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C’è sempre un filo conduttore che lega tutti gli articoli di un numero di Varesefocus. Quasi sempre questo elemento comune nel racconto del territorio, che prende vita nelle pagine e nelle varie rubriche di ogni edizione del nostro magazine, è l’impresa. Lo è anche questa volta. C’è ovviamente impresa nel focus di apertura dedicato al tema della logistica e dei trasporti come driver di sviluppo per la #Varese2050. C’è impresa nell’inchiesta che abbiamo voluto dedicare alla misurazione del benessere sociale del Varesotto. C’è impresa nel racconto del mondo del lavoro che cambia e che richiede nuovi modelli di welfare aziendale. C’è impresa nella formazione dei grafici e nella scienza e tecnologia declinata sia nell’ormai storica capacità industriale elicotteristica della “Provincia con le ali”, sia nella nuova frontiera della bioeconomia. Ma c’è anche tanta impresa in molti progetti sportivi ed educativi. Tutti temi di cui parliamo ampiamente in questa nuova uscita della nostra rivista.
Allo stesso tempo troverete nelle varie pagine, soprattutto in quelle dedicate all’arte e alle implicazioni che hanno in essa i passi da gigante che sta facendo la tecnologia GPT, un altro fil rouge: quello rappresentato dai dubbi amletici che pone l’avanzare dell’Intelligenza Artificiale (AI). 

 

 

Qual è il ruolo della creatività in un mondo in cui le macchine hanno cominciato a pensare, a imparare, a essere predittive? Che ruolo può giocare la creatività nello sviluppo culturale, sociale ed economico delle nostre comunità? La risposta sta nel posizionamento che vogliamo dare alle persone nella costruzione di una nuova società che sappia interpretare le profonde trasformazioni in atto. Le persone al centro. Non uno slogan, ma un programma. Un’idea che deve concretizzarsi nella realtà con politiche di sviluppo, con progetti di formazione e con investimenti nell’alta formazione. La creatività delle persone è la chiave di volta nella crescita competitiva e nella costruzione di un nuovo benessere sociale che rischia, anche a Varese, di essere eroso da una competizione senza quartiere sui vari campi di gioco della modernità. Servono talenti. Servono creativi, non solo nell’arte, ma anche nelle attività economiche e industriali. È sempre stata la nostra forza, sia come sistema Paese, sia come sistema Varese. Scuole di ogni ordine e grado, Its, Università del territorio devono sfornare creativi. È questa la loro missione. Quella delle imprese è di essere attrattive per farli rimanere qui e per farne arrivare da fuori. Tutto il Piano Strategico #Varese2050 che, come Confindustria Varese, abbiamo lanciato può essere riassunto in questo unico obiettivo da declinare nei vari settori che abbiamo individuato come fondamentali per la nostra crescita futura: cluster industriali, logistica e trasporti, turismo wellness, sport, cultura (soprattutto cultura d’impresa). Il nostro futuro si gioca su queste partite. Senza creatività, la capacità di gestione dell’Intelligenza Artificiale replicherà semplicemente modelli. Ciò di cui abbiamo bisogno è invece la conoscenza necessaria per dare chiavi interpretative innovative. E quindi capacità di programmazione, di visione, di estro e di immaginazione.  



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