La startup che trasforma il sale in energia
Heiwit è la prima realtà in Italia e in Europa ad aver messo a punto una tecnologia avanzata di storage energetico basato su batterie agli ioni di sodio
‘‘Operiamo nel campo delle energie rinnovabili e della storage technology, con un focus particolare sull’utilizzo di batterie agli ioni di sodio. Una tecnologia innovativa, e ancora poco conosciuta, che trasforma il sale in una fonte energetica e che si sostituisce alle tradizionali batterie agli ioni di litio. Oggi, secondo l’ente certificatore Tüv, siamo l’unica realtà in Italia e in Europa specializzata in questo ambito”. È questa l’attività portata avanti dalla Heiwit Spa con sede a Varese e uno stabilimento produttivo a Caronno Pertusella, raccontata dal Ceo e Founder, Alessandro Gallani. Una startup innovativa e ancora giovane, nata nel 2023, che progetta, sviluppa e commercializza batterie agli ioni di sodio per impianti fotovoltaici ad uso industriale e residenziale. “In un primo momento ci siamo dedicati alla parte di sviluppo e progettazione dell’hardware – racconta Gallani –, successivamente siamo sbarcati sul mercato con questa tecnologia dallo spiccato potenziale di crescita”.
Rispetto alle tradizionali batterie al litio, quelle al sodio, “sono più sicure, perché hanno un rischio di incendio più basso, oltre a funzionare a temperature comprese tra i –40 e i +60 gradi – continua il Ceo della startup –. Sono, inoltre, più veloci nella carica”. Se, per esempio, una batteria al litio si carica in un’ora, quella messa a punto da Heiwit, ci impiega la metà, circa mezz’ora. “Ma c’è anche un aspetto legato alla longevità – precisa ancora Alessandro Gallani –. Se una batteria a litio dura circa 4.000 cicli medi, quella agli ioni di sodio arriva a 6.000”. In pratica, invece di sostituirla circa ogni 6 anni, si cambia ogni 10-15 anni. Per quanto riguardo l’utilizzo e il funzionamento, il criterio è lo stesso per entrambe le tipologie di batterie. Heiwit, fin dagli arbori, ha scelto di implementare nel proprio processo produttivo, l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. “Un primo approccio con l’AI ha riguardato la fase iniziale, quella di progettazione della batteria agli ioni di sodio – spiega il Ceo della startup varesina –. Questo ci ha permesso di ridurre notevolmente i tempi di produzione”. La fase di prototipazione e quella di testing in laboratorio sono state sostituite dall’utilizzo dei software al pc.
Ma questa non è la sola applicazione in ambito AI: “Fin da subito ci siamo affidati all’Intelligenza Artificiale per tutti gli aspetti legati al marketing e per la raccolta e fruizione dei dati dei clienti e dell’attività giornaliera”, informa ancora Gallani. Sul sito internet di Heiwit è presente una chatbot che risponde alle domande degli utenti in tempi brevi e su diverse tematiche. Inoltre, la possibilità di usare l’AI per razionalizzare l’enorme mole di dati a disposizione della startup varesina ha permesso di ottenere informazioni pertinenti. “Abbiamo anche integrato l’Intelligenza Artificiale nei nostri sistemi gestionali in azienda, con diversi riscontri positivi soprattutto lato clienti, perché siamo riusciti ad intercettare, soprattutto sul territorio, possibili fruitori di questa tecnologia”, tiene a precisare ancora il founder Gallani. Oggi, l’AI, sta aiutando la startup innovativa nella creazione di nuovi e molteplici prototipi.
Le batterie di Heiwit sono realizzate per offrire un’alternativa green, facilmente reperibile e più economica rispetto alle tradizionali batterie a litio. “Utilizziamo un materiale abbondante e a basso costo – continua il Ceo –. Questa tecnologia permette una maggiore efficienza nella gestione dell’energia, supportando la transizione verso un futuro energetico più verde e indipendente”.
Il know-how è interno all’azienda. E la sfida di formare personale ibrido, composto sia da ingegneri, sia da analisti non è stata banale. “Abbiamo dovuto intrecciare il lavoro del reparto progettuale e quello di analisi e far utilizzare ai nostri tecnici gli stessi strumenti”, specifica il fondatore di Heiwit.
La realtà varesina si sta aprendo sempre di più ad un mercato che, ad oggi, è a totale appannaggio del litio, con risultati soddisfacenti: “Stiamo lavorando alla produzione di batterie da 10 Kilowattora per uso residenziale e industriale e, contemporaneamente, stiamo costruendo una rete di circa 100 istallatori sul territorio per penetrare sempre di più questo mercato in espansione”. Le previsioni, quest’anno, sono quelle di installare 350 kit, composti dalla batteria e dall’hardware che la fa funzionare. Nel 2026, però, questi numeri sono in procinto di decollare: “L’idea è quella di arrivare all’installazione di 3.000 kit, con il raggiungimento di un fatturato superiore ai 10 milioni di euro”. Anche in termini di investimenti, per lo stabilimento di Caronno Pertusella, l’azienda sta puntando in alto: “Abbiamo investito circa 1, 5 milioni di euro tra assunzione di personale qualificato, sviluppo e progettazione”, conclude Alessandro Gallani.
Per saperne di più
- Come l’Intelligenza Artificiale sta trasformando l’industria
- Le traiettorie di sviluppo dell’AI nella manifattura
- Anche #Varese2050 guarda all’AI
- Quanto investono le imprese varesine in AI
- Non solo AI, tutti gli altri investimenti delle imprese
- La via europea per l’Intelligenza Artificiale
- L’AI è una filiera industriale