Il gioco di carte che forma i manager 5.0
Conoscenze e competenze verticali sempre più specialistiche, capacità di coordinamento, relazionali e di interpretazione del contesto molto sviluppate, ma sempre meno tempo a disposizion
Conoscenze e competenze verticali sempre più specialistiche, capacità di coordinamento, relazionali e di interpretazione del contesto molto sviluppate, ma sempre meno tempo a disposizione per formarsi. Sono questi gli orizzonti del manager 5.0.
Si chiama “A game for immersive Learning” il nuovo strumento di formazione digitale sui fronti del Lean Management e dell’Industry 4.0, sviluppato dalla LIUC Business School nell’ambito di un progetto di ricerca di Fondirigenti, con il contributo di Federmanager Varese e Confindustria Varese
Da un lato, c’è un work-life balance sempre più complicato da organizzare. Dall’altro ci sono processi, prodotti, mercati e scenari competitivi in continua evoluzione che, per essere gestiti, richiedono un aggiornamento costante e veloce delle competenze tecniche e manageriali. È a questo trade-off, tra l’esigenza crescente che hanno i manager di trovare nuove forme di formazione professionale in un mondo che cambia a grande velocità e scarsità della risorsa tempo, che cerca di porre rimedio “A game for immersive learning”: il nuovo strumento sviluppato dalla LIUC Business School nell’ambito di un progetto di ricerca di Fondirigenti, con il contributo di Federmanager Varese e Confindustria Varese.
“Grazie al dialogo con i nostri principali interlocutori, imprenditori, dirigenti e addetti ai lavori, cerchiamo di promuovere sul territorio la cultura manageriale – spiega Massimo Sabatini, Direttore Generale di Fondirigenti –. Si tratta di iniziative strategiche attraverso cui cerchiamo di capire meglio i fenomeni emergenti e interessanti per la cultura manageriale; di modellizzare le competenze e i comportamenti che permettono di affrontare un problema; di sperimentare e replicare le soluzioni trovate a beneficio di tutte le altre imprese; di diffondere i risultati. Dall’indagine condotta per capire le percezioni che hanno gli stakeholder e i dirigenti delle imprese sulle diverse tematiche odierne, è emerso che il tema considerato come primo fronte di interesse per il futuro manageriale è quello della digitalizzazione, mentre il principale ostacolo alla fruizione dell’attività formativa è risultato il tempo. E poi c’è una forte diffidenza: spesso i dirigenti hanno la percezione di una non completa soddisfazione rispetti ai contenuti erogati. Ecco come abbiamo capito che è molto importante la complementarità dello strumento formativo, dove una parte digitale si affianca a una in presenza e più esperienziale”.
Da qui la creazione di un tool sulla Lean Management e sull’Industry 4.0, accessibile online anche da mobile per la formazione executive di imprenditori, manager e professionisti, basata sul principio della gamification e che segue una logica di sviluppo fondata sul micro-learning: brevi stimoli quotidiani in formato di carte da gioco interattive che integrano la sfera cognitiva con quella comportamentale. Il tutto per un autoapprendimento immersivo, ma anche un’autodiagnosi. Sì, perché ogni carta digitale, propone una domanda a risposta multipla a cui segue un’autovalutazione. È così che l’algoritmo impara i punti deboli dell’utilizzatore per riproporgli i contenuti da rafforzare.
Un tool basato sulla gamification e sul micro-learning per rispondere alle esigenze formative dei manager di oggi. Tra queste, la flessibilità di un aggiornamento sempre più rapido in un contesto di mercati e processi in forte evoluzione
“Il fine ultimo e più ambizioso – precisa Raffaele Secchi, Full Professor Operations & Supply Chain Management della LIUC – Università Cattaneo – è quello di promuovere la formazione delle cosiddette organizzazioni e persone ambidestre, cioè quelle che sanno lavorare non solo in modo efficiente sulle risorse esistenti attraverso dei processi noti, ma capaci anche di combinare in altri modi le risorse a disposizione per creare nuove opportunità ed essere stimolati a ripensare sempre più alla propria attività quotidiana”.
Come sottolinea Andrea Venegoni, associate dean research & applications for business della LIUC Business School, “lo strumento risponde alle esigenze formative del manager di oggi. Tra queste, innanzitutto, la flessibilità nella fruizione dei contenuti. Non a caso il tool si basa sulla gamification. Un metodo che, da un lato, aumenta il coinvolgimento, e dall’altro, va a diminuire quella percezione di peso e fatica che si avverte nel partecipare ad un tradizionale percorso formativo. Ecco perché risulta utile anche la frammentazione dei contenuti in piccole porzioni, che permette al manager di fruire delle carte quando ha tempo. Inoltre, il micro-learning prevede che non sia solo il partecipante ad accedere alla piattaforma ma anche lo stesso tool a inviare delle notifiche al professionista affinché venga stimolato a fruire del servizio. È qui che si concretizza l’integrazione tra lo strumento formativo e la routine lavorativa”.
