‘‘Anni fa era stata predetta la fabbrica senza i lavoratori. E oggi che avremmo le tecnologie per realizzarla stiamo invece riportando le persone al centro delle strategie di innovazione delle aziende del nostro territorio e dei loro processi di mutamento”. Intraprendere un viaggio nelle trasformazioni digitali dell’industria varesina non è solo un tuffo nelle più moderne tecnologie. Stando alle parole del Coordinatore delle Aree Economiche dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Marco De Battista, le nuove frontiere dell’innovazione hanno a che vedere più con l’uomo che con l’automazione: “Il vero fattore abilitante dell’industria 4.0 non è la tecnologia, tra l’altro facilmente reperibile, ma il fattore umano, figure con i giusti skill”. Il reportage nella quarta rivoluzione industriale del Varesotto parte, dunque, da qui. E ripercorre, riproponendolo in chiave di racconto giornalistico, un tour che con 230 presenze totali ha coinvolto numerosi imprenditori del territorio, entrati in diretto contatto con alcune realtà dell’industria varesina che stanno facendo del digitale il perno delle proprie strategie di crescita. Storie concrete, condivise con il sistema produttivo locale, che, come tessere di un puzzle, hanno composto l’immagine di un’industria, quella varesina, in profondo cambiamento. Soprattutto sul fronte delle strutture organizzative, oltre che quello del business e dei processi produttivi.

 

Il contesto territoriale

Per tracciare le traiettorie de “Le Frontiere dell’Innovazione” dell’industria varesina (questo il titolo del ciclo di incontri a cui ha dato vita l’Unione Industriali) bisogna però prima calarsi nelle condizioni del contesto digitale del territorio dove esse si sviluppano. Non ultime quelle legate alla connettività: elemento fondamentale per l’industria 4.0. La provincia di Varese, a questa voce, arriva terza in Italia per copertura di banda larga. Ciò anche grazie alla presenza sul territorio di operatori come Eolo Spa: “Portare l’accesso a Internet ad alta velocità fuori dai grandi centri urbani - spiega il Ceo Luca Spada - è da sempre la nostra maggiore sfida”. Per Spada il problema da risolvere in un’Italia che vuole scommettere sulla manifattura digitale è il digital divide dei piccoli centri urbani, quelli dove ha spesso sede la spina dorsale della manifattura made in Italy composta dalle Pmi: “Lo speed divide rischia di compromettere la capacità competitiva del Paese, soprattutto se consideriamo che la stragrande maggioranza delle imprese ha sedi e stabilimenti in comuni con meno di 20mila abitanti. Pensando a loro abbiamo messo a punto la tecnologia 100 Mega che ci permetterà di aiutare aziende e interi distretti ad essere più competitivi. È una rivoluzione che parte da Varese ma che arriverà in tutte le regioni in cui operiamo”. In pratica la promessa che Spada fa è quella di “permettere alle imprese della Valcuvia o della Valganna di poter contare su una velocità di connessione uguale a quella delle imprese alle porte di Milano”. In un contesto industriale diffuso come quello del Varesotto l’obiettivo di una singola azienda come Eolo di espandere la banda ultralarga, basata su tecnologie di derivazione 5G, si trasforma in un volano competitivo di sistema. Il suo raggiungimento, dunque, diventa interesse generale. E l’investimento privato si trasforma in politica industriale. Ed Eolo di soldi non è disposta a lesinarne: è di 300 milioni il piano di investimenti previsto per i prossimi 3 anni per connettere a 100 Mega 3,5 milioni di famiglie e imprese ancora soggette allo “speed divide” nel Nord-Ovest e Nord-Est d’Italia. Una scommessa sul futuro che creerà anche posti di lavoro con 120 assunzioni previste nei prossimi 18 mesi, che diventeranno 300 in tre anni. Tutte a vantaggio di un territorio che da maggio ha cominciato a ospitare a Busto Arsizio la Fabbrica Italiana del Fixed Wireless, il nuovo headquarter di Eolo, un campus tecnologico per lo sviluppo del business dell’azienda di 17mila metri quadrati di spazi pensato secondo le più evolute soluzioni di smartworking. Una risposta a chi si domanda come il digitale possa cambiare sul territorio il lavoro.

 

 

Data Driven Business

Ma la trasformazione digitale è anche Data Driven Business, ossia l’uso dei dati e delle informazioni per lo sviluppo di nuovi progetti e servizi a vantaggio della clientela. In questo caso l’esempio più lampante in provincia di Varese è la presenza di una realtà del calibro di Vodafone Automotive. Sistemi elettronici come sensori di parcheggio e antifurti; sistemi di sicurezza per l’individuazione dei veicoli rubati; sistemi di soccorso in caso di incidenti e assistenza in caso di emergenza; servizi di monitoraggio e analisi dei dati per la gestione delle flotte e per lo studio dei comportamenti di guida; connettività a Internet dei mezzi. Questi solo alcuni dei prodotti e dei servizi che già oggi Vodafone Automotive sviluppa nelle proprie due sedi sul territorio: quella varesina a Masnago e quella a Busto Arsizio. Come emerso anche dall’ultimo Consumer Electronics Show di Las Vegas, pochi altri settori come quello dell’automotive cambieranno le nostre abitudini grazie alla connessione alla rete delle autovetture. Uno scenario che fa di Vodafone Automotive, e quindi del territorio varesino, uno dei protagonisti delle nuove frontiere dell’innovazione. Su Varesefocus lo stesso Gion Baker, Ceo di Vodafone Automotive, ce lo aveva spiegato solo qualche mese fa (Varesefocus 2/2018): “Il nostro gruppo – scrivevamo citando Gion Baker – non sta lavorando solo alla connettività legata all’autovettura. Ma anche a quella dell’autovettura con il resto del mondo della strada e con le altre macchine”. Tanto per intenderci: l’auto che guiderà da sola, mentre il guidatore legge o guarda la tv, non è tanto lontana. Quella che potremmo chiamare la guida 4.0, non può che essere però sviluppata da un’impresa che è essa stessa 4.0 anche nella parte manufacturing. A partire dall’approvvigionamento della componentistica elettronica: le macchine produttive sono collegate in remoto col magazzino per evitare il fermo macchina e creare un flusso continuo ed automatico di lavoro. Ciò non significa che i robot sostituiranno completamente l’uomo, spiega Andrea Di Nunzio a capo delle risorse umane di Vodafone Automotive: “Stiamo lavorando ad un passaggio generazionale e di competenze di medio e lungo periodo che cambierà know-how e ruoli all’interno dei nostri uffici e stabilimenti”. Meno manualità e più esperti di big data ed analytics. Un’industria fortemente esposta sull’industria 4.0 come Vodafone Automotive, sta crescendo e crescerà anche a livello occupazionale. Più di 80 le assunzioni fatte negli ultimi 3 anni. Più di 30 quelle previste per il 2018. “Un investimento in risorse umane che vedrà come protagoniste le nostre sedi europee, ma soprattutto l’Italia”, continua Di Nunzio.

