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Un'economia sulla rampa di lancio

Troppi lacci però condizionano ancora le possibilità di sviluppo della nostra industria

L'economia varesina esprime di nuovo fiducia nel futuro: il profilo della crescita è ancora discontinuo, ma emergono segnali di ottimismo che possono far pensare a una più consistente ripresa produttiva.
E' questo l'elemento che caratterizza l'indagine congiunturale relativa al quarto trimestre 1999 condotta dall'Unione Industriali i cui risultati sono stati resi noti dal Presidente Marino Vago durante la conferenza stampa d'inizio anno. "I dati relativi al periodo ottobre-dicembre -si legge nella relazione congiunturale- lasciano intravedere quel miglioramento della dinamica produttiva atteso da lungo tempo. Un miglioramento che però, per il momento, coinvolge ancora in maniera differenziata i quattro principali settori oggetto dell'indagine: metalmeccanico, tessile-abbigliamento, chimico e farmaceutico oltre alla gomma-plastica. In particolare, si è registrato un iniziale affievolimento delle pressioni sul settore tessile-abbigliamento, comparto che da più di un anno subisce gli effetti della crisi".

La produzione, peraltro, non è ancora tornata ai livelli dell'anno precedente. Indicativi a questo riguardo sono i consumi elettrici per uso industriale, che nel periodo settembre-novembre 1999, rispetto al 1998, hanno subito una contrazione di 2,5 punti percentuali in termini grezzi e di 1 punto percentuale del consumo depurato del diverso andamento delle giornate lavorative.
Permangono poi degli indicatori che consigliano cautela nell'interpretazione del quadro congiunturale e mitigano il miglioramento verificatosi nel clima di fiducia degli imprenditori.
Passando infatti al fronte occupazionale si registra un aumento sensibile delle ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria. Nel settore industriale esse sono state pari a 1.655.977 nel quarto trimestre 1999 contro le 592.034 del trimestre precedente. La situazione appare migliore relativamente alla cassa integrazione straordinaria: per quanto il dato del quarto trimestre 1999 evidenzi 131.677 ore autorizzate, contro le 52.637 del trimestre estivo, tuttavia a livello annuale il monte ore si è attestato a 456.798, ossia circa 1/3 di quello del 1998 (1.496.142 ore).
In ogni caso, fra le 1.400 imprese aderenti all'Unione, per un totale di 70.000 addetti, sono in aumento quelle che nel quarto trimestre '99 hanno realizzato incrementi produttivi (più del 40% di quelle interpellate), mentre, per la prima volta nel corso dell'anno, appare in riduzione la percentuale di quelle che hanno registrato ulteriori diminuzioni della produzione.
Le aspettative per i primi mesi del 2000 indicano un possibile consolidamento dei livelli raggiunti: prevale un'attesa di stabilizzazione a cui si affianca una discreta quota di coloro che vedono spazi per ulteriori miglioramenti. Un incremento si registra anche in termini di dinamica degli ordinativi, sia totali, sia dall'estero.
"Ci troviamo di nuovo nelle condizioni di essere potenzialmente vicini alla ripresa -ha aggiunto il Presidente Vago durante la conferenza stampa- E' arrivato però il momento per porre mano alle numerose questioni irrisolte di questo Paese che ne condizionano le possibilità di crescita". E così Malpensa 2000 non può essere destinato a ridursi al "classico caso in cui vogliamo farci male con le nostre mani. Nel nuovo aeroporto l'Italia ha investito ingenti risorse. Abbiamo il dovere di sfruttare al meglio le potenzialità dello scalo. E' indubbio che Milano debba avere il suo city-airport, ma la gestione del problema deve essere lasciata alla Sea evitando pasticci politici che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo del sistema aeroportuale lombardo".
"La privatizzazione delle municipalizzate è un'altra occasione di crescita delle aziende, in questo caso quelle che operano nel settore delle utilities, che si rischia di perdere -ha precisato il Direttore Antonio Colombo- In provincia di Varese, purtroppo, finora si sono fatte soltanto operazioni di facciata, che non hanno permesso una vera apertura del mercato con i conseguenti benefici per gli utenti".

Una sottolineatura, infine, sul problema referendum. "Condividiamo gli obiettivi di quelli legati al mercato di lavoro - hanno detto all'unisono Vago e Colombo. Ma condividere gli obiettivi non significa appoggiare il metodo referendario: meglio sarebbe stato utilizzare la strada legislativa per giungere alle riforme necessarie".

03/06/2000

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