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Da Roma a Gallarate da Balla a Morandi

Alcune delle opere dei maggiori artisti del primo novecento provenienti dalla Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, raccolti in sei sezioni della riuscitissima rassegna della Civica Galleria di Gallarate

A. Bocchi, Nel parco 1919Novantaquattro capolavori, tra pitture e sculture, scelti tra i quattrocento della Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, rappresentativi di artisti e movimenti che si sono avvicendati nella capitale nel corso dei primi decenni del Novecento.
A offrire l'evento, che porta nel nostro territorio il meglio delle opere testimonianti la storia della prestigiosa collezione iniziata già nell'Ottocento con l'Esposizione Internazionale del 1883, hanno pensato il Comune e la Civica Galleria di Gallarate. Emma Zanella e la collega Giovanna Bonasegale, direttrice della galleria romana, hanno curato la non facile scelta delle opere da esporre. Ne è uscita una felice rassegna "da BALLA a MORANDI", divisa in sei sezioni- corrispondenti ai più significativi nuclei tematici della collezione permanente della galleria romana- che ha al centro alcune fondamentali opere: da "Il dubbio"( 1907) di Balla, splendido ritratto di Elisa, la moglie dell' artista, rivelatore dello stretto e per lui felice rapporto tra pittura e fotografia, al prezioso "Busto di signora"(1907) di Auguste Rodin, al drammatico "L'angelo rapitore" (1933) di Gino Severini, ispirato dalla morte del figlio dell'artista. E' una mostra in cui prevale la sensibilità delle curatrici, che proprio alla sensualità e al mistero della figura femminile hanno dedicato la seconda sezione della rassegna, intitolata "Attraverso la figura: suggestioni simboliste ed espressioniste", con i dipinti di Lionne, Innocenti e Bocchi e i bronzi di Rutelli e Rodin. Ma particolarmente significante è anche il suggestivo percorso offerto dalla prima sezione, incentrata sul tema della campagna romana rappresentato dal naturalismo del gruppo dei XXV, tra cui spiccano i nomi di Sartorio, Cecconi, Cambellotti. La bella sala dedicata ai luoghi più suggestivi dei dintorni di Roma ripropone su di un'intera parete una pregevolissima serie di opere accostate le une alle altre a guisa di quadreria domestica, così come la moda del tempo imponeva. Ben altra proposta arriva dalla sezione dedicata a "Secondo futurismo e aeropittura", con le magiche prospettive aeree di Dottori, Tato, Benedetta, Depero, Monachesi e Prampolini, Peruzzi, maestri di sperimentalismi prospettici e cromatici, di cui Balla fu capostipite. Ma ad aprire la sezione è la raffinata opera di Virgilio Marchi "Motivo plastico generatore", realizzata nel 1916, significativamente anticipatrice dei temi dei "secondi futuristi". Di notevole interesse anche la due sezioni rispettivamente dedicate ai grandi maestri che hanno segnato l'arte italiana della prima metà del Novecento e ai ritratti. La prima comprende opere di Morbelli, Carrà e De Chirico, Morandi, Colla, Marini e Casorati, Rosai, Balla, Severini e Turcato. La seconda, che abbraccia soprattutto il clima culturale romano degli anni Cinquanta, offre qualche autoritratto (come quello di un giovane, irriconoscibile Guttuso) o ritratti di amici artisti, scrittori, critici: Afro Basadella e Moravia rappresentati dal pennello di Levi, Mariano Fortuny dal bronzo di Gemito, Roberto Longhi dalla pittura di Bartoli.
Tra l'una e l'altra sezione si pone cronologicamente la quinta, dedicata a "Roma tra le due guerre". Il momento è quello delle grandi innovazioni urbanistiche, ma anche delle imponenti demolizioni del fascismo, puntualmente rappresentate dal tonalismo della Scuola romana di Scipione, Ferrazzi, Sironi, Mafai, Afro. La presenza di Afro con "Demolizione" e la intrigante "Natura morta" del 1937, dove è depositato, nel quadro all'interno del quadro, il suo messaggio d'artista, è per la civica galleria orgogliosa, ulteriore sottolineatura di un preesistente legame del pittore nato ad Udine con la città lombarda, essendo Afro già in collezione con un'opera particolarmente cara alla sua istituzione museale e ai gallaratesi. Lo stesso senso di continuità - e qui sta lo scopo primo della mostra - è da ricercarsi tra le opere e le sale delle due gallerie. Nel loro insieme offrono un ricco panorama artistico che dalla fine dell'Ottocento arriva fino all'oggi. La mostra trova infatti il suo naturale approfondimento, come spiegano le curatrici, al piano superiore della civica galleria gallaratese. Figurazione e astrazione dei primi anni Cinquanta aprono il percorso, che procede riservando particolare attenzione alle ricerche concretiste, astrattiste, spazialiste, cinetiche, verbovisuali e concettuali, fino ad arrivare alle ultime di Public art, con le opere acquisite nell'edizione del premio Gallarate 1904.
I testi critici nel curatissimo catalogo (Palombi editore) sono di Giovanna Bonasegale, Emma Zanella, Marina Catalano, Giulia Formenti, Chiara Fabi e Venere Felici. La mostra prevede momenti di approfondimento per adulti e bambini, visite guidate per gruppi, conferenze, laboratori didattici per le scuole.

da BALLA a MORANDI
Capolavori dalla Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma
Civica Galleria d'Arte Moderna
Viale Milano 21, Gallarate
6 marzo-5 giugno 2005
Martedì-domenica 9.00-18.00 - Giovedì 9.00-21.00

E ad Ascona arrivano le ceramiche delle fornaci Romane
Ancora l'arte di Roma e del Lazio. Ma questa volta con la felice stagione della ceramica - dal 1988 al 1939 - di cui furono protagonisti tra gli altri Francesco Randone e Duilio Cambellotti. A proporre il tema della rassegna "Fuoco ad Arte! Artisti e fornaci" curata da Rolando Bellini e Mara Folini è il Museo Comunale d'Arte Moderna di Ascona, che invita a considerare il rapporto tra artisti e piccole industrie fornaciaie del Lazio e di Roma, e simbolismo e movimento teosofico, quello stesso che ha animato e fatto anche la storia di Monte Verità. Così, da un approfondimento della rassegna già presentata nel 2003 a Roma nel Museo di Trastevere, si è pensato di presentare anche ad Ascona il percorso espositivo della più significativa produzione ceramica di Francesco Randone (1864-1935), mistico e teosofo con aspirazioni umanitarie tolstojane e di Dulio Cambellotti (1876-1960) oltre a una panoramica del repertorio decorativo dell'Art Nouveau romana con opere di Torquato Castellani, Alfonso de Carolis, Umber
to Bottazzi, Olga Modigliani. In mostra anche opere delle manifatture più significative quali Falisca Ars di Civita Castellana, Lanni e La Salamandra di Roma, SIPLA.
Museo d'arte Comunale di Ascona
Fino al 29 maggio
Da martedì a sabato 10.00-12.00/15.00-18.00 domenica e festivi 16.00-18.00

03/31/2005

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