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Armocromia: una scienza esatta o una moda del momento? Quanto è importante sapersi valorizzare anche attraverso tonalità che ci esaltano e ci rendono più confidenti? Ce lo spiega la varesina Elisa Negro, consulente di immagine, componente della Association of Image Consultants International

Di che stagione siete? Se avete già capito che non vi si sta chiedendo la data di nascita, probabilmente siete già entrati nel trip del tema del momento nel panorama fashion: l’armocromia. Niente di nuovo sotto il sole, per restare in argomento stagioni, ma sicuramente una grandissima riscoperta. Che vi piaccia seguire le tendenze o che ne facciate un mestiere, l’analisi del colore personale che, in base al cromatismo di pelle, occhi e capelli, definisce la vostra palette di colori ideale, è decisamente di modissima. Anche l’industria varesina si cimenta in materia: solo per fare un esempio, basti pensare all’occhialeria e al progetto di Centro Style raccontato al Mido, il più grande evento internazionale dedicato al settore mondiale dell’eyewear, dall’eloquente nome “Airport Inarmocromia”. Il perché di tanto successo lo abbiamo chiesto ad Elisa Negro, varesina, image coach e consulente di stile a Varese, Milano e Lugano. Componente dell’Association of Image Consultants International e docente di corsi di formazione su vari ambiti legati allo stile, è, tra le altre cose, la creatrice del progetto #disTURBtheCANCER, che realizza turbanti e cuffie copricapo, soprattutto per il post terapie oncologiche.

Una passione diventata mestiere. Qual è stato il percorso?
Ho iniziato ad occuparmi di colore nel 2014, quando ancora non si conosceva il significato di armocromia. Ho sempre avuto una grande passione per la moda, ma non ne avevo ancora fatto una professione. Allora lavoravo nell’industria dell’automotive, che mi permetteva un continuo confronto con l’estero e sicuramente di vivere il mondo del design e dello stile, ma in un modo diverso. Curiosamente è proprio l’universo delle risorse umane che mi ha spinto a tirar fuori il sogno dal cassetto. Un corso su come presentarsi per affrontare in maniera vincente un colloquio mi ha dato la spinta. Ho iniziato a studiare e formarmi, ho frequentato la Academy di Carla Gozzi e i corsi di Rossella Migliaccio (la più accreditata esperta di armocromia in Italia, ndr), ho lasciato il posto fisso e ho iniziato il mio viaggio. Nel bagaglio, zero clienti.

E come ha risposto la piazza varesina?
I primi tempi sono stati duri ma poi il territorio ha risposto in maniera sorprendente. Nel 2019 il 40% della mia clientela era maschile, contro ogni previsione. Oggi si rivolgono a me persone di ogni età, sesso ed estrazione. Complice il lockdown e il noto libro scritto dalla Migliaccio proprio su questa tematica. C’è stata una esplosione di richieste delle consulenze più svariate – dai servizi di body shape, analisi dello stile, riordino efficace e personal shopping – e della formazione. Tra tutti, l’armocromia resta il servizio più richiesto.

“Oggi c’è voglia di colore. Dopo due anni, chiusi in casa, è emersa la necessità di comunicare in modo diverso. Basta guardare le vetrine: il nero è diminuito, cosa rara per l’Italia, per lasciare spazio ai colori fluo, sorbetto, pastello e alle fantasie”

Perché oggi tanta attenzione al tema del colore?
Innanzitutto, sfatiamo un tabù. Non si tratta semplicemente di moda. È la riconosciuta oggettività di questa disciplina, l’armocromia, i cui risultati si vedono davanti allo specchio, che diventa la base di un buon esercizio di autoconsapevolezza. Quanto è vantaggioso sapere cosa ci valorizza? Quanto può aiutarci anche negli acquisti, in ottica antispreco? Quest’ultimo è un tema fondamentale nel mio lavoro: la maggior parte delle persone usa solo il 30% degli abiti che acquista; l’obiettivo è arrivare almeno al 70%. Occorre diventare consumatori consapevoli. È poi evidente che oggi ci sia voglia di colore. Dopo due anni chiusi in casa, è emersa la necessità di comunicare in modo diverso da prima. Basta guardare le vetrine: il nero è diminuito, cosa rara per l’Italia, per lasciare spazio ai colori fluo, sorbetto, pastello e alle fantasie. È una sorta di ritorno dalla nebbia. Osare con il colore lancia un messaggio: io ci sono! Abbandonati i colori che nascondono, ci riaffermiamo con colori vitamici.

Che però non stanno bene a tutti...
E qui interviene l’armocromia. Non solo nel look. L’estensione della palette personale, con un mood molto americano, entra ad esempio nell’arredo. Pensiamo agli studi professionali che ricalcano la personalità del professionista. I colori parlano di te al cliente. Il tema è complesso perché l’intimità dello spazio, che è stato per molti gabbia, è più difficile da rinnovare. Ma si può partire da un accessorio, come per l’abbigliamento. Il tema del colore è, guarda caso, ricco di sfumature. Non ci sono solo i colori amici, ci sono anche i retaggi culturali che, in particolare, nel nostro Paese sono fortissimi. Pensiamo ad alcuni colori precisi. L’alta moda propone il Very Peri (il colore Pantone che andrà di moda nel 2022, ndr), ma il cliente italiano associa al viola tutta una serie di significati. Stessa cosa vale per le occasioni: non c’è solo il colore ma anche il contesto, basti pensare al matrimonio. Anche su questo bisogna lavorare e la consulenza di stile è un valido aiuto.

Un consiglio?
Il percorso della armocromia non deve ingabbiare, ma rendere consapevoli. Dopo l’analisi ciascuno fa quello che vuole, ma la validità è indubbia. Deve essere vista come una opportunità: infatti, si parla di colori “amici”. È una questione molto personale: per questo sconsiglio di regalare il voucher per una consulenza ad una persona che non sia davvero interessata. L’obiettivo è individuale, lo si fa per valorizzare se stessi. E i risultati sono evidenti



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