Varese_torna_a_volare_alto

I primati personali e il podio nella gara a squadre al recente mondiale di volo a vela in Australia. I progetti che hanno riportato la struttura di Calcinate del Pesce alla ribalta internazionale degli alianti. L’impegno per le attività paralimpiche. Intervista a Margot Acquaderni, Presidente dell’Aeroclub “Adele Orsi”

Non si sa esattamente da dove partire. Se dalla lunga sequela di record ottenuti in una carriera sportiva da voloavelista, che potrebbe regalare altre grandi soddisfazioni oppure dai progetti, molti dei quali veri e propri fiori all’occhiello, concretizzati dal Presidente dell’Aeroclub di Calcinate del pesce. Sta di fatto che Margot Acquaderni, primo Presidente donna di un aeroclub e oggi al secondo mandato alla guida dell’Adele Orsi, vola sempre. Alto. Anche quando ha i piedi ben piantati per terra. Senza contare i riconoscimenti personali quali la Pelagia Majewska, medaglia che porta il nome della voloavelista polacca assegnata all’Acquaderni nel 2016 dalla Federazione aeronautica internazionale, per la fondazione delle Pink fly, un club di pilota tutto al femminile; il Paul Harris, massimo riconoscimento dei Rotary per il progetto disabili e la nomina in una commissione internazionale per lo sviluppo del volo femminile (non soltanto del volo a vela), arrivata nel 2018 dopo che a Calcinate è stato ospitato un evento internazionale importantissimo: il Fly Donna.

Margot Acquaderni, tutto ciò che ha realizzato nel campo del volo a vela ha un punto di partenza ben preciso: il quartier generale di Calcinate. Partiamo quindi da lì. Dai risultati che ha fin qui ottenuto da Presidente. Quali le stanno più a cuore?
Ne scelgo due in particolare. Una delle cose che più mi ha dato soddisfazione è stata quella di essere riuscita a riportare l’aeroclub sulla scena internazionale. L’apice di questo percorso è stato sicuramente la finale mondiale del Grand Prix del 2015, quando nei cieli di Varese hanno gareggiato i migliori voloavelisti al mondo. Un banco di prova importante che non si è esaurito lì.

Ovvero?
Calcinate ormai ospita in maniera costante una tappa del Grand Prix. Poi ricordo un seminario internazionale rivolto alle donne pilota di alianti di tutto il mondo, due raduni vintage, i Campionati Italiani e gli stage di Alta performance. Insomma, dal 2013, quando sono diventata Presidente, ad oggi sono stati anni intensi, faticosi, ma anche esaltanti.

E il secondo progetto di cui accennava?
La definirei una vera perla. Unica e della quale andare tutti fieri. Siamo diventati il primo centro paralimpico di volo in aliante. E la cosa straordinaria è che lo spunto è arrivato quasi per caso.

Come?
Un socio del nostro aeroclub mi ha parlato del desiderio di un suo amico, costretto sulla sedia a rotelle a causa di un incidente, di voler prendere il brevetto. “Perché non provarci” ci siamo detti e così abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto.

Risultato?
Abbiamo acquistato un dispositivo che rimanda l’utilizzo della pedaliera alla barra, così che l’aliante si possa pilotare solo con le mani. E Igor Macera ha potuto prendere il brevetto e realizzare il suo sogno. E posso garantire che vedere una persona con disabilità volare e pilotare un aliante è un’emozione grandissima. Perché appena stacchi dal suolo i limiti imposti dalle problematiche fisiche, essi vengono lasciati a terra.

Cos’ha lasciato al club questo brevetto speciale?
Tantissimo. Sia sotto il profilo umano, sia sotto l’aspetto più legato all’attività sportiva. Ora siamo un centro paralimpico. Certo non abbiamo grandi numeri, ma anche sotto questo profilo siamo un punto di riferimento. Non solo. Portiamo avanti anche una collaborazione con l’Unità spinale dell’ospedale Niguarda di Milano, dove teniamo incontri di promozione del nostro sport in nosocomio, ma poi ospitiamo a Calcinate le persone coinvolte.

Alla fine del secondo mandato manca ancora un anno. Qual è il progetto in pista di decollo che vorrebbe far partire?
Il sogno è quello di creare un centro di allenamento voli di performance. Abbiamo le strutture per farlo e anche le competenze. Vorrei sfruttare la fortuna di avere tra i nostri soci Stefano Ghiorzo, tre volte Campione del Mondo oltre a un prestigioso palmares di livello internazionale. E giusto per non farci mancare nulla, vorrei consolidare ancor di più la nostra presenza sullo scenario internazionale. Il Covid purtroppo non ci ha dato una mano, ma ora per venire a volare a Varese e partecipare alla tappa del Grand Prix che organizziamo c’è davvero la corsa tra i voloavelisti. Bello.

Acquaderni, idealmente, ci porti con lei sul suo aliante: l’ultima impresa che ha messo a segno quale è stata?
Quest’anno a gennaio ho partecipato ai Campionati del Mondo in Australia. Un po’ delusa dal risultato personale, sono arrivata decima, ma speravo in qualcosa di meglio. La soddisfazione però è arrivata dalla squadra: siamo riuscite a salire sul podio e a mettere dietro Germania, Francia, Stati Uniti, Repubblica Ceca e Austria, nazioni sulla carta molto più forti e attrezzate di noi.

Lei ha solcato i cieli di tutto il mondo. E dall’alto ha visto montagne e deserti. E l’Australia?
Rovente. I mondiali si sono disputati a Lake Keepit, dove in genere c’è un lago enorme e tantissimo verde. Ma a gennaio scorso è stato il periodo della grande siccità e dei roghi. La nostra zona per fortuna non era interessata, ma il vento portava il fumo e quindi spesso mi sono trovata immersa in queste nubi. Con un caldo torrido che ha raggiunto anche i 50 gradi. Ecco gareggiare in queste condizioni per 10 giorni di fila è stata un’impresa nell’impresa. Alla fine, ero fisicamente provata. E dire che sono arrivata all’appuntamento super allenata.

A livello personale invece l’ultimo record a quando risale?
Al 2019: 680 chilometri in triangolo. Un volo geometrico: per farmi intendere, con il mio aliante ho dovuto “disegnare” un triangolo equilatero sorvolando le Alpi. Sono stata la prima donna a stabilire questo primato.



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