenere tre cariche importanti e prestigiose: il Presidente della Provincia e i Sindaci di Varese e Busto Arsizio. E all'elenco potrebbero aggiungersi altri comuni come Tradate, Cassano Magnago, Uboldo, Gerenzano, Ferno, che insieme a Besozzo, Brissago Valtravaglia, Cardano al Campo, Malnate e Marchirolo compongono la rosa dei comuni interessati da questa tornata elettorale. In totale, circa 260.000 abitanti coinvolti dalle elezioni comunali e tutti gli 800.000 abitanti del Varesotto dall'elezione del nuovo consiglio provinciale.
Dunque, un punto fermo dopo settimane di confronto a distanza, giocato per lo più sulle colonne della stampa, con il solo intento di fare pre-tattica. Ancora in alto mare, peraltro, la designazione delle candidature e non solo all'interno del polo di centro-destra, ma anche da quello di centro-sinistra, dove i distinguo tra le varie componenti interne sembrano più sfumati e che pure registra anch'esso grandi difficoltà ad esprimere candidature condivise. Qui la discussione non ha riguardato, almeno in apparenza, diritti di prelazione tra gli alleati dell'Ulivo e si è cominciato fin da subito a spendere dei nomi: non è mai chiaro in questi casi se per giocare d'anticipo o per bruciarli. Si è parlato così di Raimondo Fassa - già Sindaco di Varese all'epoca della giunta "di buona volontà" - quella della Lega con l'appoggio esterno del Pds, ma la componente cattolica della coalizione ha suggerito un altro nome, quello di Alessandro Alfieri.
Nella sinistra, come altre volte, a giocare veramente d'anticipo - potendoselo probabilmente permettere essendo in corsa da sola - è stata Rifondazione Comunista, che ai primi di marzo ha indicato in Angelo Zappoli il proprio candidato alla poltrona di primo cittadino di Varese.
Per il resto si sono succedute, fin da prima che si chiudesse il 2001, molte supposizioni: la parlamentare Giovanna Bianchi al posto di Massimo Ferrario alla presidenza della Provincia e lo stesso Ferrario, o anche Giuseppe Bonomi, al posto dell'attuale Sindaco di Varese Aldo Fumagalli nel caso in cui quest'ultimo non venga ricandidato dal proprio partito. Per Busto Arsizio il quadro è rimasto ancora più incerto fin dopo il congresso di Assago e il ventaglio delle possibili candidature alla carica di primo cittadino ha spaziato, per la Casa delle Libertà, dall'Assessore alla cultura Luciana Ruffinelli, al Consigliere regionale Giampiero Reguzzoni e al Parlamentare europeo Francesco Speroni. Per l'Ulivo, veti incrociati tra Margherita, sostenitrice di Alessandro Berteotti, e Democratici di sinistra che, dopo aver proposto l'ex-Parlamentare Carlo Stelluti, hanno rilanciato Alberto Grandi. In altri due comuni, invece, l'Ulivo ha giocato d'anticipo: Cassano Magnago e Cardano al Campo, dove ha schierato rispettivamente Luca Radice e Mario Aspesi.
Due cose, in tanta incertezza, sembrano invece sicure. La prima è che le intese a livello di vertice politico nazionale se, da un lato, tendono ad assicurare una certa stabilità riproponendo a livello locale le alleanze di governo, dall'altro rischiano di instradare candidature calate dall'alto e di sottrarre di fatto all'elettorato la possibilità di scegliere tra più candidati all'interno della medesima coalizione. Un po' come se il governo degli enti locali fosse il risultato di giochi di potere fatti altrove.
La seconda è che il grande trambusto per individuare i candidati considerati migliori ha lasciato del tutto in sordina, anche questa volta, il capitolo dei programmi. Ci troveremo così a votare sulla fiducia della persona. Ma per andare da quale parte?

03/28/2002

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