Dopo 6 mesi, la campanella ricomincia a suonare per migliaia di studenti varesini che rientrano finalmente in aula. Con quali regole e novità? La parola ai dirigenti scolastici del territorio

 

Giuseppe Carcano

Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Varese

Come le scuole varesine stanno affrontando la riapertura?

La sfida della riapertura ha rilanciato per le scuole varesine la necessità del lavoro di rete perché mai come oggi gli istituti si devono interfacciare con tutti i portatori di interesse. Penso innanzitutto al rapporto con gli enti locali proprietari degli edifici e ai tanti tavoli di lavoro a livello comunale e provinciale in cui si sono definiti gli interventi sulle strutture per allargare le aule, moltiplicare gli ingressi, individuare nuovi spazi fisici per la didattica dentro e fuori gli edifici, definire gli orari dei trasporti scolastici alla luce delle limitazioni imposte anche al sistema della mobilità. Grande poi è stato l’impegno dei Collegi dei Docenti e dei Consigli d’Istituto per ridefinire le modalità di erogazione dell’offerta formativa adottando ad esempio la modulazione dell’unità oraria, la programmazione di turnazioni di classi o gruppi di allievi, l’integrazione (ma solo per il secondo ciclo di istruzione) di didattica in presenza e a distanza, la sostituzione dei banchi e delle sedie con nuovi arredi più funzionali e meno ingombranti.

Quale sarà a suo avviso la difficoltà più grande?

Fino a quando non sarà possibile una vaccinazione di massa, le scuole avranno il grande problema di gestire le insorgenze febbrili negli alunni che potrebbero essere dovute al Covid ma anche essere semplicemente malanni di stagione come sempre av- veniva in passato e questo rende fondamentale il rapporto con le autorità sanitarie. È stato definito pertanto un protocollo di intervento con Ats Insubria che prevede l’immediato isolamento dell’alunno con sospetto Covid, lo screening veloce con tampone che, se sarà purtroppo positivo, porterà all’isolamento dei suoi contatti. C’è quindi il rischio serio di avere una didattica in presenza a singhiozzo e quindi fondamentale sarà la tempestività degli interventi e il tracciamento più preciso possibile dei contatti dentro e fuori la scuola, in maniera da ridurre al minimo i disagi.

 

 

Daniele Marzagalli

 

Dirigente Scolastico Isis “Isaac Newton” di Varese

Avete pensato a incrementare per il nuovo anno scolastico piattaforme e modalità di didattica a distanza?

I nostri indirizzi di studio di tipo tecnologico e tecnico professionale necessitano di una funzionale erogazione didattica “in presenza”, per con- sentire agli studenti di svolgere in particolare le attività dei laboratori ed officine di indirizzo, che impegnano gran parte del monte ore curriculare e progettuale dei ragazzi. La “didattica a distanza” introdotta e svolta in “lockdown” ha di per sé una funzione emergenziale e temporanea, necessaria a sopperire all’impossibilità di recarsi fisicamente a scuola. Non può essere proposta a noi come modalità alternativa ed equivalente a quella “in presenza”, per cui senz’altro la ridurremo al minimo indispensabile. La nostra scuola per tradizione pluriennale svolgeva già una modalità di “formazione a distanza”. Abbiamo ormai a regime ben sperimentata la piattaforma G-Suite for education di Google, molto valida, cui tutti gli studenti e gli insegnanti sono abilitati e formati.

Intravede delle difficoltà per fare i tirocini nelle imprese?

Sono ottimista. I Dpcm e le Ordinanze regionali emergenziali hanno sospeso fino al 14 giugno 2020 lo svolgimento “in presenza” dei tirocini ordinari, con l’unica deroga per quelli di Regione Lombardia art. 43, che però per l’Istituto Superiore “Newton” di Varese erano molto pochi e legati alle modalità di servizio delle aziende dove i ragazzi lavoravano; sono stati regolarmente conclusi. Per le classi Iefp in parecchi casi abbiamo sopperito con project works. Dalla metà di giugno la nostra scuola ha ripreso le esperienze di tirocinio volontario estivo, per gli studenti interessati. Dal mese di settembre dovrebbero riprendere l’organizzazione e lo svolgimento ordinari dei percorsi di tirocinio Pcto e dei progetti didattici collegati, per tutte le classi Ipsia e Iefp a partire dalla seconda e per le classi del triennio dell’Itis. Per esperienza non prevedo particolari problematiche in merito, attenendoci scrupolosamente ai protocolli sanitari.

 

   

 

Cristina Boracchi

 

Dirigente Istituto di Istruzione Secondaria “Daniele Crespi” di Busto Arsizio

Quali misure organizzative, di prevenzione e di protezione ha messo in atto?

Gli esami di Stato sono stati il banco di prova di procedure di accesso e di controllo che da settembre sono su vasta scala, visto che dobbiamo gestire più di 1.300 studenti su due sedi. Le scelte operate ad oggi per il rientro costituiscono un piano che - come credo negli altri istituti del territorio - potrebbe mutare nel tempo alla luce degli sviluppi epidemiologici, delle indicazioni ministeriali e governative, delle linee di sicurezza dettate da Ats Insubria. Ad oggi, quindi, ingressi differenziati (4) controllati con rilevazione temperatura, passaggio di badge per presenza, adesivi in ingresso e nelle aule per il controllo del distanziamento fisico e gel disinfettante in tutti gli spazi sono la base, credo comune, a tutte le scuole per un’accoglienza in sicurezza che avviene comunque in orari differenziati, vista la necessità di concordare, come è stato fatto, una tempistica di un’ora e mezza/due fra i turni di accesso per i trasporti pubblici che, se dovranno mantenere ancora i parametri attuali, saranno tenuti a parità di mezzi ad assicurare più corse con l’igienizzazione dovuta tra una corsa e l’altra.

Come dirigente di un istituto comprensivo (primaria, secondaria) e di un istituto superiore trova delle differenze nella gestione, nella collaborazione e nella consapevolezza di studenti e famiglie?

Le esigenze sono diverse e poco omologabili, dipendendo non solo dal ciclo di istruzione ma anche dalla collocazione dei plessi rispetto al centro, alle periferie, ai quartieri, ognuno dei quali ha le proprie problematicità anche in termini sociale e familiari. La consapevolezza di studenti e famiglie va comunque ancora costruita, non si può dare per scontata: uno strisciante negazionismo e la dimensione ottativa dell’adolescenza che porta a sottovalutare i rischi per sé e per gli altri non sono infatti funzionali al rientro in sicurezza. Pure, le problematiche sono per il primo ciclo molto più evidenti: la creazione di gruppi classe più esigui per numero comporta la necessità di avere più organico, visto che nelle scuole dell’infanzia e del primo ciclo è prevista la didattica in presenza per tutti.

 

 

Amanda Ferrario

 

Dirigente Ite “Enrico Tosi” di Busto Arsizio

Quale è a suo avviso l’aspetto più innovativo previsto dalle linee guida?

A mio avviso le linee guida ci danno la possibilità di usare appieno l’autonomia, progettando curricoli innovativi e adatti al contesto di riferimento dell’istituto. Innovare significa osare. Dare più competenze che guardino al mondo del lavoro e dell’università, più lingue, più capacità di risolvere i problemi di analisi e sintesi, di lavorare in gruppo e saper fare squadra. È il momento di introdurre nuove metodologie e personalizzare i percorsi di apprendimento.

Come avete gestito spazi e tempi del rientro?

Abbiamo abbattuto pareti divisorie tra un’aula e l’altra creando ambienti di apprendimento innovativi e duttili, divisi da pareti mobili che, all’occorrenza, possono essere aperte e chiusi per rimodulare gli spazi. Abbiamo acquistato nuovi arredi, sedute ergonomiche e banchi di nuova generazione. Faremo scienze motorie all’aperto introducendo, ad esempio, nuove discipline quale il nordic walking. Sfrutteremo gli spazi all’aperto e useremo una didattica mista. Una parte in presenza e l’altra a distanza. Le tecnologie e le metodologie all’avanguardia del Tosi ci permetteranno di mantenere altissima la qualità e i livelli di apprendimento, rimodulando modi e tempi delle lezioni.



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