Sostenibilità.jpg
DEFINIZIONE
Come riportato nel libro ‘La responsabilità sociale delle organizzazioni. L'impresa sostenibile e lo sviluppo competitivo’, il bilancio sociale e di sostenibilità è un documento annuale di  informazione, rendicontazione, pianificazione e controllo strategico. Ha il compito di analizzare e illustrare, secondo logiche di efficienza economica, di tutela dell’ambiente e di tutela sociale, gli obiettivi svolti da un’organizzazione (sia essa un’impresa, un’associazione, una pubblica amministrazione) con lo scopo di ottimizzare il suo rapporto con il contesto in cui opera. Il fine è quello di misurare le capacità di un’impresa di equilibrarsi tra i suoi diversi stakeholder.
 
PERCHÈ
Per garantire uno sviluppo sostenibile un’azienda deve seguire contemporaneamente tre obiettivi: una governance capace di garantire il raggiungimento dei risultati di business previsti dal management, scopi di equità sociale (pari opportunità dei dipendenti, qualità della vita e prosperità economica) e una gestione efficiente delle risorse naturali (compresa la loro rigenerazione).
Il bilancio sociale e di sostenibilità nasce in risposta al fenomeno della globalizzazione, che ha modificato e completamente rinnovato in maniera radicale la divisione del lavoro e i rapporti che da questo scaturiscono. Citando il prof. Aldo Bonomi “i flussi globali mettono in relazione i luoghi trasferendo informazioni, denaro, persone, materie prime, utilities, prodotti e componenti, e fanno interagire economie e società locali. Il significato stesso del territorio muta. I processi di crescita e modernizzazione passano così  da uno spazio limitato come la comunità locale ad una geocomunità territoriale, capace di rappresentare la responsabilità sociale, a sua volta caratterizzata da qualità dei servizi, delle reti dell’economia, della conoscenza, dei sistemi di comunicazione e della mobilità territoriale”.
In questa nuova dimensione  territoriale, continua Bonomi, “si concretizza la convergenza tra globale e locale, aprendo spazi d’iniziativa per la creazione di una nuova classe dirigente e di nuove pratiche di responsabilità”.
L’idea, quindi, nasce dalla necessità di controllare il fenomeno della globalizzazione, tutelando i diritti umani e dei lavoratori.
Questo rinnovamento include sia le grandi e medie imprese che le banche, le organizzazioni governative e quelle non profit e ingloba altri classi di attori: organismi di certificazione, società di rating e di revisione, enti normativi e di ricerca e formazione, società di consulenza e simili.
 
LINEE GUIDA
Esiste un organismo che a livello mondiale indica i principi per la redazione del bilancio sociale e di sostenibilità: il GRI Global Reporting Initiative. I primi passi vengono intrapresi intorno al 1999-2000, quando ancora i rapporti di sostenibilità venivano prodotti da poche realtà. In quegli anni, ad esempio, solamente il 30% delle prime 250 società americane censite nella classifica del ‘Global Fortune 250’ redigeva questo tipo di report. Oggi si è passati al 90%.  
Dal 2013, il GRI ha dato il via alla quarta generazione della Sustainability Reporting Guidelines (G4) che comporta ulteriori sforzi e impegni per le organizzazioni. 
Queste Linee Guida si basano su due documenti: il Reporting Principles and Standard Discolures e l’Implementation Manual.  Il primo si concentra sui principi fondamentali ed è progettato per fornire il contesto, la pianificazione e le informazioni di riepilogo per l’organizzazione. Il secondo contiene al suo interno le procedure di azione e le linee guida per gli argomenti significativi.
A questi due documenti se ne aggiungono altri che indicano gli argomenti più rilevanti “che hanno un impatto diretto o indiretto sulla capacità di creare, conservare e erodere il valore economico, ambientale e sociale di un’organizzazione per se stessa, per i suoi stakeholder o per l’ambiente e la società in generale”.
La nuova tipologia di documentazione ha lo scopo di illustrare le tematiche sostanziali legate a questo argomento, divenuto con gli anni sempre più importante.
 Le attuali sfide riguardo “la qualità dei prodotti e dei servizi offerti, la sicurezza degli ambienti di lavoro, la tutela ambientale e la salvaguardia dei valori etici e sociali”. Tutti temi che “devono  essere affrontati da parte delle imprese in modo da superare l’approccio tradizionale rivolto non solo al profitto”, ma anche con lo scopo di riuscire a impegnare l’azienda in “una visione allargata dove le stesse imprese rispondano anche alle esigenze socio-ambientali di tutti i propri stakeholder nell’interesse della collettività”.
 
Leggi anche:


Articolo precedente Articolo successivo
Edit