Tiziano-e-le-protagoniste

A Palazzo Reale di Milano la mostra sull’immagine della donna nel Cinquecento veneziano 

Che fossero soggetto prediletto di Tiziano era evidente ai contemporanei, gli amici e i colleghi, i potenti collezionisti che meglio lo conoscevano e sapevano quanta bellezza, soavità e magia sapesse trarre dalle sue modelle preferite. Come la moglie Cecilia, morta ancor giovane di parto. O le amanti. O la figlia Lavinia. O ancora le nobildonne, dalle cui famiglie era chiamato a dipingere ritratti che resteranno, a memoria sua e delle protagoniste, nella storia dell’arte. Scriveva Lodovico Dolce (1508-1568), scrittore e grammatico italiano veneto, esperto d’arte, che le sue pennellate potevano “far ribollire il sangue” dell’osservatore. 

L’importante rassegna dedicata da Palazzo Reale di Milano a “Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano”, curata da Sylvia Ferino, già direttrice della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum, prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale e Skira editore (main partner Fondazione Bracco, media partner “Il Corriere della Sera”) comprende un centinaio di opere. I dipinti, in totale 47, sono di Tiziano ma anche di grandi artisti a lui contemporanei: come Giorgione, Lotto, Palma il Vecchio, Veronese e Tintoretto. Moroni e altri. Né mancano mirabili sculture della classicità greca, lavori di arte applicata come gioielli, preziose opere letterarie e grafiche. E persino un abito ideato nel ’94 da Roberto Capucci, ispirato a Isabella d’Este. Della quale è presente il bel ritratto di Tiziano, “Isabella d’Este in nero” (1534-1536), proveniente dal museo viennese, che potrebbe essere anche emblema della mostra. La nobildonna di Casa d’Este, maritata a Francesco II Gonzaga, marchese di Mantova e in assenza di lui reggente, fu mecenate e collezionista d’arte, considerata tra le più eleganti e autorevoli donne del Rinascimento e del mondo culturale del suo tempo. Nel 1500 incontrò a Milano, in missione diplomatica, il re di Francia Luigi XII, per convincerlo a non inviare le truppe contro Mantova. Fu anche scrittrice prolifica e lo si evince dal carteggio di una vita con la cognata Elisabetta Gonzaga. 

“Questa mostra - scrive la curatrice - è dedicata alla natura della donna, eternamente attuale eppure senza tempo, che invero determina e non solo contribuisce a determinare, gli eventi del mondo, come Tiziano ha filosoficamente e profeticamente intuito”

“Questa mostra - scrive la curatrice - è dedicata alla natura della donna, eternamente attuale eppure senza tempo, che invero determina e non solo contribuisce a determinare, gli eventi del mondo, come Tiziano ha filosoficamente e profeticamente intuito”. Non è un caso che la curatela sia stata affidata a Ferino da Palazzo Reale e dalla Fondazione Bracco. Main Partner della mostra, Bracco è da sempre attenta al ruolo della donna, si è più volte impegnata in rassegne dedicate alla figura femminile. Lo è anche, come spieghiamo in queste pagine, della parallela mostra fotografica dedicata alle direttrici dei musei d’arte. La rassegna su Tiziano, che comprende ben sedici lavori del pittore cadorino (nasce tra l’88 e il ‘90 del 400, la data di nascita è incerta e muore nel 1576), si propone di avvicinare i visitatori a imperdibili opere provenienti dai più importanti musei (dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, all’Ermitage di San Pietroburgo), ma anche di indagare il mondo femminile e la condizione delle donne veneziane del Rinascimento, nel sedicesimo secolo, attraverso l’arte del maestro e di tanti suoi colleghi. 

