Professione-volontario-soccorritore

È solo con un gioco di parole che si può spiegare la grande e approfondita preparazione che hanno tutti gli operatori dell’Unità di Soccorso Tecnico di Varese. Volontari sì, ma dalle elevate competenze e dotazioni tecnologiche

Dall’età di 16 anni si occupa di volontariato, è stato fondatore e Presidente dell’Associazione Pronto Intervento Protezione Civile Busto Arsizio. Oggi Davide Piovesan, Direttore Scuola Tecnici “SaR” dell’Unità Soccorso Tecnico (Ust) racconta con orgoglio di questa realtà preziosa quanto ancora poco conosciuta.

Quando nasce l’Ust e con quali scopi?
Nasciamo nel 2013 con l’obiettivo di intervenire per la ricerca ed il soccorso delle persone. Siamo accreditati presso il Ministero dell’Interno – Ufficio Persone Scomparse e riconosciuti da Regione Lombardia con iscrizione all’albo regionale del volontariato. Ust è soggetto sottoscrittore del Piano Provinciale della Prefettura di Varese e di Monza per la ricerca delle persone scomparse.

In quali contesti operate?
L’ambito principale è quello della ricerca e soccorso delle persone. Sono circa 15 le attivazioni annue con casistiche che vanno dalla ricerca del minore allontanatosi per litigi famigliari, all’escursionista o al cercatore di funghi o a seguito di richiesta da parte delle autorità di polizia giudiziaria. Alcune ricerche durano anche 3 giorni, altre poche ore. Ogni evento è un caso diverso dall’altro e la provincia di Varese è un territorio ipogeo con la presenza di ambienti molto diversi tra loro e per questo non deve mai essere sottovalutata.

Quanti siete?
Una ventina di tecnici tra quelli operativi e in formazione. Non siamo e non possiamo essere una realtà che punta ad un gran numero di operatori perché da noi contano qualità e formazione accurata. Si inizia con il “tecnico di ricerca”, che si forma con quasi un anno di lavoro per poter intervenire sugli scenari di ricerca persona. Deve formarsi sulla cartografia e orientamento, navigazione terrestre, uso del GPS, tecniche di ricerca diurne e notturne, nozioni di sicurezza in ambiente e gestione in outdoor, psicologia dello scomparso, movimentazione su terreni ostili e uso di materiali e tecniche basi alpinistiche. Dopo circa 2 anni di attività è possibile arrivare alle qualifiche di “tecnico di fune” di primo e secondo livello con competenze nella gestione di tecniche di squadra o in autonomia per la calata o il recupero di persone mediante funi, conduzione di barelle e trasporto di feriti su terreni impervi. Poi ci sono il “direttore di ricerca” e infine il “tecnico cinofilo”. Ust Varese è inoltre una delle pochissime realtà di volontariato in Italia ad avere tecnici con la qualifica di “elisoccorritore”.

Come si diventa volontari?
L’ammissione è subordinata al superamento di una selezione che consiste in prove per l’accertamento delle buone condizioni fisiche su percorsi di montagna, capacità di movimentazione su terreni ostili; poi si accede al corso di formazione della durata di circa 9 mesi tra moduli teorici e pratici e il periodo di tirocinio, con una valutazione finale per poter ricevere il brevetto di tecnico di ricerca.

Dov’è la vostra sede? 
Abbiamo sempre avuto sede a Busto Arsizio, ospiti inizialmente della Protezione Civile. Da 3 anni il Parco Regionale del Campo dei Fiori ci ha assegnato una sede presso il Villaggio Cagnola, alla Rasa di Varese. La nostra presenza è finalizzata anche ad una collaborazione sancita col Parco per servizi di assistenza a manifestazioni nelle zone considerate più critiche per la presenza di sentieristiche esposte a rischi di caduta o difficili da raggiungere in caso di soccorso. Ogni settimana svolgiamo 2 turni stazione, uno serale ed uno diurno nel weekend, con una rotazione regolare di nuclei di tecnici.

Con quali attrezzature operate?
Ogni tecnico ha una propria dotazione necessaria per la sua sicurezza e movimentazione in ambiente e materiale necessario per la propria gestione in outdoor. Ust Varese fornisce gran parte di questo materiale, considerando che la dotazione completa personale arriva ad un valore di circa 1.200-1.500 euro in base alla specializzazione. Uno sforzo notevole dal punto di vista economico. Per le attività di ricerca vengono impiegati Gps e radio digitali in grado di trasmettere anche la propria posizione, permettendo una precisa rete di comunicazione nell’area di intervento. Sempre dal punto di vista tecnologico sfruttiamo la dotazione di una termocamera binoculare in grado di avvistare una fonte di calore anche ad 1 chilometro e un visore notturno per le attività di ricerca in punti specifici.

Da chi dipendete dal punto di vista operativo?
Il Protocollo della Prefettura per la ricerca delle persone prevede che sia il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco a coordinare e attivare tutte le risorse firmatarie del Piano per la ricerca degli scomparsi.

Nell’immediato state sviluppando qualche nuovo servizio?
Dal mese di giugno Ust e Avt (Azienda Varesina Trasporti) hanno siglato una convenzione per l’assistenza ai passeggeri della funicolare che collega la città di Varese con il Sacro Monte. L’accordo, steso in ottemperanza alla disposizione ministeriale per gli impianti a fune, prevede l’intervento di una squadra di Tecnici dell’Ust in caso di guasto all’impianto con l’arresto delle vetture in punti particolarmente pericolosi per via della pendenza del percorso. L’intervento è richiesto in casi di non reale urgenza per i quali resta necessario attivare i Vigili del Fuoco per il tramite del 112, ma per tutte quelle situazioni in cui disabili, anziani o persone non autosufficienti non riescano a scendere dalla vettura bloccata, che in alcuni punti può toccare altezze vicino ai 3 metri tra piano di calpestio e interno della vettura. La convenzione prevede altresì una serie di fasi formative e addestrative che la Scuola Tecnici “SaR” dell’Ust Varese organizza con i propri istruttori a favore del personale della funicolare. Nello specifico tale personale viene formato per le attività di lavoro in quota e per l’attuazione delle procedure di evacuazione nei casi di competenza, primo soccorso e uso del defibrillatore.

Quali sono i progetti per il futuro?
Purtroppo, durante il lockdown è stato rubato il quad dell’Associazione comprato grazie ad un bando della Fondazione del Varesotto. Il mezzo era nato proprio per rispondere agli interventi di ricerca e soccorso all’interno del territorio montano del Parco Campo dei Fiori dove spesso i normali mezzi non riescono ad arrivare. Quindi il quad consentiva a due Tecnici di avvicinarsi il più possibile all’area di soccorso, percorrendo anche sentieri più stretti e aree di bosco trasportando barelle e kit per il recupero. Questo furto ha rappresentato per l’Ust una vera ferita perché i costi di acquisto e allestimento non possono più essere sostenuti. Ci auguriamo quindi di trovare aziende o persone in grado di aiutarci a ripristinare questo servizio di assistenza prezioso per gli sportivi durante le gare di trail sulle nostre montagne. ?



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