Martina_Socrate_tiktoker_varesina_scrive_un_libro

Oltre 1 milione di follower su Tik Tok (1,2 per la precisione, nel momento in cui scriviamo questo articolo), 125 mila su Instagram, collaborazioni che vanno dalla Galleria degli Uffizi a Chiara Ferragni e un romanzo fresco di stampa (promosso con tram personalizzato a Milano). La tipica notizia che lo stereotipo del boomer e l’invidioso digitale stigmatizzerebbero con un “e chi se ne importa?”. Invece, con numeri da capogiro, Martina è una fuoriclasse, assolutamente da non sottovalutare. In un momento in cui il mondo della comunicazione si interroga – e non si dà delle risposte – sul fenomeno Khaby Lame, Martina Socrate è un altro caso eccellente di creatrice di contenuti. Classe 1998, nata a Gallarate, ex studentessa del Crespi di Busto Arsizio e oggi universitaria in Mediazione Linguistica a Milano, ha iniziato la sua carriera sui social solo un paio d’anni fa.

Occhiali che si appannano nelle campagne di partnership, sorrisi, maglie a righe: il talento di Martina è la simpatia

Da sempre appassionata di romanzi e film comici, cresciuta a sketch di Zelig, nel 2019 ha scoperto la passione per la recitazione e quasi per caso, ha iniziato a dare sfogo alla propria creatività con parodie video di comici famosi, con uno straordinario successo che le ha permesso di arrivare a lavorare oggi come content creator per una delle più importanti agenzie italiane. Basta uno sguardo ai suoi profili per avere un’idea: sorriso aperto, messaggi semplici e chiari anche quando posa niente di meno che con Raffaello, tra Agnolo e Maddalena, o con il David di Michelangelo. Ne emerge il racconto della vita normale di una ragazza normale, che ama le magliette a righe, viaggiare, gli amici. E per chi proprio fosse così prevenuto da non voler nemmeno sbirciare, sgombriamo subito il campo dagli equivoci: nessuno scatto sexy o pose provocanti nel racconto social. Una ragazza della sua età, acqua e sapone, con gli occhiali che si appannanoanche nella campagna di partnership con Rayban. Una ragazza che sa scegliere le cause di valore e che ha promosso una raccolta fondi per la Croce Rossa Italiana ed è ambassador della campagna #tiraccontolitalia, attraverso cui racconterà il territorio nazionale. Il talento? La semplicità, certamente frutto di studio e cura, ma genuina. L’empatia, la capacità di raccontare il quotidiano in modo diretto, sicuramente in linea con un mondo della comunicazione che, negli anni, ha spostato i riflettori dai tronisti e isolani dei famosi siliconati ad influencer che dei valori affettivi e familiari fanno l proprio punto di forza. Basti pensare alle difficoltà superate e alla maternità step by step di Paola Turani, alla passione per i supereroi di Leone “Ferragnez” o ai tagli di capelli dei baby Pozzoli. Largo allora alla simpatia di Martina, che si racconta anche nel suo primo romanzo “Andava tutto troppo bene”, edito DeAgostini e stampato da La Tipografica Varese e destinato ad un pubblico dai teenager in su.

La trama di “Andava tutto troppo bene”


“All’apparenza la vita di Marti è perfetta e invidiabile, tra un migliore amico vulcanico e aff ettuoso, una famiglia che la sostiene, un bell’appartamentino nel centro di Milano, e una determinazione tale che le farebbe raggiungere anche la luna. In realtà basta poco perché il cocktail di positività si rovesci e il bicchiere mezzo pieno si trasformi in un bicchiere mezzo vuoto. Il suo eccentrico coinquilino Francesco è costantemente depresso per le delusioni amorose e sforna dolci come se non esistessero calorie, la sua famiglia la adora e la chiama ‘Super’, certo, ma mantenere quel soprannome non è cosa da poco. E l’appartamento in centro? Bello, eh, ma come fa l’affitto di un bilocale costare più di una borsa di Chanel? La soluzione è che Martina si trovi un lavoro, e alla svelta. Tra un ‘le faremo sapere’ e l’altro però il bicchiere sembra sempre mezzo vuoto... Finché un incontro inaspettato non ribalta la situazione...”.

I dialoghi di Socrate con la rotativa

“Quando ero piccolo immaginavo la rotativa come un nastro bianco che si riempie di parole”. Così Gianandrea Redaelli de La Tipografica Varese racconta affettuosamente la sua idea della nascita di un libro. “Dalla testa dell’autore, alla chiavetta usb e poi alla realtà: è sulla rotativa che avviene la creazione - un po’ come la Cappella Sistina - di un libro”. E Martina Socrate, autrice varesina, ha avuto l’occasione di visionare (e ovviamenteraccontare ai follower) l’industria varesina che ha stampato il suo primo romanzo, durante quella che Redaelli chiama la creazione. Un’impresa familiare storica, nata nel 1927, che tra i suoi lavori ha visto “passare” anche Il Gattopardo, Il dottor Zivago, Va’ dove ti porta il cuore, Harry Potter e il Catechismo di Papa Francesco, grazie all’editore DeAgostini, oggi “incontra” anche Tik Tok. Una metafora del guardare avanti? Piace pensarla così. In ogni caso la Varese della comunicazione segna un nuovo punto da non sottovalutare, proprio grazie alla rotativa.

 



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