Un territorio da valorizzare

Abbiamo intitolato il Focus di questo numero "Varese e il suo territorio, teatro d'arte e di natura". Perché? Perché ci siamo proposti di ricordare - o forse, per qualcuno, scoprire - che la nostra è una provincia con tante opportunità nascoste. Abbiamo provato a ricordarle, seppure nella necessaria brevità delle poche pagine di una rivista. Molto poche, in verità, rispetto alle tante cose che si potrebbero raccontare.
Abbiamo voluto tratteggiare la bellezza dei paesaggi, la possibilità di praticare innumerevoli discipline sportive immersi nella natura, spesso al cospetto di paesaggi bellissimi. Poi, il considerevole patrimonio storico-artistico e, infine, la multiforme attività spettacolistica che anima cinema e teatri di questo territorio. Non è tutto. C'è molto di più, ma non possiamo che fare rinvio alle prossime puntate.
Proprio le forme d'arte come la prosa, la musica, il ballo, il cinema - e tutto ciò che viene rappresentato sul proscenio di quei teatri sapientemente ristrutturati negli ultimi anni, ultimo dei quali il teatro Impero di Varese - hanno reso evidente, nelle ultime settimane, un concetto sul quale anche Varesefocus ha cercato di attirare l'attenzione nei suoi primi anni di storia editoriale e cioè l'idea che l'arte deve poter rappresentare una fonte di ricchezza per il territorio che la possiede. Il riferimento, in particolare, è all'incetta di biglietti per spettacoli teatrali e musicali fatta da alcuni alberghi che hanno compreso la valenza competitiva di poter offrire, insieme a cena e pernottamento, anche la possibilità di una poltrona a teatro.
Gli economisti hanno coniato l'espressione "Economia della Cultura" e non si tratta certo di un'astrazione scientifica, come ci insegnano Roma, Firenze, Venezia e altre città anche meno celebri. E Varese con la sua provincia? Anche noi siamo ben messi. Dobbiamo solo esserne più consapevoli e dobbiamo imparare a valorizzare il nostro patrimonio.
Dobbiamo fare del turismo una risorsa economica più di quanto abbiamo fatto finora. Siamo una provincia che, per nostra fortuna, da molto tempo vive di industria e di artigianato di produzione. L'idea della fabbrica ci ha pervasi. Intendiamoci, tutto ciò ha rappresentato e rappresenta ancora uno dei nostri maggiori punti di forza e non possiamo, non dobbiamo mettere in discussione questa conquista. Finché c'è un Secondario forte, potremo avere anche un Terziario robusto. E proprio perché la tradizione del Secondario, in provincia di Varese, continua, nonostante le indubbie difficoltà, a farsi valere, ecco allora l'utilità di diversificare, di accrescere le opportunità di business, di creare le condizioni per far lievitare ancor più l'occupazione e il benessere di tutti.
Abbiamo degli ostacoli, evidenziati del resto nel Focus. Sviluppare il turismo senza adeguati collegamenti è difficile e rischia di dirottare i flussi verso altre direzioni. A volte, poi, gli spettacoli rischiano di essere ripetitivi per un bacino di utenza tutto sommato ristretto e non può che far piacere constatare che qualcuno propugna ad esempio, per l'avvenire, un unico festival jazz per le città, tra loro confinanti, che oggi organizzano, nel medesimo periodo autunnale, altrettante rassegne di questo genere musicale. Una sola forse basterebbe, di grande livello per un grande richiamo di pubblico.
Insomma, un salto di qualità, che il nostro territorio si merita. Guardando avanti con lungimiranza, con progettualità di alto profilo, con l'ambizione di essere vincenti non solo, come è stato fin qui, nel manifatturiero. E' una sfida che alcune istituzioni locali come la Provincia e la Camera di Commercio stanno dimostrando, nei fatti, di aver accettato. Per vincerla, occorre come sempre unità di intenti tra privato e pubblico.