Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

Cambio generazionale, una crescita aziendale

Da un convegno del Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriali gli strumenti per trasformare il momento di passaggio in un'occasione di sviluppo per l'impresa.

E' un momento spesso cruciale nella vita di un'azienda, affrontato ogni anno dal 2% delle imprese italiane e, dati alla mano (fonte "Il Sole 24 Ore" del 24/11/1999), il 30% di queste non supera il processo di ricambio generazionale.
Un problema tanto più significativo per il nostro territorio perché quella delle imprese a controllo familiare è una realtà assai diffusa nel Varesotto, dove le entità produttive di piccole e medie dimensioni costituiscono la maggior parte del tessuto economico.
Ecco allora il rilievo di un convegno dedicato, appunto, al tema del ricambio generazionale che - promosso dal Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriali della Provincia di Varese - ha riunito al Centro Congressi "Ville Ponti" esperti che hanno analizzato l'argomento nei suoi aspetti più rilevanti: elementi fiscali, conflitti familiari, donazioni, quotazione in borsa e successioni.

Sul passaggio dell'azienda dal padre al figlio nel nostro Paese grava in modo particolare il peso di una fiscalità assai pesante.
"Alla fine di uno sforzo rilevante come quello di condurre un'impresa - ha sottolineato in apertura Giovanni Brugnoli, vicepresidente del Gruppo Giovani - dopo aver onorato i risultati positivi delle nostre attività aziendali pagando percentuali di tassazione molto cospicue, possiamo contare su di un patrimonio sul quale andremo a pagare un'ulteriore tassa, quella di successione. Un tributo che a fatica copre i costi e gli oneri della propria applicazione".
Un'imposta, oltretutto, mediante la quale lo Stato interferisce in modo pesante su di un rapporto, come quello fra padri e figli, oppure fra coniugi, che dovrebbe aver garantita la massima tutela, anche sotto il profilo patrimoniale.
"Negli ultimi mesi ci si è già mossi da parte del Governo verso un ammorbidimento di tale tributo, che rischia di indebolire seriamente i nostri patrimoni durante il passaggio generazionale - ha continuato Giovanni Brugnoli -. Occorre, peraltro, proseguire sulla strada di una sua graduale abolizione, come sta già avvenendo nella più moderna ed evoluta economia mondiale, quella statunitense".

Nel frattempo, qual è la strada da percorrere così da evitare gli "incubi" fiscali che preoccupano gli imprenditori?
"L'attenzione va posta su scissioni, fusioni, trasformazioni, conferimenti societari e nazionali - ha fatto presente il Professor Walter Zocchi, docente di Scienza delle Finanze all'Università LUISS di Roma, nonché Presidente del Centro Studi "Di padre in figlio" - ma anche su cessione e affitto d'azienda: tutte forme grazie alle quali l'imprenditore può tutelare il proprio patrimonio e facilitare l'inserimento dei figli, dando loro quote paritetiche di patrimonio e reddito".
Per trasformare il passaggio generazionale in un'occasione di crescita aziendale, comunque, anzitutto serve "…affrontare per tempo il problema" ha detto il Professor Zocchi, aggiungendo che "…una corretta riorganizzazione societaria può essere utile. Così, la costituzione di una holding di famiglia o di un trust impedisce che si litighi nella società operativa. Eventuali dissapori saranno discussi, quindi, in un'altra assemblea: quella della holding. Dipendenti, management, fornitori e banche avranno a che fare con un soggetto - l'azienda operativa - che garantisce continuità, indipendentemente dai rapporti tra i soci"
La holding di famiglia permette, inoltre, di non avere intestate ai famigliari le quote della società operativa, con indubbi vantaggi nel caso di successione. Non basta, perché è indispensabile anche una seria preparazione manageriale.
"C'è un attaccamento all'impresa di famiglia - sono parole di Claudio Conti, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriali -, ma non fa parte del diritto divino che il figlio cammini sulle orme del padre.
C'è sempre più l'esigenza di un'adeguata preparazione anche di tipo scolastico: siamo in tanti ormai ad avere conseguito una laurea e aver frequentato dei master di perfezionamento.
Oltre al fatto che quasi sempre, prima d'entrare nell'azienda paterna, facciamo un tirocinio in un'altra impresa. Un'esperienza che aiuta ad affrontare i problemi con il necessario distacco".

03/15/2001

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa