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Noi giovani cosa ci stiamo a fare

I giovani imprenditori varesini a confronto con il "fare impresa" oggi e domani, nel contesto in cui operano e all'interno del Sistema Confindustria.

Nella foto: da sinistra Giovanni Brugnoli, Pierfranco Pellizzetti, Anna Maria Artoni, Alberto Ribolla e Marino Vago
Guardarsi dentro per conoscersi e per conoscere la propria realtà di gruppo e, grazie a questa "autoanalisi", comprendere come crescere, mettendo a frutto le caratteristiche e le peculiarità dei singoli componenti del Gruppo.
E' il filo conduttore dell'Assemblea Generale del Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriali, che si è svolta giorni fa al Centro Congressi Ville Ponti di Varese.
Ad animare la tavola rotonda, assieme al presidente del Gruppo Giovani Imprenditori varesino Giovanni Brugnoli, il presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Anna Maria Artoni, il presidente dell'Unione Industriali Alberto Ribolla ed il vice presidente designato di Confindustria, Marino Vago. Moderatore il professor Pierfranco Pellizzetti, il curatore di un'indagine tra i componenti del Gruppo Giovani finalizzata a definirne la vision e la mission, un modo per interrogarsi sulle problematiche connesse alla situazione attuale dell'imprenditoria, uno spunto per provare a tracciare le linee su cui il Movimento dei Giovani Imprenditori si dovrà muovere per favorire la crescita e lo sviluppo della capacità di fare imprese. Un vero e proprio check up del Gruppo che ha portato a mettere a fuoco il significato di essere "giovane imprenditore" oggi, nella realtà quotidiana, sia sul territorio di appartenenza, sia all'interno del sistema associato che fa capo a Confindustria. La ricerca è stata realizzata grazie alle risposte ad un breve questionario sottoposto ai partecipanti nel corso di un seminario, svoltosi in aprile, che ha evidenziato gli orientamenti individuali nei confronti della partecipazione alla vita del Gruppo. In particolare, il "test" ha avuto un duplice obiettivo: quello di valorizzare e, di conseguenza motivare, le singole risorse e quello di definire un programma di attività condiviso tra tutti i componenti del Gruppo.
Diversi i profili, le "anime" che, secondo il check up costituiscono il Gruppo dei Giovani Imprenditori varesino. Dall'analisi sono emerse figure più "impegnate", che vivono l'associazione come "lavoro", perché credono nel valore dell'impresa quale fondamento della società, e componenti più "amicali", che fanno parte del Gruppo perché ribadiscono nei fatti che la partecipazione e lo spirito associativo rispondono a irrinunciabili bisogni di identità. Associazione per consapevolezza, associazione per allargamento delle relazioni personali o associazione per crescere: motivi tutti diversi che portano i giovani a frequentare il Gruppo, che portano a momenti importanti di riflessione sociale.
Anime diverse tra loro, ma tutte ugualmente utili a contribuire alla crescita del Gruppo, ingredienti diversi, mixati in dosi giuste, per un risultato ritenuto apprezzabile. Pur nella consapevolezza che tutto è sempre migliorabile.

05/06/2004

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