Ci sono dei momenti storici dove tutto sembra convergere, le ragioni del pubblico con quelle del privato, la responsabilità collettiva con quella dell’individuo. In fatto di sostenibilità la differenza questa volta l’ha fatta la comunità mondiale che di fronte alle evidenze scientifiche emerse dal congresso di Parigi, nel dicembre del 2015, si è assunta la responsabilità del cambiamento climatico. La sostenibilità per l’impresa non è più un semplice optional ma una necessità da soddisfare qui ed ora. E i fattori che spingono in questa direzione sono molteplici: le agende internazionali, il piano di azione sull’economia circolare approvato dall’Unione Europea e la moltiplicazione di azioni di sostenibilità lungo tutta la catena del valore.

In questo processo di cambiamento tutti sono chiamati a dare il loro contributo, a partire dalle imprese che, se vogliono continuare a produrre valore in un contesto completamente mutato, devono innovare e trovare soluzioni che rispondano a criteri di sostenibilità, fino alle università e ai centri di ricerca che devono trasferire le conoscenze e le competenze necessarie per realizzare questo passaggio.

La competitività delle imprese è sempre più connessa alla sfera della responsabilità sociale. Dopo aver studiato i casi di Boeing, Microsoft e Starbucks, ora un gruppo di ricercatori della LIUC – Università Cattaneo avvia un percorso di formazione per manager e imprenditori del territorio

La LIUC - Università Cattaneo ha deciso di istituire un corso di management della sostenibilità d’impresa, cento ore per fornire gli strumenti necessari a imprenditori, manager, professionisti e amministratori di organizzazioni a servizio di aziende interessate all’approccio della sostenibilità. Responsabile scientifico del corso è il professor Dipak R. Pant, docente di economia sostenibile e di sistemi economici comparati presso la Scuola di economia & management della LIUC e coordinatore dell’Unità di studi interdisciplinari per l’economia sostenibile dell’ateneo di Castellanza.
“Questa iniziativa parte dai nostri ricercatori che hanno messo a sistema quanto imparato in questi ultimi 15 anni. Dopo un cammino di ricerca, discussioni e verifiche sul campo in giro per il mondo per proporre soluzioni al declino dei territori, facciamo un salto nuovo proponendo un’alta formazione per gli imprenditori e i manager perché qui ci facciamo bagnare continuamente dalla pioggia della realtà”, dice il professor Pant.

La LIUC - Università Cattaneo ha deciso di istituire un corso di management della sostenibilità d’impresa, cento ore per fornire gli strumenti necessari alle aziende

Non si tratta di una espressione enfatica. L’unità di studi interdisciplinari per l’economia sostenibile ha studiato i casi dei big dell’economia mondiale da Boeing a Microsoft, passando per Starbucks, ma si è occupata anche del governo tribale dei pellerossa, delle comunità della Mongolia e di altre terre estreme. Le tante informazioni raccolte sono state rielaborate e selezionate dal gruppo di ricercatori del professor Pant e il risultato è pronto per essere riversato nel cuore produttivo del nostro territorio. Il corso introduce i concetti di sostenibilità all’interno dell’impresa, partendo da una prospettiva allargata, cioè di come sta cambiando il mondo, per arrivare a un concetto di sostenibilità integrata nell’impresa. È molto di più del rispetto di alcune norme sull’inquinamento ambientale, importanti, ma non decisive per la competitività se non sono inserite in un modello più articolato. “Si tratta di un concetto di sostenibilità evoluto - spiega il ricercatore Marco Brusati - che richiede alle imprese un salto culturale vero: la sostenibilità non è più solo un arredo del core business, ma ne è parte integrante. Quindi ci deve essere il contemperamento della dimensione economico-finanziaria, ambientale e sociale, e deve essere fatto in modo equilibrato e complementare perché nessuna delle tre dimensioni prevale sull’altra”.

“Nella società digitale l’impresa diventerà sempre più trasparente perché c’è un’attività di pressione dei consumatori sul brand, sul prodotto, sul servizio”

Non è un percorso semplice, soprattutto quando si parla di settori maturi. Nel caso di un’acciaieria, per esempio, la dimensione ambientale tende a prevalere sulle altre anche per le pressioni esercitate dall’opinione pubblica. “Alle imprese - spiega il ricercatore Pierdavide Montonati - viene richiesto un upgrade culturale e di gestione dell’impresa. Nel settore dell’acciaio, per rimanere sull’esempio fatto, l’attenzione all’ambiente è importante ma non è più sufficiente, occorre fare un percorso virtuoso e graduale per integrarla. È chiaro che questo tipo di approccio risulta più naturale per le nuove imprese che spesso nascono già con questa visione perché riflettono la sensibilità e la cultura del fondatore”.

Quando un imprenditore è pronto a soddisfare nuovi criteri di sostenibilità, anche su indicazione dei propri clienti, allora si possono aprire opportunità e nuovi mercati. Un ruolo determinante lo gioca la sensibilità dei consumatori che, essendo sempre più informati, sono pronti a premiare i prodotti sostenibili e in molti casi disposti anche a pagare di più in presenza di certe caratteristiche. E non importa se sei una multinazionale, una Spa, una società quotata in Borsa o una micro impresa, perché il vantaggio competitivo si genera nel momento in cui la sostenibilità innerva il business a partire dalle sue radici. “Nella società digitale - conclude Brusati - l’impresa diventerà sempre più trasparente perché c’è un’attività di pressione dei consumatori sul brand, sul prodotto, sul servizio. La reputazione trasforma l’impresa in una casa di vetro”.

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