Dalla strada alla ferrovia, fino ai porti e agli scali aerei come quello della vicina Malpensa. L’export non viaggia solo con le ali, ma prende varie “strade” e mezzi. 

Da mezzo secolo sul confine Italia-Svizzera, alle porte della penisola, ma con una strategia che deve fare i conti con uno scenario internazionale complesso, fatto di binari ma anche di porti e merci in container che raggiungono tutto il mondo. Hupac ha festeggiato quest’anno i 50 anni di attività, iniziata nel 1967. Una storia che ormai da decenni si identifica anche con Busto Arsizio e i dintorni di Malpensa, dove la società svizzera di base a Chiasso ha il suo terminal più importante in Italia, raddoppiato con grandi investimenti 12 anni fa. Piero Solcà è il Director Terminal Infrastructures & Services di Hupac SA e amministratore delegato anche della controllata italiana Hupac Spa.  
Il 2017 è stato senza dubbio un anno da ricordare, per chi si occupa di trasporti ferroviari, con l’apertura della galleria di base dell’Alptransit Gottardo. Ad oggi come è cambiato per voi il lavoro? Vedete già un impatto sull’operatività dei vostri scali in Italia? 

A fare da snodo sul territorio per tutta la Lombardia è il terminal Hupac. Il più importante in Italia dell’operatore svizzero, che ora si apre alla sfida dell’Alptransit

Per noi della Hupac è stato un anno particolare, anche perché coincide con i festeggiamenti per il 50esimo anniversario della fondazione di Hupac nel 1967 a Chiasso. L’apertura della Galleria di base del Gottardo è stato un primo importante step, che oggi non sta portando vantaggi immediati in quanto ci sono ancora dei grossi cantieri in corso, quali i tunnel di base del Ceneri e la costruzione del tunnel a quattro metri (profilo massimo in altezza, ndr) sulle linee di accesso.

Quest’opera rappresenta una scelta strategica importante per l’intera Europa: che scenario vi aspettate nei prossimi dieci anni? 
L’opera è in linea con gli obiettivi europei di trasferimento del traffico dalla strada ai sistemi di trasporto più ecologici, quali treno o nave: nel 2030 il 30% del traffico con percorrenza superiore ai 500 km dovrebbe viaggiare con vettori alternativi. Noi in Svizzera prepariamo tutto affinché questo obiettivo ambizioso possa essere realizzato. 

Hupac ha in passato sollecitato, insieme ad altri operatori, un maggiore impegno dell’Italia nell’opera di potenziamento delle linee afferenti al sistema Alptransit: come valutate la risposta arrivata dal sistema decisionale lombardo e italiano? 
Mai come nel corso degli ultimi anni la politica e il governo hanno appoggiato il nostro settore con segnali concreti. Questo ci fa ben sperare per il futuro. 

Sono passati 12 anni dal raddoppio dello scalo di Busto-Gallarate, avvenuto certo in un contesto economico molto diverso. Come si era arrivati alla scelta di individuare in Busto lo scalo su cui investire? Quali sono i numeri dello scalo oggi, per personale impiegato e volumi trattati? 
Busto è oggi punto centrale per le merci e la Lombardia, un vero ombelico del mondo dell’intermodale. Qui garantiamo il trasbordo di quasi 450.000 unità (container o semirimorchi, ndr) all’anno. Ci lavorano 180 persone e abbiamo qui molti servizi accessori di supporto, come l’ufficio clienti, il nucleo riparazioni, le officine. E abbiamo anche investito in officina riparazioni e lavorazione delle sale (assai con ruote, ndr) dei vagoni. E vogliamo ancora crescere.

“La quota di mercato dei privati nelle ferrovie ha raggiunto il 45 % anche in Italia e nelle zone di frontiera ha toccato anche cifre oltre il 60%”

Il trasporto intermodale ferro-gomma ha caratteristiche molto diverse dal trasporto per via aerea. La vicinanza dell’aeroporto di Malpensa costituisce un elemento interessante anche per Hupac? Esiste un punto di contatto tra due filiere che sembrano apparentemente così diverse per tipologia di merci trasportate?
È sicuramente un fattore di sinergia che al momento non viene ancora sfruttato nel pieno delle sue potenzialità. L’aspetto della qualità ferroviaria è un tema che deve assolutamente essere risolto nel corso dei prossimi anni. 

Si discute del collegamento per Malpensa da Gallarate o dalla linea RFI del Sempione, citando di solito il trasporto passeggeri. L’ipotesi di un uso merci delle infrastrutture ferroviarie sul sedime di Malpensa non sembra all’ordine del giorno: è una prospettiva che potrà essere toccata in futuro?
I percorsi di “ultimo miglio” con l’intermodale possono anche essere pattraversati su strada e comunque per realizzare nuovi collegamenti abbiamo sicuramente bisogno di elevati investimenti. Non é detto che in questa prima fase non si possa garantire il servizio ricorrendo alla strada. 

Nella logistica la velocità rappresenta un elemento centrale. Vale anche per il trasporto intermodale ferro-gomma?  
La velocità é sicuramente un elemento importante ma non il solo. Non dimenticherei e anzi indicherei come prioritaria l’affidabilità e la stabilità delle prestazioni. 

Nel 2001, con il primo treno merci curato da ferrovie Nord Milano, si apriva la fase della liberalizzazione dei servizi di trasporto: con che operatori lavorate oggi in Italia? Che valutazione date del processo di liberalizzazione avviato? 
Sono stati fatti passi da gigante. La quota di mercato dei privati nelle ferrovie ha raggiunto il 45 % anche in Italia e nelle zone di frontiera anche cifre oltre il 60%. Purtroppo i dati complessivi non hanno mostrato segnali incoraggianti perché risentono ancora della crisi mondiale che vi é stata. Siamo convinti che si possa comunque recuperare molto nel corso dei prossimi anni anche grazie agli importanti input e aiuti che vengono oggi del governo. 

Si è tornati a parlare anche del terzo binario Rho-Gallarate, un’opera considerata fondamentale per rendere più scorrevole il traffico ferroviario tra Milano e la stazione gallaratese, nodo di diramazione di tre linee, di cui due molto utilizzate per le merci. Hupac segue direttamente questo intervento? O ci sono progetti infrastrutturali che considerate oggi più importanti? 
A livello passeggeri si tratta sicuramente di un importante potenziamento che porterà maggiore stabilità e regolarità al traffico. Per quanto riguarda le merci al momento invece non prevediamo grandi volumi di traffico merci su questa linea. 

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