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Anche Philippe Daverio tra le trame di Penelope


La mostra "Le trame di Penelope" è piaciuta molto a Philippe Daverio, consulente in visita alla GAM di Gallarate per dare anticipazioni sulla rassegna, da lui curata "Arte e design. Design è arte", che inaugurerà la nuova sede della stessa nel 2009, ripercorrendo i decenni più importanti per lo sviluppo dell’industria, dell’arte, del design moderno.
L’evento - di cui riparleremo più diffusamente - si inserirà tra due eventi internazionali: il salone internazionale del Mobile di Milano, nell’aprile dello stesso anno, e la Biennale d’Arte Internazionale di Venezia (Giugno -novembre 2009).
Daverio, l’assessore alla cultura Raimondo Fassa, Emma Zanella, giornalisti, curiosi, e operatori dello spazio artistico gallaratese si sono inoltrati con rispetto -babbucce di plastica azzurre ai piedi- affondando tra gli scarti e i pezzi di tessuti colorati di Name Diffusion che riempivano una delle stanze dove si è tenuto l’incontro con la stampa. E dove, chi vuole, può portarsi via un pezzo di tessuto a scelta, purché dia un saggio minimo del proprio contributo creativo alla rassegna in corso, collocandone un frammento su di un pannello.
Il noto consulente d’arte (non sono un critico, dice, di critici ce ne sono già troppi) ha apprezzato la manualità felice della rassegna - in perfetta sintonia con la vocazione territoriale e con la vivace progettualità della Gam - offerta dalle tre Penelopi Enrica Borghi, Alice Cattaneo, e Name Diffusion, associazione artistica e "impresa finzione" da identificarsi con Marion Baruch, fondatrice e anima della stessa.
La mostra, curata da Emma Zanella, appare infatti decisamente improntata alla manualità femminile, al divenire di un fare socializzante dove al lavoro d’avvio delle tre artiste s’aggiunge il divertissement del visitatore coinvolto, se lo desidera, in un nutrito calendario di Workshop, di conferenze, di incontri.
La mano della donna, ma soprattutto il segno di una intelligenza che non mette confini tra il fare dell’addetto ai lavori e quello di chi "desidera provare"- sia bambino, sia adulto, sia frequentatore di hobby "domestici"- chiama verso le stanze aperte del museo. L’arte contemporanea, che incanta i bambini perché sanno leggere la vita nei sogni ma spesso impaurisce i grandi, cerca qui di attrarre tutti, di far innamorare di sé chi varca le sue stanze inondate di colori di stoffe, di cotoni, di carte, di fantasiose file di biancheria appesa, ricavata da materiali riciclati.
Insomma le tre Penelopi sono un po’ anche Circi, o sirene, come nell’Odissea.
I tessuti della Baruch (Accumulazione T), i rifiuti di plastica, i cartoni di tetrapack e gli uncinetti con cui Enrica Borghi costruisce un modello di città ideale (Patchwork City) le figurine di carta e i ritagli di giornale di Alice Cattaneo dedicati ai bambini - che creano un girotondo infinito in un mondo che accosta tra loro vicende e personaggi immaginari - costituiscono una liaison piacevole e socializzante.
Ma, alla fine, l’insieme della rassegna riporta alla domesticità di una realtà locale che con tessuti, raffinatezza sartoriale e di ricamo ha convissuto e ancora convive. S’incontrano in questa mostra della GAM la poesia del mito, il piacere del gioco e la realtà di un mondo produttivo solido - che si spera sempre più interessato a queste sollecitazioni esterne - in un ambito dove per tradizione artigianato e industria continuano ad avere un ruolo fondamentale.
Il tutto appare perfettamente in linea con la storia della GAM che ha sempre creduto alla necessità di occuparsi d’arte cercando il contatto con le trame di un territorio abituato a alimentare la passione di chi ama creare prodotti raffinati, esteticamente appaganti: siano tessuti, ricami, passamanerie o gioielli.

Le trame di Penelope
Enrica Borghi, Alice Cattaneo, Name Diffusion
Opere e workshop
Mostra a cura di Emma Zanella
Fino al 10 febbraio 2008
Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate
Viale Milano, 21
Da martedì a domenica:10.00-12.20/14.30-18.20

01/18/2008

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