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Avremmo voluto dedicare questo nuovo numero di Varesefocus solo al futuro. Quello della donna all’interno dell’economia e della società del nostro territorio. Volevamo partire da una fotografia dell’esistente per poi delineare i possibili percorsi verso una parità di genere ancora ben lontana dall’essere realtà, ma che, anche grazie a progetti di numerose aziende, Confindustria, ente camerale e LIUC – Università Cattaneo può contare, proprio in provincia di Varese, su delle best practice in grado, se portate a sistema, di indicare strade percorribili e concrete di abbattimento di una disparità che è non solo un ostacolo sociale all’eguaglianza, ma anche alla competitività e alla crescita. A questo nostro intento, per la verità, non siamo venuti meno. Il focus con cui si apre questa edizione del magazine di Univa parte proprio da qui, da un’approfondita inchiesta sulla donna, in primis sulle imprenditrici. 

 

 

Inevitabilmente, però, il presente ci riporta al passato. La guerra scoppiata in Ucraina e l’avanzata dell’esercito russo in uno Stato sovrano europeo ci obbliga a ragionare su vecchi schemi che pensavamo ormai esserci lasciati alle spalle. Il dramma dei profughi, dei giovani soldati che muoiono senza un motivo (sempre che sia mai esistito un motivo valido per morire in guerra), le vittime civili, le famiglie spezzate, non possono lasciarci indifferenti e richiamano tutta l’Europa ad una ferma risposta unitaria, coordinata insieme ai propri alleati. Con un obiettivo su tutti: la difesa degli ideali delle democrazie liberali. Dall’altra, però, dobbiamo fare i conti anche con le ripercussioni economiche e sociali che lo scenario globale ha sul nostro Paese e su territori con imprese fortemente internazionalizzate, come quello di Varese. L’aumento dei costi energetici che frena la ripresa, il ritorno alla convivenza con l’inflazione anch’essa ricordo di anni lontani, il probabile prossimo aumento del costo del denaro. Tutti temi di cui la nostra redazione si è trovata costretta a occuparsi per dare una chiave di lettura di ciò che sta accadendo e per ragionare su quali possano essere le politiche nazionali e territoriali necessarie per far fronte ad un’onda d’urto impensabile fino solo a pochi mesi fa. Serve, allo stesso tempo, capacità di affrontare l’emergenza e sguardo di lungo periodo per non perdere di vista le giuste prospettive su ciò che oggi sembra fare più paura: il futuro. Passato, presente e futuro, dunque, si intrecciano in queste pagine, a partire dalla copertina. La rivisitazione della famosa fotografia di Steve McCurry, “La ragazza afgana”, da parte del giovane talento varesino, Andrea Crespi, sotto forma di opera criptoartistica, è il perfetto sunto di ciò che stiamo vivendo: la voglia di guardare al futuro, verso una società più inclusiva, mentre il passato torna a squarciare la nostra voglia di modernità e uguaglianza per portarci indietro. Nel 1985 gli occhi verdi di Sharbat Gula che bucavano l’obiettivo di McCurry rappresentarono il monito al mondo di una profuga scappata dall’invasione sovietica in Afghanistan. Oggi la reinterpretazione digitale in NFT di Crespi è ancora più inquietante per come riesca a dare il senso drammatico dell’attualità di quello sguardo che, a distanza di quasi 40 anni, non ci vuole abbandonare. Rimane, infatti, la domanda, di quella ragazza, che è anche accusa a chiunque abbia il coraggio di guardarla in profondità: che ruolo ho nel mondo?  



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