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Il benessere sociale in provincia di Varese migliora. È questa la buona notizia che troverete e che potrete approfondire sul nuovo numero di Varesefocus. I dati sono stati annunciati durante l’ultima Assemblea Generale di Confindustria Varese. A illustrarli dal palco lo stesso Presidente di Confindustria Varese, Roberto Grassi, che ha aggiornato la platea di imprenditori, politici, parti sociali, giornalisti e autorità sulle ultime elaborazioni dei ricercatori dell’Institute for Entrepreneurship and Competitiveness della LIUC – Università Cattaneo con le quali è stato stilato il Social Progress Index 2024. Risultato: in un anno il Varesotto ha guadagnato 6 posizioni nella propria capacità di garantire bisogni fondamentali (come un’assistenza medica di qualità, una buona gestione delle acque, sicurezza personale, disponibilità di abitazioni), benessere (declinato sui fronti dell’accesso alla conoscenza, alle informazioni, alla protezione sanitaria e una migliore qualità dell’ambiente), opportunità di realizzazione personale (grazie a diritti e libertà personali garantite, inclusività, livelli di educazione avanzata). Parametri di uno sviluppo che sa andare oltre la semplice crescita economica e che posiziona Varese al 22esimo posto tra le province italiane.
È merito di molti soggetti. Le imprese stanno facendo la loro importante e fondamentale parte. Ma è un risultato condiviso a cui partecipano mondo della cultura, parti sociali, amministrazioni pubbliche, associazioni e cooperative, realtà del volontariato. Per riprendere le parole del Presidente Grassi: “Vediamo crescere e canalizzare gli sforzi di tanti attori del territorio in tal senso. A partire dalla Camera di Commercio di Varese, guidata da Mauro Vitiello. Lo scenario sta mutando in meglio. Dobbiamo continuare su questa strada perché non c’è sviluppo senza progresso sociale”.

 

 

Con questa convinzione Confindustria Varese si è aperta, in questi ultimi due anni seguiti al lancio del Piano Strategico #Varese2050, alla collaborazione con il mondo culturale attraverso, ad esempio, il Patto per le Arti, sottoscritto insieme al Museo Maga di Gallarate e alla partecipazione alla Fondazione del Museo Volandia. Così come ci siamo maggiormente aperti al mondo del sociale impegnandoci sui temi del lavoro nelle carceri, insieme alla Casa Circondariale di Busto Arsizio; della parità di genere, insieme a Provincia e Prefettura e con l’attività di certificazione delle imprese attraverso la nostra società Servizi Confindustria Varese; dell’avviamento al lavoro dei disabili, insieme alle Fondazioni Piatti e Bellora e all’impresa sociale Pappaluga; del contrasto al disagio giovanile, insieme al Ponte del Sorriso e all’Associazione Karakorum; dei rifugiati, con la firma di un protocollo di intesa con Prefettura, parti sociali ed enti del terzo settore, finalizzato a favorire l’inclusione attraverso il lavoro. 
Lo ribadiamo ancora una volta: non è questione di essere buoni. E nemmeno buonisti. È volontà di contribuire a dare vita, come parte sociale e insieme alle imprese, ad una società più giusta e a fare del territorio un’area attrattiva per giovani, persone, talenti. Fa parte di questa azione anche la diversa narrazione delle nostre comunità attraverso le pagine di Varesefocus. Come facciamo con questa nuova edizione in cui parliamo di itinerari turistici da riscoprire, di nuovi metodi di approccio ai problemi della terza età, di Intelligenza Artificiale, di iniziative di integrazione attraverso il lavoro e che mettono insieme industria, cooperative, mondo della pasticceria, di formazione delle nuove generazioni sui fronti tecnologici, di iniziative imprenditoriali che escono dai laboratori di ricerca delle nostre Università per diventare startup. Tante piccole e grandi storie diffuse che speriamo possano ispirare e diventare sempre più numerose. Perché sono la sintesi di quella #Varese2050 che vorremmo. 
C’è tanto fermento sociale che vediamo crescere e che vi vogliamo raccontare.  



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