La partecipazione dell’Italia al Primo Conflitto Mondiale è evento oggetto di celebrazioni in tutta la Penisola e motivo per nuovi studi e saggi sull’argomento, soprattutto legati agli eventi bellici e di strategia militare. Poco invece è stato scritto su quanto è avvenuto nelle retrovie, di quelle infrastrutture militari sorte lontano dalla linea del fronte ma di notevole importanza logistica e strategica, necessarie per soddisfare il fabbisogno di uomini e mezzi del Regio Esercito e della Regia Marina. Una di queste è stata sicuramente l’idroscalo di Ternate sul lago di Comabbio, che insieme alle scuole di volo con sede sui campi di aviazione di Cascina Costa, Cascina Malpensa, Busto Arsizio e Lonate Pozzolo, sono state impegnate durante tutto l’arco del conflitto nella formazione di nuovi piloti e specialisti, oltre alla riparazione e fornitura di apparecchi e sue parti, dovendo supportare lo sforzo bellico italiano. Dalla corrispondenza tra il sindaco di Ternate, Giacomo Botta, e le competenti autorità militari si apprende che a partire dal 1917 è impiantato “su questo territorio un deposito per idrovolanti che andò acquistando sempre maggiore importanza”.
 

Dalla Prima Guerra Mondiale, alla Seconda, passando per le bombe volanti tedesche, fino alla trasformazione, nei giorni nostri, in “Parco Berrini”. Sul lago di Comabbio si è scritta una pagina importante della storia aeronautica nazionale

In pochi mesi vengono edificati dei grandi hangar con “scivoli in legno e rotaie poste davanti alle aviorimesse, per consentire una rapida discesa in acqua degli idrovolanti e il loro rimessaggio dopo i voli”, oltre a magazzini, officine, ed altri fabbricati adibiti ad alloggio del personale; lavori che si concludono sempre nel corso di quell’anno. Sono circa una cinquantina i militari che vi prestano servizio occupati nella gestione e movimentazione delle parti di ricambio degli apparecchi e anche nella manutenzione e nel mantenere efficienti gli idrovolanti in carico al deposito e quelli che giungono dalle vicine officine della ditte Nieuport-Macchi e S.I.A.I. prima di essere consegnati ai piloti della Regia Marina e del Regio Esercito che giungono appositamente in questo idroscalo per il loro ritiro. Fin dalla sua apertura non sono però mancate controversie di natura territoriale dal momento che l’idroscalo viene inizialmente battezzato “Ternate-Varano”, con l’immediata presa di posizione del sindaco di Ternate che ne rivendica l’appartenenza dal momento che “tutte le costruzioni di questo reparto trovasi nella zona esclusiva del territorio di Ternate” e non su quello di Varano-Borghi. Una vicenda, quella del nome assegnato all’idroscalo,  che proseguirà negli anni seguenti senza trovare soluzione, anche dopo la fine del Primo Conflitto Mondiale e la disposizione del Ministero della Guerra che stabilisce di intitolarlo al pilota pluridecorato “Alfredo Carrera”. Un idroscalo che trova il suo periodo di maggiore notorietà, tra il 1929 ed il 1936, quando a comandarlo è il capitano Giovanni Vaglienti che si distingue per l’attenzione verso i più bisognosi, offrendo pasti gratuiti ai disoccupati del comune e provvedendo alla distribuzione di generi alimentari e di vestiario alle famiglie più povere. Da rilevare inoltre la presenza in questi anni dell’artista varesino (ma milanese di nascita) Mario Broggi. Da sempre affascinato al mondo del volo e ottenuta l’autorizzazione dal generale Italo Balbo di entrare negli aeroporti militari italiani, realizza in quello di Ternate una serie di pregevoli quadri ad olio che sono divenute preziose testimonianze dell’attività aviatoria svolta in questo idroscalo.
 

Nel 1917 venne realizzato a Ternate un deposito per idrovolanti con grandi hangar, scivoli in legno e rotaie poste davanti alle aviorimesse

Con l’entrata in guerra dell’Italia contro la Francia e la Gran Bretagna a fianco della Germania, Ternate continua ad essere un magazzino impegnato nella fornitura di parti di ricambio ai reparti di volo italiani fino al settembre 1943 quando è occupato prima dai militari germanici e poi dalla ditta aeronautica SAI Ambrosini dove vi realizza parti per i velivoli da caccia Aer.Macchi C.202 e C.205 e “componenti del motore a razzo delle bombe volanti, le famigerate Vergeltungswaffe V.1 per l’industria aeronautica tedesca”come ricorda il ternatese Bruno Brebbia. Con la fine del conflitto nello stabilimento della SAI Ambrosini di Ternate il lavoro prosegue, pur se a ritmo ridotto, sotto la sapiente guida dell’ing. Ermenegildo Preti nella riparazione e modifica di alianti, e nella progettazione e costruzione di una piccola serie di interessanti motori per l’impiego su velivoli dell’aviazione generale. Attività che dura fino al 1949, quando la direzione aziendale decide di lasciare Ternate per ritornare nelle altre sue officine di Passignano sul Trasimeno. Sull’ex idroscalo cala per qualche mese il silenzio, poi i comandi militari decidono di mantenere aperta questa infrastruttura facendola occupare prima da reparti della Polizia di Stato e poi da quelli dell’Esercito Italiano che vi rimangono fino al 1973 quando la lasciano definitivamente. Acquisita l’area dell’ex idroscalo negli anni ’80 dal Comune di Ternate, ne vengono abbattute le infrastrutture per trasformarla in “uno dei più bei parchi della provincia, in un contesto unico del suo genere, in riva al lago di Comabbio e su un luogo carico di storia aviatoria”. Battezzato «Parco Berrini», del vecchio idroscalo rimangono la piccola cappella votiva dedicata alla Madonna di Loreto eretta dai militari nel 1930 oltre alla via intitolata al comandante Giovanni Vaglienti e al cippo commemorativo a forma di aquila “simbolo a ricordo - come ha sottolineato il sindaco Enzo Grieco durante la cerimonia di scoprimento - che potesse perpetuare la memoria di una così importante pagina della storia ternatese e dell’aeronautica nazionale”.



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