Eolo annuncia l’arrivo della “vera” fibra ottica in 25 mila abitazioni di Varese e Busto Arsizio: numero che verrà raddoppiato nel giro di pochi anni 

Eric Véron, imprenditore cosmopolita che ha girato mezzo mondo, ha scritto un libro dal titolo inequivocabile: “Ho scelto l’Italia” (Reality Book). Per un francese, un po’ sciovinista, deve essere stato uno sforzo enorme, ma sembra che non ci fossero alternative perché, per sua stessa ammissione, “in Italia c’è tutto” o, meglio, quasi tutto. Intervenuto in un seminario sulla logistica, organizzato dalla Liuc Business School, Véron ha affermato che: “Il Bel Paese è strategico per gli investimenti logistici, ma deve migliorare le infrastrutture per accompagnare lo sviluppo dell’e-commerce, supportare il sistema industriale e fluidificare gli scambi con l’Europa”.

Tra le infrastrutture da migliorare, se si parla di connettività, c’è sicuramente la vecchia rete. Le compagnie di telecomunicazioni in molti casi garantiscono sulla carta la fibra ottica fino a casa, poi nella realtà questa si ferma all’armadio telefonico sul ciglio della strada dove di solito si vedono armeggiare i loro operatori. E se la fibra ottica rimane a quello scatolone e lo sprint finale, come in una staffetta, viene affidato al rame, allora il risultato può essere deludente poiché il vecchio doppino influisce in modo significativo sulle prestazioni della linea, rendendola meno stabile, più esposta alle interferenze causate dai campi elettromagnetici e alle influenze del clima, con ripercussioni negative sul volume dei dati in transizione. Insomma, non trattandosi di fibra ottica al cento per cento è meno performante, particolare che rappresenta un grande problema in vista dell’arrivo sul mercato del 5G. A differenza del rame, le reti in fibra ottica, essendo “ultra larghe”, fanno viaggiare le informazioni più velocemente perché è come se avessero a disposizione non una ma cento corsie.

In Italia la sfida di costruire la Gigabit society è stata accolta da Open Fiber Spa, società di telecomunicazioni italiana partecipata pariteticamente da Enel spa e Cassa depositi e prestiti, che con il progetto FFTH - Fiber to the home, ovvero: fibra fino a casa - sta cablando la Penisola, da nord a sud, con la fibra ottica. Le abitazioni cablate all’interno potranno dunque disporre di una tecnologia fino a 1 Gigabit di velocità al secondo, il che significa potersi godere, con un’ottima definizione e senza interruzioni, i contenuti offerti per esempio da Netflix o Dazn sui vari device e con velocità di accesso sempre garantite. 

A differenza del rame, le reti in fibra ottica, essendo “ultra larghe”, fanno viaggiare le informazioni più velocemente

Con lo slogan “Addio rame. Benvenuta fibra”, Eolo, internet provider che ha fatto della lotta al digital divide la sua mission principale, ha annunciato che garantirà la fibra ottica fin dentro casa a Varese e Busto Arsizio. In tutto saranno 25mila unità abitative, numeri che, secondo il presidente di Eolo, Luca Spada, verranno raddoppiati in pochi mesi. “In tutti questi anni – sottolinea Spada – c’è stata molta confusione intorno alla fibra ottica che veniva venduta dagli operatori come tale anche se non lo era completamente, perché all’interno dell’abitazione, arrivava un vecchio cavo di rame che comportava un decadimento significativo delle performance. Inoltre, possiamo raggiungere il cuore di territori che, a causa di impedimenti urbanistici, come la presenza di palazzi, non si possono connettere con il wireless”.

L’obiettivo di Eolo non sono le metropoli, dove un’offerta adeguata già esiste, ma le città di piccole e medie dimensioni. Un’attenzione ai territori che l’azienda di Busto Arsizio ha già declinato nel progetto “Eolo missione Comune”, con il quale donerà un milione di euro all’anno per tre anni a 300 piccoli Comuni con meno di 5mila abitanti in Italia, selezionati tramite una piattaforma partecipativa, per bloccare il fenomeno dello spopolamento e favorire la digitalizzazione.
Per il consumatore finale e per le aziende che acquisteranno il servizio, la cablatura realizzata da Open Fiber sarà identificabile da una effe di colore verde. Una sorta di bollino di qualità che garantirà la presenza di fibra ottica al cento per cento e sul cui rispetto vigilerà l’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. 

L’obiettivo di Eolo non sono le metropoli, dove un’offerta adeguata già esiste, ma le città di piccole e medie dimensioni

Eolo non avrà l’esclusiva sull’infrastruttura, ma tutti gli operatori potranno acquistarla da Open Fiber che per cablare l’intera Penisola, comprese le zone a fallimento di mercato, ha fatto un investimento di quasi tre miliardi e mezzo di euro.
La società di telecomunicazioni di Busto Arsizio venderà la fibra ottica al consumatore finale a 34,90 euro al mese, un costo apparentemente caro se si conta che oggi quella “fasulla” viene venduta a 20 euro, ma un canone più che ragionevole e accessibile ai più se si considera la qualità del servizio garantita nel tempo. Ogni anno infatti l’utilizzo di banda aumenta dell’80 per cento e la fibra ottica consente una scalabilità duratura ed efficace. Nel canone è compreso anche il router, interamente progettato in Italia. Per le imprese, l’offerta di Eolo verrà fatta nei prossimi mesi. Un servizio molto atteso per quella che l’Unione degli Industriali della provincia di Varese ha già ribattezzato “La nostra Pedemontana digitale”. 



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