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Quella scrittura dolce

Personaggi famosi, collezionisti e semplici appassionati uniti da una passione irrefrenabile, quella per le mitiche penne stilografiche.

Giovanni Falcone scriveva montagne di carte con le sue penne stilografiche da collezione. "Una vera mania" ricorda l'amico Giuseppe Ayala. Lo scrittore Roland Barthes, nel 1973, così commentava: "In definitiva, torno sempre alle buone stilografiche a inchiostro: la cosa essenziale è che mi consentono quella scrittura dolce, alla quale io tengo così tanto". Il maestro Giacomo Puccini sulle pagine della "Illustrazione Italiana" affermava: "La penna Parker è superlativamente buona!". Eisenhower firma la resa della Germania con la Duofold della Parker, McArthur per la resa del Giappone usa la 51, sempre Parker. Reagan e Gorbaciov siglano il trattato antinucleare con una 75 Parker. E ancora la stilo Parker è nelle mani di Rabin e Arafat per la sigla del primo accordo per la pace tra Israele e Palestina. Adenauer è stato impresso mentre porgeva la sua Montblanc al presidente Kennedy.
Pezzi di storia raccontate dalle stilografiche in mano a personaggi famosi. Collezionare penne stilo è uno degli hobby più ricercati (con una diffusione media in Italia, dove è stata istituita anche l'Associazione collezionisti penne stilografiche).
Gli amanti della scrittura, per mestiere o passione, e della lettura, sono spesso collezionisti. Scrivere con una stilografica da collezione significa evocare, come si diceva, pezzi di storia. Una penna è legata al periodo di creazione e ha in sé un potenziale unico, una sorta di file-rouge che unisce il proprietario all'epoca e a un precedente "fruitore". Spiega Bruno Lussato, esperto di penne stilo e professore al Conservatoire National des Arts et Metiers de Paris e presidente dell'Institut des Arts de l'Ecriture: "La penna stilografica ha conosciuto vicende storiche, rappresentazioni artistiche, soluzioni estetiche, tecniche, formali, commerciali, lotte per il mercato". Lussato è anche l'ideatore e il curatore di una delle maggiori collezioni al mondo, ospitata in passato al Museo internazionale della stilografica Armando Simoni, all'interno del Centre Culturel des Capucins a Montfort-l'Amaury. Italiani e francesi uniti dunque per "dar voce" a collezioni di penne che raccontano le epoche. A differenza di altri tipi di collezioni, quelle delle stilografiche hanno vita breve, ma intensissima per tipi di materiali usati e innovazione tecnologica. "Le invenzioni decisive che consentirono all'umanità il passaggio dalla cannuccia alla penna stilografica - spiega Jean-Pierre Guéno nell'introduzione del volume "Le stilografiche da collezione", con contributo dello stesso Lussato - sono state concepite tra il 1880 e il 1918. Perciò la storia della penna stilografica è agli inizi una favolosa avventura tecnologica, che è durata più di trent'anni e ha avuto sostanzialmente tre alfieri: Gorge Parker, Walter Sheaffer e Lewis Edson Waterman".
I collezionisti hanno nei loro "sogni di possedimenti" alcuni pezzi fondamentali che sono "tappe" della storia delle penne stilo di fine '800: la Siphoide, antenata della stilo inventata nel 1864 dal francese Jean-Benoit Mallat, la prima vera stilo, di Waterman del 1884, con il primo condotto affidabile di alimentazione (Waterman la inventò dopo aver pasticciato un contratto di affari con la sua stilo "antiquata": l'affare andò in fumo ma l'americano 45enne diede vita a un brevetto che cambiò le sorti delle penne…), la Parker Lucy Curve del 1894 con canale di alimentazione di sicurezza, la Crescent Filler di Conklin, del 1897 (prima stilo con ricaricamento automatico), la Jointless Pen di Parker. Il nuovo secolo si apre sotto la stella Waterman, con la Safety Pen (1906) stilo a pennino rientrante e a meccanismo a spirale, mentre nel 1905 aveva lanciato sul mercato la Ideal Fountain Pen, uno dei primi modelli di grande successo, pezzo ambitissimo dai collezionisti. Nel 1908 Sheaffer inventa la levetta, brevettando in pratica il sistema di caricamento automatico dell'inchiostro. Del 1912 è il modello Parker "Jack Knife Safety Pen" con cappuccio di sicurezza ermetico, del '14 la Trench Pen legata alla "guerra": si tratta di una stilo ad hoc per i soldati, con pastiglie di inchiostro solubili in acqua. Garanzia a vita e grandi dimensioni sono le caratteristiche della "Lifetime" del 1920, ad opera di Sheaffer che rinnova il design, mentre Parker pensa al colore con la nuova Duofold del 1921 che diventa presto un mito: il rosso e l'arancio spopolano e prende il via la moda del colore (pezzo indispensabile per gli appassionati). Un altro status-symbol è del 1923: Parker inventa i