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Il Natale: paese che vai, regalo che trovi

E' dal tempo dei Romani che, a cavallo del nuovo anno, ci si scambia un dono, quale augurio di prosperità e abbondanza.

Da sempre, i regali sono parte integrante della festività natalizia, così come - con l'andar del tempo - le luminarie, gli addobbi, i bigliettini d'auguri, le offerte rituali, le candele colorate, i cibi appositamente preparati, i canti, i costumi, gli spettacoli, le leggende e le cerimonie.
La consuetudine dello scambio dei doni sembra possa farsi risalire ad un antico costume romano, quello delle "strenne", cioè dei rami d'albero consacrati che la gente si scambiava, come augurio di prosperità e d'abbondanza, alle "calende" di gennaio.
Leggenda vuole che ad inaugurare tale uso sia stato
Tito Tazio (il re dei Sabini coinvolto, suo malgrado, nel celeberrimo "ratto"), chiedendo ai propri sudditi, ogni inizio d'anno, un ramoscello d'alloro o d'ulivo colto nel sacro bosco della dea "Strenia", da cui, ovviamente, il nome "strenna".
Lo scambio dei doni è divenuto oggi abituale e addirittura rituale nel tempo che precede il Natale ed avviene in segno d'amicizia, di fratellanza, d'augurio ed anche come pegno d'affidabilità e di stretta intimità.

Nelle diverse aree europee i doni arrivano in giorni differenti, portati dai più vari personaggi, alcuni d'origine più antica, altri di moderna estrazione. In Germania, tradizionalmente, sono consegnati da Kriss Kringle, il Cristo bambino, rappresentato da un figura d'angelo. Anche San Nicola visita le case durante la prima settimana d'Avvento.
In Olanda, ogni sera, dall'Avvento al 26 dicembre, i contadini suonano i loro grandi corni ricurvi annunciando l'arrivo del Natale. Il giorno più atteso è, però, il 5 dicembre, vigilia dell'arrivo di Sinter Klass, nome olandese di San Nicola.
Questi, patrono della città di Amsterdam, è riverito anche in Austria, Belgio, Germania e Svizzera.
In Francia, nota caratterizzante della tradizione natalizia è quella dei "santons", inaugurata nel 1803, a Marsiglia, da un certo Jean Louis Lagnell, che, in occasione della prima fiera dei "santini", aggiunse alle figure tradizionali del presepe personaggi provenzali dell'epoca.
In Scozia, si celebrano specialmente l'ultimo giorno dell'anno e il primo di quello nuovo. In queste quarantotto ore porta sfortuna incontrare le donne, le persone con i piedi piatti e chiunque sia zoppo o strabico.
In Irlanda, la vigilia di Natale, dopo il tramonto, i capi famiglia collocano una grossa candela sul davanzale della finestra più grande della casa e la lasciano bruciare per tutta la notte, nella previsione che qualcuno, come Giuseppe e Maria, vaghi in cerca d'alloggio.
Nei Paesi scandinavi faceva parte di antichi culti pressoché scomparsi un mitico albero. Attorno ad esso, le tribù usavano danzare durante le feste.
In Portogallo, troviamo l'uso del "ceppo" natalizio, ovvero il fuoco del pranzo (fogueira da consoada), al quale sono legate tradizioni e superstizioni: i portoghesi sono soliti lasciare la tavola apparecchiata dopo aver consumato il pranzo di Natale così da dare il benvenuto alle anime dei morti.
In Polonia, i doni arrivano con la "Stella Madre", mentre in Ungheria sono recati direttamente dagli angeli.
In Russia, è Kolyada o Babuschka, una fanciulla tutta vestita di bianco che arriva su una slitta, a recare i doni della natura.
Nella vicina Svizzera lo scambio avviene secondo una scadenza precisa, affermatasi sul modello tedesco-olandese nel giorno dedicato a Sanicklaus-Baümli.

In Italia, come tutti sappiamo, il Natale è ritualizzato attraverso pratiche religiose e manifestazioni popolari.
Più che altrove, qui è la festa della famiglia, che per l'occasione si riunisce.
Per tradizione, i regali sono perlopiù portati da Gesù Bambino, sebbene in certe zone, come a Brescia, Mantova e Cremona, per diversa consuetudine, siano recati da Santa Lucia il 13 dicembre. Nel Lazio e in altre regioni del sud, è la Befana che riempie le calze di regali il 6 gennaio.
E' questa una
tipica figura il cui nome deriva dalla deformazione infantile della parola Epifania.
La notte dell'Epifania è una notte di sortilegi, come la notte delle streghe in altri Paesi.
"Epifania tutte le feste si porta via", così un antico proverbio: infatti, il ciclo delle feste natalizie nell'anno liturgico si conclude proprio qui ed anche quello suggestivo del calendario popolare.

Mauro della Porta Raffo

 

11/06/2000

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