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In due anni da 30 a 26 km/h il tempo di percorrenza media sulle strade del Varesotto

Era il 2002 e avevamo titolato il numero di febbraio di Varesefocus "Varese, una provincia a 30 km/h". Ora l'Irer, l'istituto regionale di ricerca, sostiene che la percorrenza media sulle strade varesine è di 26,3 km/h, già meglio rispetto a quella media lombarda, che sarebbe di 25,1 km/h. Non male, se parlare di primato in questo caso non fosse beffardo. Sta di fatto che, sempre secondo l'Irer, ammonterebbe a 700 milioni di euro all'anno il danno economico causato dal tempo perso nelle code sulle strade e autostrade della Lombardia. Come testimoniano tutti i rappresentanti del mondo economico della nostra provincia.


Vittorio Gandini - Direttore Unione Industriali
E'difficile quantificare, in termini di distretto economico, l'esatto costo dei disservizi legati alle insufficienze presenti nella rete dei trasporti, ma è certo ragionevole immaginare che, nel lungo periodo, essi siano superiori ai costi di realizzazione delle opere pubbliche grazie alle quali quei disservizi potrebbero essere quanto meno ridotti. E' altrettanto intuitivo che tanto peggiori sono le condizioni della rete, tanto maggiori sono le diseconomie che si producono, soprattutto dopo l'affermarsi dei processi produttivi cosiddetti "just in time", che tendono a ridurre al minimo i costi di stoccaggio. E ciò, a maggior ragione, in un'area come la provincia di Varese, che presenta caratteristiche tipicamente distrettuali, dove cioè si svolge un intenso e frequente scambio di beni, quasi sempre semilavorati - dovuto alla fornitura di parti di prodotti e alla esternalizzazione di lavorazioni specializzate - e dove si registra un'intensa mobilità di persone.
Oltre ai costi per le imprese, occorre poi considerare i costi ambientali - l'inquinamento aumenta se il traffico è perennemente congestionato - e quelli sociali, dovuti al peggioramento della qualità della vita: tempo perso, minore disponibilità di tempo libero, stress, ecc.
Gli uni e gli altri compromettono la competitività delle imprese e l'attrattività dell'area, in tutte le espressioni della sua economia, ma anche della vita sociale: la produzione, il commercio, il turismo, la scelta delle scuole e delle università, dei teatri, dei luoghi di spettacolo e di svago.
La provincia di Varese è al centro di un'area economicamente importante, eppure paradossalmente soffre di un isolamento che ne compromette le potenzialità.

Marino Bergamaschi - Direttore Associazione Artigiani
E' stato recentemente calcolato dall'Osservatorio sulle infrastrutture promosso da Assolombarda che la logistica incide fino al 12% sul fatturato dell'industria manifatturiera. Questo dato cresce, naturalmente, quanto più è carente la rete infrastrutturale e può ragionevolmente essere considerato maggiore quanto minori sono i volumi produttivi di un'azienda. Per una piccola e media impresa artigiana è ancora più evidente come l'approvvigionamento di materie prime e la consegna al cliente finale del prodotto finito nel minor tempo possibile incida largamente sulla sua capacità di competere.
Quella delle nostre imprese è quindi una lotta quotidiana contro i ritardi provocati dall'arretratezza della rete infrastrutturale locale ed extraprovinciale. I costi a carico delle imprese si traducono innanzitutto nei tempi persi in code, rallentamenti, congestioni sulla rete stradale e autostradale e nei ritardi nei tempi di consegna dei materiali e dei prodotti. Ci sono interventi al livello di grandi opere (raccordi con Hub Malpensa, Pedemontana, riammodernamento delle linee ferroviarie) che nella nostra provincia devono essere affrontati con urgenza. Per le piccole e medie imprese che vivono ancora in buona parte in dimensione locale e regionale fondamentale per la competizione diventa anche lo sviluppo di piattaforme logistiche integrate per l'autotrasporto ubicate nei punti nevralgici di interscambi modali, ed un Centro di raccolta e distribuzione merci in Varese. Le piattaforme rappresentano uno strumento per accrescere il coordinamento strutturale ed operativo nonché il valore aggiunto di iniziative sul territorio, mentre il Centro diventa il luogo di scambio tra fornitori e produttori in grado, in parte, di aggirare i ritardi provocati dalle carenze della viabilità.

Mauro Ghiringhelli - Direttore Associazione Spedizionieri e Autotrasportatori
Parlare di infrastrutture provinciali per noi autotrasportatori è un vero colpo al cuore. Purtroppo noi sulle strade ci siamo tutti i giorni e viviamo direttamente una situazione che sta diventando sempre più insostenibile. Siamo consapevoli che la congestione sia un problema per tutti gli utenti della strada, ma purtroppo tale situazione si ripercuote, oltre che sull'aumento dell'inquinamento dell'aria ed acustico, su tutte le voci di costo delle nostre aziende: costo del lavoro (a causa del tempo perso), costi di manutenzione e di ammortamento (a causa del maggior esercizio), costi di assicurazione (per le penali causate da ritardi e/o mancati recapiti). La situazione, purtroppo, non migliora neppure se si prendono in considerazione i collegamenti con l'esterno della nostra provincia. A sud i cronici e quotidiani problemi nel raggiungere Milano, a nord la congestione dei valichi alpini, dovuta anche ad una crescita superiore rispetto a quanto stimato e con un punto di saturazione previsto per il 2009.
Tale situazione è ancora più grave se si considera che Varese è la tredicesima provincia italiana per valore esportato e che l'export rappresenta quasi il 40% del PIL provinciale. La conclusione, purtroppo inevitabile ma nel contempo estremamente difficile, è la necessità di nuove infrastrutture, di riorganizzare il sistema dei traffici attraverso le Alpi ed incentivare, soprattutto per le lunghe tratte, modalità di trasporto alternative alla gomma.

Sergio Bellani - Direttore Unione Associazioni Commercianti
La carenza di infrastrutture nella provincia di Varese e nel territorio lombardo più in generale, è un fenomeno che ha più di qualche decennio, anche se, negli ultimi anni, dopo la nascita di Malpensa Duemila, ha assunto proporzioni preoccupanti in merito ai collegamenti con Milano e con i capoluoghi del nord-est della Lombardia che sono tra quelli più implicati nella normale attività commerciale e produttiva.
Questo vuol dire che ogni imprenditore si è progressivamente adattato ai disagi e ai danni causati dalle difficoltà del traffico che si ripercuotono su tutti gli spostamenti dovuti ai rapporti d'affari (vedi soprattutto gli agenti di commercio) ma anche per i rifornimenti che sono copiosi e che di fatto non sono molte volte tempestivi ed efficienti. Una rapida e semplice indagine effettuata pochi mesi fa, ha quantificato complessivamente un danno attorno al 20% dei costi dei servizi che si può tradurre in una riduzione del 3% circa dell'utile lordo stimato mediamente per le nostre imprese.
Se questo fosse un dato estendibile alle migliaia di attività in provincia di Varese, sarebbe decisamente significativo e molto negativo per la nostra economia.

09/23/2004

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