Il gioco si basa su brevi stimoli quotidiani in formato di carte interattive con una domanda a risposta multipla a cui segue un’autovalutazione. È così che l’algoritmo impara i punti deboli del manager per riproporgli i contenuti da rafforzare
Al centro dello sviluppo del game, le necessità degli imprenditori e dei manager del territorio. Lo racconta così Monica Giani, associate dean management training programs della LIUC Business School: “È da realtà e associazioni datoriali come Fondirigenti, Confindustria Varese e Federmanager Varese che è partita la richiesta di sviluppare questo nuovo strumento. Sono loro che hanno raccolto i fabbisogni dei manager della provincia di Varese, tra cui la necessità di una formazione, da un lato, sempre più veloce e, dall’altro, in grado di sviluppare competenze sempre più verticali e specialistiche, ma anche delle cosiddette soft skills. Il tutto per un manager 5.0 a tutto tondo”.
Il nuovo gioco di digital learning sviluppato dalla LIUC Business School è dunque il frutto di un approccio alla formazione necessariamente differente in un mondo del lavoro che, come precisa Gianni Brugnoli, Vicepresidente per il Capitale Umano di Confindustria, “sta cambiando in maniera repentina. È necessario adattarsi alla necessità della lifelong learning (la formazione continua, ndr) con strumenti innovativi e fruibili in modo semplice perché più facile è l’erogazione della formazione, più riusciamo ad avere una massa critica che continua a formarsi. E più abbiamo cittadini, manager, imprenditori formati, più avremo un Paese fatto di persone capaci di fare scelte migliori”.
D’accordo con il Vicepresidente di Confindustria, Brugnoli, il Presidente di Federmanager Varese, Laura Aspesi: “È vero che non c’è tempo. Ecco perché è importante approfittare di occasioni di formazione come queste. Per un manager avere la possibilità di accedere ad una formazione è un’occasione di autotutela e di crescita. Per noi più grandi e con maggiori anni di esperienza, magari, si tratta di strumenti difficili da concepire, modalità di formazione inconsuete e fuori dalle righe ma certamente arricchenti e dunque da far capire e da diffondere”.
“L’approccio del micro-learning prevede che non sia solo il partecipante ad accedere alla piattaforma ma anche lo stesso tool a inviare delle notifiche al professionista affinché venga stimolato a fruire del servizio. È qui che si concretizza l’integrazione tra lo strumento formativo e la routine lavorativa”
Tra gli imprenditori coinvolti nel progetto, Michela Conterno, Ceo di LATI Industria Termoplastici Spa, tra i soci fondatori di LIUC – Università Cattaneo: “La nostra Università deve essere innovativa, seguire e anticipare le tendenze formative. La LIUC è nata per volere di Confindustria Varese per rispondere alle esigenze del territorio, ma non solo per mettere a disposizione delle imprese le brillanti giovani menti neolaureate, bensì anche per continuare a formare coloro che già lavorano in azienda. È per questo che ho coinvolto i manager della mia impresa sulla sperimentazione del tool. Quello che ho compreso è che c’è una certa diffidenza. La formazione dopo il periodo Covid è fortemente cambiata, il digitale ha preso il sopravvento, cerchiamo tutti contenuti immediati e fruibili velocemente. Ecco perché abbiamo apprezzato la brevità, la quotidianità e l’interattività dello strumento. Il fatto che le carte da gioco possano essere gestite in pochi minuti si concilia con qualsiasi giornata lavorativa, favorisce la gradualità, la progressività e la memoria. E poi alcune ti sfidano letteralmente. Una, per esempio, mi ha spinta a gestire meglio l’agenda eliminando almeno un’attività di troppo nella settimana”.
Come spiega Alberto Clocchiatti, digital services development manager di Leonardo, “dietro al tool c’è la voglia di imparare e la disponibilità al cambiamento. Non c’è più un professore che spiega dei concetti ma una persona disponibile a mettersi in gioco. Queste sono le caratteristiche più importanti per continuare a imparare”.
Un’occasione di formazione che, per dirla con le parole di Roberto Vavala, sales director Latin America di Goglio Spa, “è uno stimolo a migliorare. Non ha un approccio invasivo, ma offre la possibilità di gestire il tempo e la fruizione nel modo migliore per la propria attività professionale. Senza dimenticare l’importanza della ripetitività delle lezioni che porta a riflettere su delle priorità magari sfuggite o da migliorare in azienda”.