Parità di trattamento tra treni merci e treni passeggeri. Maggiore liberalizzazione del servizio ferroviario. Miglioramento della qualità operativa del trasporti su rotaia. Questa volta a chiedere #piùcoraggio alle istituzioni, non solo italiane, ma di tutto il Nord Europa, attraverso le pagine di Varesefocus, è l’operatore svizzero del trasporto combinato Hupac. Un gruppo che gestisce un network intermodale di oltre 100 treni al giorno per il trasporto di container, casse mobili, semirimorchi ed autotreni completi, con un’attività che si sviluppa principalmente sull'asse transalpino nord-sud attraverso la Svizzera. Cuore del sistema: l’hub con una capacità di oltre 30 coppie di treni al giorno che Hupac ha a Busto Arsizio.
 

Il diritto di precedenza che nel sistema ferroviario i convogli passeggeri hanno sulle locomotive che trainano i container è una delle inefficienze che pesano su società come Hupac,  gruppo svizzero di trasporto combinato che opera anche in Italia, con collegamenti transalpini verso il Nord Europa. A partire dall’hub di Busto Arsizio che nei primi sei mesi del 2015 ha subito un calo di traffico intorno all’1,7%

Il terminal bustocco ha assistito, nei primi sei mesi del 2015, ad un calo di circa l’1,7% del proprio traffico merci. Un dato in linea con tutti gli altri scali che Hupac ha in Italia, come a Novara e a Brescia, punti nevralgici del sistema di trasporto transalpino che arriva e parte l nostro Paese per transitare in Svizzera e da qui nel Nord Europa. Ma questa non è l’unica tratta servita da Hupac che opera anche su direttrici non transalpine sia verso Nord, sia verso Est, queste ultime, invece, in aumento del 5,4%. Il bilancio totale per Hupac è però negativo: il trasporto combinato ha registrato una flessione dell’1,3% nel periodo gennaio-giugno.
I motivi del calo? Hupac li sintetizza in un comunicato: “L’andamento negativo è stato determinato da numerose giornate di sciopero in Germania, Francia, Belgio e Italia, nonché da interruzioni di traffico dovute a cantieri e incidenti”. I lavori in corso a cui Hupac si riferisce non si trovano in Italia, ma nei Paesi del Nord Europa. È stato lì il principale problema.  La situazione italiana? “Stabile”, spiega a Varesefocus la comunicazione di Hupac, aggiungendo “stabilmente bassa”. Come dire: il sistema-Italia stavolta non ci ha messo lo zampino dell’inefficienza, frenando il treno Hupac con bastoni tra le ruote dei convogli, ma non ha nemmeno messo a disposizione del trasporto merci su ferro una locomotiva.
Ma a preoccupare Hupac non è solo il bilancio sui mesi passati. Anche nel proseguo dell’anno, spiega l’azienda svizzera in una nota, è previsto un “andamento moderato”. Tra i fattori di incertezza c’è il calo del prezzo del diesel, che favorisce il trasporto merci su strada e la persistente robustezza del franco rispetto all’euro che gioca a sfavore degli operatori svizzeri nel traffico merci su rotaia.
 

“L’andamento negativo è stato determinato da numerose giornate di sciopero in Germania, Francia, Belgio e Italia, nonché da interruzioni di traffico dovute a cantieri e incidenti”

Ma al di là dei fattori contingenti, spiega Hupac, “a destare preoccupazione è anche l’insufficiente qualità operativa della rete ferroviaria”. Arrivata nell’ultimo periodo e per diversi motivi a “un livello minimo”. Da qui l’avvertimento del Direttore di Hupac, Bernhard Kunz: “Se il sistema ferroviario non inverte la tendenza ci si sgancia dal mercato”. Il dito di Hupac è puntato soprattutto sulla mancanza di parità di trattamento tra trasporto merci e trasporto passeggeri. “Un treno è sempre un treno”, spiegano a Varesefocus dalla comunicazione di Hupac. “Eppure in tutti i Paesi, in alcuni perfino per legge, in altri per prassi, i convogli passeggeri hanno sulle tratte priorità su quelli merci”, così alle inefficienze del sistema si sommano i ritardi cumulati per i semafori rossi che scattano per far passare i treni con persone in carrozza. “E ai ritardi si accumulano altri ritardi, che negli hub ci facciamo in quattro per recuperare nelle attività di carico e scarico, per non perdere le coincidenze con macchinisti e locomotive”. Con una strategia che prevede dei treni vuoti parcheggiati strategicamente sulla rete, che vengono immessi alla bisogna per coprire i buchi, “spezzando la catena del ritardo che crea altro ritardo”. Spiegano da Hupac. Degli escamotage che riescono a compensare le inefficienze strutturali, ma che hanno dei costi. Il fatto è che un treno passeggeri non può permettersi di cumulare troppo ritardo perché se no scattano i rimborsi. Da qui la richiesta: “Parità di trattamento”. Nessun diritto di precedenza per un tipo di treno su un altro e “l’introduzione di un regime di rimborsi in grado di esercitare un tangibile effetto incentivazione” per il trasporto anche delle cose, non solo delle persone. Ed eliminazione anche dei privilegi che la rete dà ai treni della propria nazionalità rispetto agli altri. In pratica “un sistema di maggior liberalizzazione”. Nessun favoritismo dettato dalla nazionalità, o dal nome dell’operatore.
“Se i treni viaggiano puntuali - spiega il Direttore di Hupac, Kunz - aumenta la produttività delle risorse impiegate come personale, locomotive, carri ferroviari e terminal. Treni puntuali sono la base per clienti soddisfatti. E risparmiano denaro con conseguenti benefici per l’intero sistema ferroviario”.



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