Per la prima volta, lo spaccato del mondo femminile è quello della Serenissima, dove le donne godevano di un vivere più vario e libero di quanto non fosse in altre realtà del tempo. Certo non mancavano anche qui le differenze tra primogenite, rifornite di dote e destinate a matrimoni importanti e le altre figlie, inviate nei conventi per non appesantire le finanze di famiglia. E forse le donne coniugate non erano sempre così libere di governare la propria quotidianità. Ma sicuramente la scintillante vita veneziana concedeva loro momenti di felice protagonismo, di svago e di sostegno alle attività familiari con un impegno di rappresentanza che non dappertutto veniva sollecitato a una madre o a una moglie. Pare che a Venezia le donne conoscessero e leggessero testi letterari, ben più che in altri territori della penisola. E persino le cortigiane erano donne colte e apprezzate per le loro conoscenze nel campo della letteratura, della musica, del bel canto. Come ad esempio Veronica Franco, ritratta in mostra, che era scrittrice e poetessa. Costretta ad essere cortigiana dalla madre, frequentò scrittori e poeti, ai quali chiedeva rispetto per la sua vita. L’imprinting della bella rassegna ha un gusto e una curiosità d’indagine, espressa a tutto campo, di mano femminile. Fanno da supporto alla rassegna i riferimenti alla storia della moda, quella contemporanea a Tiziano ma anche quella antica della classicità greca e romana, sottolineata dalle sculture di arte greca, avvolte in impalpabili pepli, provenienti dal citato museo di Vienna. Fondamentali per avvicinarsi all’epoca e ai soggetti raccontati da Tiziano anche le fonti letterarie, siano la bibbia o la mitologia greca o latina o gli autori come Petrarca. La Venere, così come Eva, fu soggetto particolarmente caro a Tiziano e ai colleghi del tempo, così come la Vergine Maria era al centro dell’attenzione. 

Ad aprire la mostra sono infatti proprio una “Madonna col Bambino” di Tiziano (1510-11), dolce immagine del Nuovo Testamento su di uno sfondo rasserenante di campagna, e “La tentazione di Adamo ed Eva”, opera di Tintoretto (1518-19) proveniente dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia e simbolo biblico di quella terrena strada su cui s’incammina da sempre il destino della donna e dell’intera umanità. Si dice che a Tiziano non interessasse la bellezza in sé, quanto la descrizione della persona basata su di un’intensa indagine rivelatrice. Pareva così preso, raccontavano i contemporanei, dai suoi ritratti, da essere sordo alle domande e distante da chi lo osservava mentre ritraeva. Il ritratto avveniva dal vero, ma sovente, con le dame dell’aristocrazia, come fu con Isabella d’Este, era ripreso da un primo ritratto eseguito da chi aveva potuto vedere de visu la persona.  

Tra i capolavori di Tiziano spicca “Giovane Donna con Cappello piumato”, un ritratto avvincente della stessa modella - forse la prima moglie - che aveva posato senza veli per l’immortale e scandalosa “Venere di Urbino”, oggi proveniente dall’Ermitage. “Lucrezia e suo marito”, icona della mostra, è invece il ritratto della figlia amata di Tiziano. Tra le imperdibili opere è la “Laura di Giorgione, petrarchesca creatura che emana serenità e saggezza, accanto a due opere sullo stesso tema: la “Giuditta” di Lotto e quella di Veronese. Bellissima nella sua distante, quasi ironica crudeltà, la “Salomè” di Palma il Giovane. Di Paris Bordon, Giovanni Cariani, Bernardino Licinio, Giovan Battista Moroni, Palma il Giovane, Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, sono altre splendide opere. Un plauso all’allestimento "nitido" ed essenziale di Pierluigi Cerri, giocato su luci delicate e soffuse e chiarissime indicazioni, che rendono la mostra più vicina e godibile. Cucendo in armonia momenti diversi della lunga vita del pittore, nel ricco e vario contesto storico, culturale e sociale del tempo e nel confronto con altre vite che s’affacciano sulle acque della Serenissima. 

TIZIANO E L’IMMAGINE DELLA DONNA NEL CINQUECENTO VENEZIANO

Palazzo Reale Milano - Piazza Duomo 12
Dal 23 febbraio al 5 giugno 2022
Da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 19.30
Lunedì chiuso. Giovedì dalle 10.00 alle 22.30

Alcune delle opere in mostra:

 

 

Luca Nannipieri
Il destino di un amore
Tiziano Vecellio e Cecilia
Skira, 2021

Un romanzo sui misteri che si celano dietro l’enigmatico capolavoro di Tiziano, la Venere, realizzata nel 1538, uno dei lavori più potenti del Rinascimento, conservata agli Uffizi. Lei è Cecilia Soldani, la moglie dell’artista. È incinta del terzo figlio: una gravidanza complicata. Cecilia vorrebbe abortire per continuare ad amare il pittore, ma muore scegliendo di dare al mondo la creatura che il marito vuole, invece, con forza. Alla nascita della piccola Lavinia, Tiziano, che fino ad allora ha seguito solo gloria e denaro, è travolto dall’improvvisa coscienza di un sentimento immenso e unico, scoperto solo con la morte della moglie. Inizia, così, a cercare Cecilia nei suoi quadri, dipingendola con tutto l’amore che negli anni non è riuscito a darle. 



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