modelli Ripple, in ebanite con striature. Poi inizia l'epoca della celluloide (più pratica dell'ebanite, soprattutto perché permette di usare una gamma di colori infinita e perché non si rovina), con la Lifetime Jade Green di Sheaffer. Tra il 1926 e il 1931 ci sono la Duofold Senior (quella in giallo mandarino è rarissima perché all'epoca ebbe poco successo), la Patrician di Parker, la Gold Seal di Wahl con 14 pennini intercambiabili, la Balance di Sheaffer con forma affusolata tipo aereo, la Nozac di Conklin senza serbatoio, la Doric di Wahl con 12 sfacettature. Un'italiana del 1932 la riprende: Omas mette sul mercato la Extra, mentre nel 1936 lancia Lucens, stilo trasparante. Gli anni '40 sono all'insegna della Parker 51, dall'anniversario della casa americana: è la stilo più caratteristica di tutti i tempi, influenzata nel design dalla Bauhaus. Nel dopoguerra ecco la cartuccia in plastica: si consolidano marche come la Parker e la Montblanc, altre decadono come la mitica Waterman negli Usa (ma resta in Francia e ha nuova vita). Tra le stilo degli anni '60 e '80 da segnalare la Pfm, pen for men, stilo per uomo, la Capless con pennino rientrante, la T1 di Parker in titanio. Spiegano gli addetti ai lavori: "Gli intenditori scelgono le penne a ricaricamento con stantuffo, chi è pratico le cartucce". Passando agli anni '90, da menzionare Mario Bellini che ha progettato la Lamy Persona, Emmanuel Zurini con la Pygmalion, Sottsass che ha disegnato per la Omas il modello Tokio. Ma un rapido excursus, certo, non è il diktat di una collezione, che può comprendere marche maggiori e minori di produttori di penne, da Aurora a Dupont a Pelikan. Chi ha intrapreso o vuole intraprendere l'arte di collezionare penne stilo deve fare attenzione ad alcune regole. Innanzitutto il valore sta nelle buone condizioni della penna: valgono meno le penne non funzionanti o scolorite. Importante è controllare che i cappucci siano originali, così come lo stato di conservazione dei pennini. "Una stilo - precisa Guéno - è fragile quasi quanto un manoscritto: teme la luce, il calore eccessivo e l'aggressività dell'inchiostro. Per la sua stessa natura è un oggetto che serve e che quindi si usa molto, e al quale ci si lega".
Ad eccezione dei pezzi rarissimi e delle edizioni limitate (che sono infinite: ogni marca propone le sue a seconda di ricorrenze, o facendo riferimento a anniversari di personaggi famosi o a serie specifiche, legate agli animali piuttosto che agli aerei piuttosto che alle stagioni), una stilo d'epoca può raggiungere i 500-800 euro. "Ma alcune stilografiche, prodotte in questi anni, sono talmente preziose e di valore dal potere essere definite "fuori di testa" - si legge nella rivista "Penna" dell'ottobre 2003 - Esse sono suddivisibili in tre grandi aree, che fanno riferimento: all'utilizzo dei materiali preziosi, alle tecniche d'esecuzione e alla ricerca di nuovi materiali". Rientra ad esempio in questa "specie" la Stilografica Harlequin di Conway Stewart con smalti e cesellature realizzate da orafi inglesi. Ci sono 50 pezzi e il prezzo di listino è di 18.000 euro.
Infine, uno sguardo tutto varesino, con due case… e una curiosità. Nel 1909 viene fondata l'Ancora da Giuseppe Zanini, a Sesto Calende, sul lago Maggiore, mentre nel 1920 nasce la Ferrari a Varese. Di quest'ultima marca i collezionisti apprezzano la Etra, placcata in argento o in oro a seconda delle versioni. E sempre in terra nostrana, ecco le penne stilografiche "Balilla" destinate in epoca fascista ai più piccoli. Prodotte da Davide Ceriani a Sesto Calende, accanto alla ditta Ancora, sono penne di buona fattura ma piuttosto rare anche perché molti esemplari dopo la guerra furono distrutti.
Come si può notare, catalogare le collezioni è impresa ardua. Amare una penna stilo, però è facile: basta impugnarla e iniziare a scrivere. Il colpo di fulmine è assicurato.

Il mondo delle penne passa da Saronno
Il mondo delle penne è ben rappresentato in provincia di Varese. La Mondial Lus Spa di Saronno, nasce nel 1931 costruendo pennini e puntine da disegno e nel corso degli anni si amplia toccando nuovi campi, con la fabbricazione prima di penne a sfera e poi di penne a punta fibra. In produzione, anche penne stilografiche: si va da una penna stilografica a cartuccia con pennino iridio alla stilo sfera che si carica con una normale cartuccia di stilografica, e scrive con una sfera di ceramica di diametro 0,5 mm. La penna può contenere due cartucce una inserita e l'altra di scorta.
Tutti i prodotti sono all'insegna del rapporto qualità-prezzo in modo da offrire ai consumatori una tecnica elevata senza "colpire" troppo il portafoglio.

02/19/2004

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