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L’ateneo dell’Insubria sarà il primo al mondo a sbarcare con una propria sede in Antartide. Un luogo per attività didattiche e di ricerca sul cambiamento climatico. Ma, tra qualche tempo, anche una struttura che potrà portare avanti studi con implicazioni nella medicina, nella chimica, nell’astrofisica e nella microbiologia

“L’Università degli Studi dell’Insubria sarà la prima al mondo ad aprire una sede al Polo Sud”, così afferma Mauro Guglielmin, docente di geografia fisica e geomorfologia, nonché uno dei fautori del progetto dell’università varesina e assiduo frequentatore del Polo Antartico. Il luogo scelto per avviare il polo insubre, che prevederà sia attività didattiche e di formazione che di ricerca, e l’estremità nord-est della costa occidentale della western Antarctic Peninsula, dove è attiva, già dal 1948 la base cilena di O’Higgins, realizzata in collaborazione con il Programma Antartico Cileno (Inach). Una realtà operativa tutto l’anno e in grado di ospitare fino a 60 persone. 

“Innanzitutto, il nostro nuovo centro permetterà a studenti, docenti e ricercatori di studiare e approfondire aspetti scientifici riguardanti gli effetti del cambiamento climatico sul permafrost, sui ghiacciai e sulla vegetazione. Tutti elementi che stanno profondamente cambiando persino in Antartide”. Ma dopo questa prima fase, continua Guglielmin, “gli studi potranno certamente espandersi e riguardare diversi campi della medicina, della chimica, della fisica dell’atmosfera, dell’astrofisica e della microbiologia”. Il progetto, in parte finanziato dal Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), dovrebbe essere realizzato in 3 anni a partire dal dicembre 2019, per un costo complessivo di 480mila euro, incluso il funzionamento degli iniziali 2 anni di attività, che per i primi studenti e professori, dovrebbe incominciare entro il marzo 2021, “ma a causa della pandemia di Covid-19 – specifica il professore Guglielmin – penso che tutto slitterà di un anno”.

Mauro Guglielmin, docente di geografia fisica e geomorfologia: “L’idea nasce da oltre 25 anni di studi e analisi scientifiche da parte del gruppo di Ricerca nel Continente Bianco e dal fatto che la Penisola Antartica sia uno dei luoghi più incontaminati ma allo stesso tempo più fragili del mondo”

La struttura tra i ghiacci sarà divisa in 2 unità prefabbricate ecocompatibili: una ad uso abitativo in grado di ospitare 8 persone alla volta, l’altra attrezzata a laboratorio e dotata di connessione satellitare, permetterà di svolgere lezioni in telediddattica, seminari e teleconferenze, oltre che realizzare tesi Magistrali e di Dottorato in tutte le discipline potenzialmente interessate, dalle Scienze ambientali alla Medicina. In particolare, gli studi scientifici che verranno intrapresi e approfonditi al Polo Sud avranno a che fare con il cambiamento climatico: “L’idea nasce da oltre 25 anni di studi e analisi scientifiche da parte del gruppo di Ricerca nel Continente Bianco – specifica il professore – e dal fatto che la Penisola Antartica sia uno dei luoghi più incontaminati, ma allo stesso tempo più fragili del mondo, dove lo studio degli impatti legati al clima è più facile, anche perché – sottolinea ancora Guglielmin – negli ultimi 50 anni qui il cambiamento climatico è stato fortissimo come in nessun’altra parte del globo”. Inoltre, il Polo Sud è unico per le sue condizioni, come spiega il docente varesino: “Qui c’è una quasi assoluta mancanza di interferenza antropica, che rende questo territorio più semplice e più facilmente modellabile, basti pensare che nell’ultima spedizione, in collaborazione con il Cnr di Messina e diverse università italiane, abbiamo studiato anche un ecosistema di brine saline all’interno del permafrost antartico, analogo a quello del pianeta Marte”.

Oltre alle caratteristiche fisiche e naturali che contraddistinguono questo territorio, rendendolo fertile e appetibile per spedizioni e studi scientifici, vi è anche un altro motivo particolarmente singolare di carattere pratico, come spiega lo stesso Guglielmin: “La mia assidua frequentazione del Polo Sud nasce anche dal fatto, del tutto curioso, che lo studio degli effetti del cambiamento climatico sulla vegetazione o sul paesaggio montano o costiero, sono molto più finanziati in Antartide rispetto alle Alpi e che quindi, pur nascendo come studiosi delle nostre interessantissime montagne, i finanziamenti per il Polo Sud, sino a 10-15 anni fa, erano relativamente più facili da reperire”. Ovviamente il principio base della passione e dell’amore per la ricerca e la scoperta della penisola Antartica è legato, come conclude Guglielmin, “ad un sogno fatto più di 40 anni fa, poi continuato e sorretto nel tempo da tanta perseveranza, voglia di scoprire e soprattutto capire quanto la natura possa essere fragile e per questo debba essere studiata, conosciuta, conservata, protetta e ascoltata, oggi come allora”.

         



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