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Come cambia la criminalita'

Entrambi classe 1930, penalisti di fama, Alessandro Usseglio e Lucio Paliaga mettono a confronto, alla luce di un'esperienza di lunga data sul campo, i reati di una volta e quelli attuali.
Alessandro UsseglioAvvocato Usseglio, i crimini sono cambiati rispetto al passato?
"Dal punto di vista dei reati comuni - furti, truffa, reati contro il patrimonio etc. - non c'è stato un cambiamento, anche se si può parlare di un lieve aumento dovuto alla microcriminalità legata a all'immigrazione irregolare.
Basti solo pensare che il carcere di Busto Arsizio ha 2/3 di ospiti stranieri, molti dei quali "disgraziati" corrieri di droga arrivati a Malpensa.
Ma è soprattutto nei reati più gravi che c'è stato un cambiamento: oggi persone "normali" commettono delitti anche per futili motivi. Si tratta di un fenomeno inspiegabile: difficile dirne le cause. Molti reati, tuttavia, dipendono dal fatto che non c'è percezione delle conseguenze dell'assunzione (e dello spaccio) di stupefacenti. Il problema legato alla droga è fondamentale. Bisognerà valutare col tempo se la nuova legislazione che adegua le pene per le droghe leggere e pesanti possa rappresentare un giro di vite.
Tra i reati del passato, invece, ricordo quelli di tipo politico, gli scontri in piazza, un tempo all'ordine del giorno, per sostenere le diverse ideologie".
Lucio PaliagaAvvocato Paliaga, quali sono i problemi dei "tempi moderni"? E quali reati non si riscontrano più?
"La delinquenza minorile è un fenomeno pericolosissimo che, purtroppo, si dà per scontato. Senza dimenticare che sono aumentate le situazioni di rischio.
Manca oggi, infatti, un'educazione dei giovani non soltanto per quanto riguarda le questioni più gravi, come il problema droga, ma anche per le normali regole di cosiddetta buona creanza.
Un altro segno di poca civiltà è poi, a mio parere, l'insensata spettacolarizzazione e pubblicizzazione di arresti e processi.
Ci sono inoltre situazioni molto gravi: è, infatti, in aumento, accanto alla violenza sulle donne e ai delitti di sangue, la pedofilia, un fenomeno che forse si può in parte associare alla larga diffusione di internet, ma che è sicuramente legato alla decadenza dei costumi. Un problema che tocca anche il nostro territorio, anche se non in misura eclatante.
Invece, non ci sono più reati legati all'esportazione valutaria, frequenti in passato.
O il contrabbando così diffuso in altri tempi nelle nostre zone che si ricorda ancora il grido dei contrabbandieri: "Molla, Finanza!".
Per quanto riguarda, invece, il processo penale, avvocato Paliaga, cos'è cambiato?
"Il processo penale è cambiato radicalmente con la riforma del 1988 che ha introdotto procedure tipiche del mondo anglosassone.
A mio avviso, però, questo ha allungato i tempi della giustizia e non è un bene. L'eccessiva farraginosità del nostro sistema, non solo giudiziario, è un grave rischio: di fronte ad una criminalità che progredisce è necessario adeguarsi. Di fronte ad una malavita organizzata a piramide e "dinamica" bisogna essere meno burocratici.
Va comunque detto che c'è stato un miglioramento nella lotta al crimine ma resta sempre un divario.
Un'altra questione è legata all'inadeguatezza dei mezzi rispetto ai problemi: se si pensa che alla Camera penale di Varese abbiamo dovuto richiamare l'attenzione sul problema pratico del costo della stenotipia, ricorrendo all'astensione dal lavoro, si capisce come di fronte alle cose che cambiano non sempre i mezzi cambino in maniera soddisfacente.
E' da queste situazioni di inadeguatezza che deriva la sensazione generale di insicurezza."
Le nuove tecniche investigative, avvocato Usseglio, hanno, invece, introdotto un miglioramento?
"Le nuove scienze rappresentano senz'altro un aiuto e un vantaggio ai fini del processo. Il rischio, però, di un esagerato tecnicismo è la diminuzione delle capacità del singolo, come peraltro accade in altre professioni.
Il pericolo è, infatti, quello, che non ci siano più dei bravi investigatori, dei nuovi Poirot o Sherlock Holmes".

05/05/2006

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