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TARIFFE POSTALI: PLURALISMO IN PERICOLO

Un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri sulle esclusioni dalle tariffe postali agevolate mette in pericolo la stampa della società civile, l'editoria specializzata e i piccoli e medi editori.

Il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 294 del 2002 e le successive interpretazioni di Poste Italiane, che hanno ristretto il numero dei destinatari delle agevolazioni postali, mettono a grave rischio la sopravvivenza di centinaia di testate dell'editoria media e minore, della stampa di informazione sociale e dell'editoria specializzata. Le agevolazioni postali, applicate da tempo immemorabile, hanno consentito in particolare ai piccoli e medi editori di distribuire le testate a prezzi sopportabili e di trovare una concreta alternativa al canale delle edicole. Soprattutto, hanno consentito di diffondere alle medesime condizioni le testate pubblicate dalle varie componenti della società civile, tra cui le organizzazioni imprenditoriali e sindacali, i partiti politici, gli organi di informazione degli enti locali, delle camere di commercio e altri ancora. Anche le due pubblicazioni periodiche dell'Unione degli Industriali della Provincia di Varese - il Notiziario informativo settimanale e questo stesso Varesefocus - restano esclusi dalle agevolazioni postali e la loro spedizione subisce, d'improvviso, aumenti che, secondo le tipologie di pubblicazione, vanno dal 60 al 180 per cento. Il decreto in questione esclude dalle agevolazioni postali proprio la stampa che avrebbe più bisogno di essere sostenuta dall'intervento pubblico, rischiando di decimare un settore che ha sempre garantito il pluralismo in Italia, assolvendo ad una fondamentale funzione informativa. Naturalmente, queste esclusioni toccano la stampa debole, mentre i grandi giornali conservano le agevolazioni, pur incidendo nel bilancio dello Stato in misura assai maggiore.
Ecco, quindi, che le esclusioni toccano una grande parte del mondo associativo, i periodici con meno di due numeri alla settimana, periodici che non raggiungono il 60% di abbonamenti a titolo oneroso stipulati direttamente dai destinatari (senza possibilità neanche di sponsorizzazioni) e i periodici degli enti pubblici.
Centinaia e centinaia di testate che saranno costrette a chiudere, a licenziare dipendenti e collaboratori con grave danno anche sotto il profilo occupazionale. La spiegazione fornita dal Governo su un provvedimento tanto grave sta nella necessità di contrazione della spesa pubblica. Sembra evidente a tutti, soprattutto se si considera l'entità modesta del risparmio conseguente al decreto n. 294, che una tale necessità non può giustificare provvedimenti che mettono in pericolo tante testate e tanti editori. Il Governo deve, se veramente vuole essere garante della tutela del pluralismo e della democrazia informativa, abrogare il decreto sulle esclusioni e riammettere tutte le testate alla agevolazioni postali.

03/27/2003

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