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Il linguaggio fotografico di Steiner

Una rassegna fotografica, organizzata a Lugano dalla Fondazione per la Cultura della Banca del Gottardo, mette in mostra le opere ricche di poesia del grande fotografo Albert Steiner.

Lo sciogliersi della neve al Piz Nair sopra St Moritz Fotostiftung Schweiz, Winterthur Bruno Bischofberger, MeillenS'intitola "Sopra valli e uomini” la raffinata rassegna dedicata dalla Fondazione per la Cultura della Banca del Gottardo ad Albert Steiner (1877-1965) l'illustre fotografo di paesaggi alpini che per 46 anni visse in Engandina ispirandosi ai pittori Giovanni Segantini e Ferdinand Jodler.
Curata da Peter Pfrunder e Beat Stutzer, la rassegna permette di accostarsi (fino al 21 aprile) a un nutrito nucleo di irripetibili immagini, provenienti da collezioni private e pubbliche, realizzate nel periodo più felice di Steiner, quello compreso tra il 1910 e il 1930, quando l'artista, desideroso di svincolarsi da una tecnica dichiaratamente pittorica, si riteneva ormai avviato verso un nuovo linguaggio fotografico. Dove a contare era soprattutto la rappresentazione della realtà nella immediatezza e nella nitida oggettività. In realtà, Steiner si mantenne sempre più vicino alla prima che alla seconda maniera, dimostrando di continuare a intendere la fotografia come vera e propria arte.
L'iniziativa della Banca del Gottardo, supportata dalla collaborazione di altre Fondazioni - tra cui la Fondazione Svizzera per la Fotografia di Winterthur - e dal Museo d'Arte dei Grigioni di Coira, consente agli estimatori dell'opera dello Steiner, già ricordato da alcune mostre negli anni passati e recenti, di apprezzarla ulteriormente, ricostruendo fin dai primi anni di attività il percorso artistico e intellettuale del fotografo di Saint Moritz, grazie anche agli scritti e alla documentazione biografica messi a disposizione dagli eredi e a una monografia edita per l'occasione.
L'abilità della tecnica raggiunta da Steiner nella stampa a contatto - partendo da negativi su vetro trattato ai sali d'argento - gli consentì tra l'altro di mettere assieme un vero e proprio saggio fotografico, contenente la riproduzione delle tante immagini da lui pubblicate su riviste e libri del tempo.
L'opera Schnee Winter Sonne (neve inverno sole, 1930) è considerata il primo vero saggio di fotografia moderna riguardante la Svizzera paragonabile, secondo gli addetti ai lavori, al Die Welt ist Schon (Il mondo è bello, 1928) di Albert Renger-Patzsch, esponente di spicco della Nuova Oggettività
Questo non significa che Steiner rinunci a raccontare della amata montagna - tanto amata da decidere di lavoraci e viverci per sempre con la moglie Helene e i figli - il personale sentimento di una realtà che ha per lui un valore di poesia altissima e universale. La sua maggiore abilità sta proprio nel saper distillare poesia pura anche da immagini in cui prevale l'assolutezza della perfezione tecnica, conciliando tecniche nuove e antiche aspirazioni pittoriche alle quali mai, in realtà, si sottrasse. Tutto questo si riscontra nella limpidezza dei contorni, dei netti contrasti tra zone di luce e ombra, o nella minuta rappresentazione di un ramo, di un fiore, di una vetrata ricoperti di neve e ingranditi - come sotto la lente del microscopio - fino a rivelarne all'occhio umano inimmaginabili ricami d'Artista.
Fiori di ghiaccio sul lago di St. Moritz, Arabeschi sul vetro di una finestra, Brina sulla riva bassa del fiume Inn: la poesia dell'inverno per Steiner sta anche in quei titoli dati alle immagini, da lui stesso stampate su carte particolari, e firmate a mano come fossero quadri, che raccontano il suo congiunto amore per la fotografia e la montagna innevata. E pare di vederlo mentre si inerpica verso i ghiacciai ai quali si avvicina senza timore, lo scricchiolio dei passi sulla neve indurita dal gelo, sotto la sferzata del vento che illumina il viso e arrossa la pelle.
Ma tutte le stagioni sono per Steiner motivo di appassionato lavoro. Nascono così Covoni di fieno nell'Alta Parttigau, Quieto mattino d'autunno al lago di Sils, Giorno d'estate attorno ad un piccolo lago montano, poetiche immagini che certo ricordano molto da vicino l'influenza pittorica di Segantini. Della lezione di Segantini Steiner trattiene anche le atmosfere di composta serenità, le macchie di luce radente, che filtrano nel bosco ingigantendo i tronchi scuri degli alberi.
E lo compensa nel tempo omaggiandolo, ritraendone la casa e il cimitero di Maloja che ne custodisce il corpo. Riprende il perimetro delle mura, inquadrandole dall'alto.
Come piace a lui. Come in quella irripetibile immagine "Sopra valli e uomini”, che solo Steiner può portarsi via. Perché non tutti gli occhi meritano il diritto, che toglie il respiro, di guardare il mondo da lassù.

Albert Steiner”Sopra valli e uomini”
31 gennaio 21 aprile 2007
Galleria Gottardo - Viale Franscini, 12 - Lugano
Orario: Martedì 14.00-17.00 - Mercoledì-sabato11.00-17.00
Chiuso domenica e lunedì - Entrata libera
galleria@gottardo.com

02/23/2007

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