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I disegni di 30 anni

Grandi nomi dell'arte figurativa nazionale a testimoniare trent'anni della nostra storia, in mostra a Palazzo Bandera di Busto Arsizio.

Lucio Fontana, Nudo di schiena, 1956, penna su carta cm 71 x 150Trent'anni di disegno e di riproduzione su carta, raccontati soprattutto dai protagonisti, da Giorgio Morandi a Lucio Fontana, ma anche da presenze "minori" o da opere del tutto inedite. La rassegna "Il disegno nell'Arte Italiana dal 1945 al 1975", allestita a Palazzo Bandera di Busto Arsizio (fino al 30 maggio) per le cure di Angela Madesani, offre numerose e preziose testimonianze di un percorso, ricco di nomi e di esperienze di altissimo livello, che, dalla fine del movimento di Corrente, giunge fino al Concettuale. Sono 160 i disegni presentati, frutto di una lunga e selezionata ricerca - presso musei e istituzioni pubbliche e private - che offre una panoramica ampia e significativa di un aspetto importante, eppure tutto sommato trascurato, del fare arte nel periodo preso in esame. Consentendo, accanto alla presenza di opere di grandi protagonisti come Giorgio Morandi, Felice Casorati, Giuseppe Capogrossi, Lucio Fontana, Lucio Del Pezzo, Alberto Burri, Afro, Osvaldo Licini, Giò e Arnaldo Pomodoro, Enrico Baj, e tanti altri, anche la visione di opere rarissime (come ad esempio Schermo di Fabio Mauri) o di artisti, dall'arte solitaria e originalissima, e solo di recente riscoperti (è il caso di Carol Rama, di cui si sta riparlando da qualche tempo a questa parte, tra le pochissime donne presenti in mostra).
La rassegna, suddivisa per gruppi storici e tematici, e che non si pone considerazioni generiche o generalizzanti, dato, come sottolinea la curatrice, il rapporto di individualità che ciascun artista intrattiene con il disegno, ha un suo momento unificante nel generoso e non facile tentativo di documentare il più possibile uno spazio di oltre trent'anni, che "si presenta denso di personalità, di movimenti, di eventi". Quanto individuale sia il rapporto tra artista e disegno è sottolineato anche dai gruppi tematici rappresentati nella rassegna che consentono (sta qui l'altro interesse della mostra) di intendere il senso attribuitogli da ciascuno: può essere semplice schizzo per l'artista-pittore o vero e proprio momento progettuale per gli artisti scultori (come Melotti, Cappello, i Pomodoro) o ancora momento progettuale e insieme vera e propria opera pregna di valori autonomi (come, ad esempio, in Cioni Carpi e Bruno di Bello).
La mostra non è dunque solo un ( già di per sé) appagante e lungo viaggio nel disegno, da un autore all'altro, ma è anche la rivelazione del diverso modo di ciascuno di intenderlo. Fu, ad esempio, fondamentale momento di ricerca per Morandi, in quanto "esercizio della memoria, ripetizione e differenza", fu quotidiana, indispensabile esercitazione per Casorati, e fu ancora fantasiosa narrazione per Licini. I disegni di quest'ultimo si rivelano, come per Gastone Novelli, quasi come "dei piccoli mondi". Scriveva Novelli: "Un'immagine nasce in qualche luogo di una memoria comune, risultato della somma di una verità caotica ed iniziale, di una necessità immediata e di un cumulo di fatti passati". Fontana trascorreva invece la domenica mattina a disegnare e, da generoso e attento talent scout, era solito sottoporre i giovani artisti alla prova del disegno della mano per valutarne le capacità grafiche spaziali.
Da sottolineare la presenza in mostra di opere della nutrita schiera di artisti dell'Arte Povera: sono Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, Giulio Paolini, Mario Merz, Jannis Kounellis, Pino Pascali, Luciano Fabro, Giovanni Anselmo, Giuseppe Penone, Pier Paolo Calzolari. Schiera tanto nutrita, quanto interessante e ancora in parte da scoprire, così da far dire alla curatrice che forse- ma sarebbe bello fosse accadimento concreto - il disegno nell'Arte Povera meriterebbe una mostra a sé. Merita un cenno, infine, anche la "riscoperta" di Bepi Romagnoni. Disegnatore di classe, dallo stile "drammatico e nervoso" è caduto nel dimenticatoio forse a causa della sua breve vita. Eppure parla un interessante linguaggio "che lo avvicina a certa arte tedesca di Dix, Grosz, Hubbuc". Vogliamo concludere con l'immagine dell'opera "Linea M 19,32". E' il sogno di Manzoni - affidato nel '59 a un tubo di cartone contenente la linea - di tracciare una linea bianca lungo tutto il meridiano di Greenwich. Quel curioso tubo, esposto in mostra - fondamentale per comprendere la concezione dell'arte del suo ideatore - ci appare fondamentale anche nel contesto dell'intera rassegna: Manzoni vi ha visto il disegno infinito, sogno utopia dell'artista, "ove l'arte include, abbraccia l'universo".


Il disegno nell'Arte Italiana
dal 1945 al 1975
da Morandi al Concettuale
Fondazione Bandera per l'Arte - Busto Arsizio
28 marzo - 30 maggio 2004
Orari della mostra: da martedì a domenica
dalle 10.00 - 12.30/15.30 - 19.00.
Ingresso: intero euro 6 - ridotto euro 4
Tel. 0331 322.311

05/06/2004

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