Cure palliative in Lombardia: manca il 20-25% delle risorse necessarie
La ricerca della LIUC Business School in merito allo stato di salute del sistema sanitario lombardo
Gli hospice lombardi operano con un tasso di saturazione dell’88,2%, ma ricevono dalla Regione solo circa l’80% delle risorse necessarie con un deficit del 20-25%. Questo significa che il costo di un posto letto si aggira intorno ai 114.914 euro, mentre il rimborso regionale si ferma a 86.653 euro. Nonostante l’eccellenza riconosciuta delle cure palliative lombarde, oggi, meno della metà dei pazienti che ne avrebbero bisogno riceve assistenza, e per periodi troppo brevi (47 giorni di media a domicilio, 17 in hospice). È questo il quadro emerso dalla ricerca della LIUC Business School di Castellanza in merito allo stato di salute del sistema sanitario lombardo durante il primo convegno dell’Osservatorio Cure Palliative. A presentare lo scenario, Antonio Sebastiano, Direttore dell’Osservatorio Cure Palliative della LIUC insieme ai colleghi Roberto Pigni e Umberto Restelli, accompagnati dagli interventi di esperti e rappresentanti del Terzo Settore, tra cui Tania Piccione, presidente di Federazione Cure Palliative, Luca Degani di UNEBA Lombardia (Unione Nazionale Istituzioni E Iniziative Di Assistenza Sociale) e Giampaolo Fortini, presidente di SICP (Società Italiana Cure Palliative).
“Le cure palliative in Lombardia affrontano una crisi economica che mette a rischio la qualità e la continuità dell’assistenza a pazienti inguaribili e, quindi, la loro stessa dignità”: questo l’allarme lanciato da Luca Moroni, Direttore Hospice di Abbiategrasso, Coordinatore Regionale Lombardo di Federazione Cure Palliative e della Commissione Cure Palliative UNEBA Lombardia. “Questa situazione si traduce in bilanci in rosso per la maggior parte degli hospice, soprattutto quelli gestiti dal Terzo Settore, dove il deficit rischia di diventare insostenibile nel medio-lungo termine – spiega il Direttore Moroni – Negli hospice pubblici, invece, il disavanzo grava sui bilanci complessivi delle aziende ospedaliere, costringendo a scelte che penalizzano sia le strutture di cure palliative sia altri servizi. Il sistema di remunerazione attuale, basato su tariffe non indicizzate all’inflazione e contratti annuali con regole mutevoli, genera incertezza e impedisce una programmazione efficace: dal 2016, le tariffe sono aumentate solo del 6,7%, mentre l’inflazione ha raggiunto il 22,4%, erodendo il potere d’acquisto e impoverendo il servizio.” Gli hospice, strutture di piccole dimensioni con elevati standard assistenziali, destinano “il 62% dei costi al personale sanitario, risorsa oggi particolarmente scarsa – conclude Moroni -. La legge nazionale garantisce la gratuità delle cure palliative, ma ciò impone alla Pubblica Amministrazione di assicurare risorse adeguate e in crescita costante, in linea con l’aumento dei costi. Regione Lombardia ha indicato la direzione da seguire, puntando su flessibilità e integrazione con la sanità territoriale, ma è urgente mettere in sicurezza la sostenibilità a lungo termine della rete e riattivare i tavoli tecnici per progettare un futuro solido.”