Il futuro, ancora tutto da scrivere, di questo nuovo super materiale destinato a cambiare le nostre vite, è nelle mani di imprenditori visionari come Giulio Cesareo, fondatore della startup Directa Plus, uno dei principali produttori in Europa

E' più forte dell’acciaio, più flessibile della plastica, più leggero della carta. È ultrasottile, impermeabile, trasparente e conduce l’elettricità meglio del rame. Non stiamo parlando della pietra filosofale, ma del grafene, un super materiale che per le sue caratteristiche straordinarie si candida a rivoluzionare la nostra vita. Il merito di aver isolato per la prima volta un singolo strato bidimensionale di grafene è di due scienziati russi dell’Università di Manchester. Nel 2004 Andrej Gejm e Costantin Novoselov osservarono che applicando del nastro adesivo più e più volte alla grafite di una matita si riusciva a isolarne uno strato sempre più sottile fino ad arrivare al livello base, quello atomico. Un risultato eccezionale, ottenuto con un esperimento a dir poco elementare, che 6 anni dopo valse ai due scienziati il premio Nobel per la fisica. 

Nonostante siano passati oltre 15 anni da quella scoperta, ancora oggi si continua a parlare delle potenziali e molteplici applicazioni del grafene in termini futuristici. E come spesso accade sono gli imprenditori più visionari a sperimentare e investire in un mercato che promette molto ma non è ancora ben definito. Uno di questi è Giulio Cesareo, Ceo e fondatore della startup Directa Plus, che in un ex cotonificio di Lomazzo, nell’ambito del parco tecnologico di ComoNExT, ha dato vita alle Officine del grafene, tra i maggiori produttori di questo materiale puro in Europa. “L’innovazione impiega molto tempo a trovare uno sbocco nell’economia reale - spiega Cesareo - ma con il grafene ci stiamo arrivando. Lo troviamo già nei tessuti tecnici, sportivi e antifiamma, negli pneumatici e nella depurazione dell’aria e dell’acqua”. 
In questa fabbrica, dove lavorano circa venti giovani scienziati che producono tantissima intelligenza, c’è una visione molto più ampia rispetto a quanto la realtà e le prime applicazioni di questo materiale sono in grado di far intravedere. Nelle Officine del grafene si abilitano le persone e si valorizzano le idee, soprattutto le più coraggiose, senza paura di sbagliare. Cesareo, quando parla di se stesso e del suo team, usa la definizione “maneggioni tecnologici”, un portato della sua trentennale esperienza di top manager negli Usa dove la cultura dell’errore è importante quanto quella del successo.

“Non si comincia il viaggio, se non si ha coraggio” è il motto che campeggia su una parete della fabbrica di Lomazzo, per ricordare a tutti, visitatori compresi, che l’impresa è una nuova frontiera. “Mi piace il power disagreement, cioè il potere di essere in disaccordo - sottolinea l’imprenditore - e infatti ho costruito un’azienda senza mercato. Quello innescato dal grafene non è un processo lineare e questa caratteristica è difficile da spiegare al mondo della finanza che dovrebbe sostenere questa rivoluzione”. 
È vero, il mercato ancora non c’è, ma Cesareo ha in mano un brevetto (G-Plus) per il processo di estrazione del singolo foglio di grafene. Un procedimento innovativo e soprattutto pulito e sostenibile, basato sulla fisica e non sulla chimica. Un bel vantaggio competitivo che ha convinto gli investitori a dargli fiducia e soldi. Directa Plus, che è quotata alla Borsa di Londra, ha raccolto 45 milioni di euro e per il momento non ha debiti. Capitali pazienti che, insieme al fondatore della startup, aspettano il mercato che sta arrivando con le grandi supply chain del petrolchimico e del tessile. “Oggi nelle officine di Lomazzo si producono circa 30 tonnellate all’anno di grafene - dice Cesareo - ma il nostro obiettivo non è vendere polvere di questo materiale ma di integrarci a valle della catena del valore”.

“Il grafene viene già utilizzato nella mescola di alcuni prodotti in gomma - sottolinea Riccardo Comerio, Amministratore Delegato dell’azienda - come dimostra il lancio dei primi copertoni per biciclette di alta gamma a basso coefficiente di attrito prodotti dall’italiana Vittoria”. 

Questo significa stabilire rapporti diretti con le aziende, come la Alfredo Grassi di Lonate Pozzolo, impresa quasi centenaria specializzata nella produzione di tessuti tecnici per il lavoro e lo sport che il grafene può migliorare ulteriormente in termini di performance. “Noi lavoriamo per un’innovazione sostenibile dei nostri tessuti speciali sia all’interno della filiera del tessile sia in collaborazione con altri settori merceologici - spiega il Ceo Roberto Grassi -. Con Directa Plus abbiamo avviato una partnership, una collaborazione e uno scambio continuo di conoscenze ed esperienze”. Anche con la Comerio Ercole di Busto Arsizio, metalmeccanica che produce impianti di mescolazione della gomma e impianti di calandratura per il settore della plastica, si sta delineando una partnership. “Il grafene viene già utilizzato nella mescola di alcuni prodotti in gomma - sottolinea Riccardo Comerio, Amministratore Delegato dell’azienda - come dimostra il lancio dei primi copertoni per biciclette di alta gamma a basso coefficiente di attrito prodotti dall’italiana Vittoria”. 

Con il Graphene flagship project, l’Unione Europea ha deciso di scommettere su questa tecnologia, destinando un miliardo di euro per i prossimi 10 anni ai progetti di ricerca sul grafene, il più grande stanziamento mai fatto da Bruxelles. Determinante in questo progetto di lungo periodo sarà il ruolo dei centri di ricerca e delle università. Pur non avendo un dipartimento dedicato alle nanotecnologie e ai nuovi materiali, la LIUC – Università Cattaneo, in collaborazione con la città di Castellanza, per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, ha organizzato una tavola rotonda proprio sul tema del grafene. “Quello che dobbiamo fare noi - puntualizza Raffaella Manzini, Prorettore alla Ricerca dell’Ateneo - è accompagnare le imprese nel percorso che devono intraprendere per la buona gestione di nuovi prodotti e nuovi processi. Dobbiamo aiutarle a fare scelte strategiche”.  

 



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