Mondo Marcio a Varese

Se l’hip hop è arrivato in Italia, uno dei maggiori contributi è senza dubbio venuto da Mondo Marcio, rapper e produttore discografico milanese

Se l’hip hop è arrivato in Italia, uno dei maggiori contributi è senza dubbio venuto da Mondo Marcio, rapper e produttore discografico milanese che da quasi vent’anni non smette di regalare canzoni che raccontano la sua complessa e delicata vita, la vera essenza della musica e storie maledettamente reali, il tutto senza mai snaturarsi, rimanendo sempre fedele a se stesso.

L’8 Marzo, Festa della Donna, è uscito il nuovo album, dal titolo quasi ossimorico “Uomo!” e l’artista è stato ospite nello spazio di Varese Dischi per il primo instore, per il quale sono accorsi i fedelissimi fan che non lo hanno mai abbandonato nel corso della lunghissima carriera.

Tempo fa avevi detto che probabilmente non ci sarebbe stato un nuovo album: cosa ti ha spinto a cambiare idea e cosa rappresenta questo disco per te?

La vita in generale, le mie esperienze. Sono passati tre anni dall’ultimo disco, questo descrive un nuovo capitolo per me e racchiude la vita vissuta in questo lasso di tempo. “Uomo!” rappresenta un’attitudine “sii uomo, non fare il ragazzino”, significa consapevolezza e fare le cose perché ci si crede veramente.

Nel 2006 avevi fatto uscire il tuo secondo disco in studio “Solo un uomo”, nel 2019 esce “Uomo!”: che importanza ha questa parola che ti accompagna fin dalle battle (sfide) di freestyle?

Ha molti significati: dall’essere consapevole di ciò che si sta facendo, al sottolineare la natura umana delle persone, senza basarsi sull’aspetto, etnia, credo religioso, sesso, ma su ciò che uno sa fare veramente; ma rappresenta anche la mia crescita e maturazione da quando avevo sedici anni e mi affacciai a questo genere ad adesso che ne ho trentadue e sono un “giovane uomo”.

“In una società che guadagna dalle nostre insicurezze amare noi stessi è il vero atto di ribellione”

Sulla copertina del disco, oltre al titolo, compare questa frase: “Eliminare i propri difetti significa rimuovere ciò che ci rende unici”. Perché l’hai scelta?

Nell’epoca di Photoshop, nell’epoca in cui cerchiamo consensi e approvazione tramite likes da sconosciuti, secondo me è molto più stimolante credere in noi stessi, accettarci e amarci per come siamo, anche perché se non lo facciamo noi, non lo farà nessuno al posto nostro. In una società che guadagna dalle nostre insicurezze, amare noi stessi è il vero atto di ribellione.

Hai voglia di parlare del tuo rapporto con Mina, che ancora una volta è presente nel disco nella traccia “Angeli e demoni”?

È nato un bellissimo rapporto nel 2012; mentre scrivevo il disco, avevo questo pezzo che parla del rapporto di odio e amore che hai con la tua città, partner o carriera. Quando hai questa sensazione vuoi andartene e incominciare una vita nuova: Mina ha la capacità di riuscire a portarti via da dove sei. Sono molto contento che abbia accettato di lavorare con me al pezzo.

Nella traccia “DDR (Dio del Rap)” e “Nuova scuola” parli della scena di rap italiano: cosa ne pensi? Secondo te c’è un artista che potrebbe essere il nuovo Mondo Marcio?

Un nuovo Mondo Marcio è difficile, perché anche io faccio fatica a essere il nuovo me stesso. Capo Plaza è quello che mi piace di più, sono un fan della nuova scena e dell’hip hop italiano da sempre, tutto quello che ho fatto è stato per aiutarlo e “Solo un uomo” ha aperto la strada a tantissimi rapper e lo fa tuttora.

Guardando indietro la tua carriera, hai qualche rimpianto o sei soddisfatto per il fatto di non esserti mai “venduto”?

Rimpianti no, anche quando le cose sono andate storte, ho sempre imparato qualcosa, credo più nelle lezioni che nelle sconfitte. Ho sempre ragionato in questo modo prima di fare una canzone: se l’avessi ascoltata a ottanta anni e mi avesse comunicato qualcosa, sarei andato avanti.



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