 

 

Intelligent Workplace

Ma come cambiano i processi, i tempi e i luoghi di lavoro all’interno dell’impresa intelligente? “La postazione di lavoro tradizionale non esiste più - spiega Giovanni Minuti, responsabile della business unit che si occupa di servizi Workplace alla Elmec Informatica Spa di Brunello -. Adesso parliamo di digital workplace, una serie di interazioni continue tra persone, organizzazioni e tecnologia. L’approccio che abbiamo adottato, sia al nostro interno che con le aziende delle quali siamo partner, è quello people-centric, dove le esigenze dell’utente sono al centro. Prima fra tutte la possibilità di lavorare in mobilità, in Italia come all’estero, seguendo diversi fusi orari. Per questo è necessario disporre di strumenti di lavoro digitali user-friendly, sempre funzionanti che garantiscano allo stesso tempo efficienza e sicurezza nell’accesso dei dati”. Oggi più che mai, continua nel ragionamento Roberto Trentini, responsabile risorse umane di Elmec “dobbiamo considerare la persona al centro dell’ambiente di lavoro, un concetto che nel concreto si traduce in formazione continua, flessibilità e attenzione al bilanciamento tra vita privata e lavoro”. Tradotto: elasticità negli orari e nei luoghi che consente di lavorare per obiettivi e risultati. In tutto ciò la tecnologia non è un fine, bensì “un fattore determinante per abilitare l’azienda e le persone al cambiamento”, chiosa Trentini.

 

Ciò non vale solo per le imprese informatiche. I paradigmi vengono stravolti anche nei settori più manifatturieri, come quello della produzione di utensileria, profondamente radicato sul territorio varesino come testimonia la presenza, con lo storico marchio Usag, di Stanley Black & Decker Italia Srl. “La più grande trasformazione che ha vissuto in questi anni la nostra azienda – spiega Daniele Turato, Service Manager di Stanley Black & Decker Italia Srl – ha riguardato l’approccio con il cliente”. Il customer service diventa core business: “Fino a due anni fa l’attività di questa branca aziendale era quella di gestire le lamentele, oggi è quella di anticiparle. Di prevedere il problema, avvisare il cliente e aiutarlo a risolverlo prima che sia lui a porlo alla nostra attenzione”. Ciò presuppone che per un’azienda manifatturiera “la parte servizi stia diventando sempre più importante, un’attività centrale per dare maggior valore al prodotto: i nostri clienti non vogliono solo un trapano, ma un trapano che funzioni”. E quando non funziona più, che ci sia al suo fianco chi lo ha fabbricato. Così chi chiama la Stanley Black & Decker viene indirizzato in breve tempo alla risposta giusta, grazie a un sistema Crm evoluto. Non solo: il post-vendita e le riparazioni sono gestite tutte tramite sito web. La tracciatura digitale delle spedizioni degli acquisti, inoltre, permette una gestione in tempo reale della consegna via corriere: “In questo modo – racconta Turato – il nostro sistema digitale non permette di migliorare solo le prestazioni della nostra azienda, ma anche quella dei nostri fornitori”. Come dire: l’impresa 4.0 rende intelligente anche tutta la filiera.

 

People Care e People Strategy

Verrebbe da pensare che implementare la manifattura digitale in una fabbrica high tech che produce aerei sia più semplice che in altre realtà. Ma non è così. L’industria 4.0 non è solo il robottino che porta in giro e prende in autonomia i pezzi in un magazzino. La faccenda è molto più complessa e in Leonardo Spa Divisione Velivoli, dove manualità e automazione vivono assieme per realizzare un prodotto come un addestratore M346 che prende vita in un anno di lavoro. In un hangar ci sono squadre di decine di uomini intorno ad ogni singolo aereo per le prove e l’assemblaggio di tutte le parti elettroniche, di strumentazione, dei motori. In quello affianco, invece, si possono osservare le linee di assemblaggio delle fusoliere, “tra le più automatizzate al mondo”, spiega Carlo Valerio, Italian and EU Funded Programmes - Finance & funding programmes della Divisione Velivoli di Leonardo. Eppure tutto deve muoversi e svilupparsi all’unisono. Ma come? Innovando il modo di innovare: “Una volta l’innovazione in aziende come la nostra - racconta Guido Sibona, Operations - Head of Industrial Engineering della Divisione Velivoli di Leonardo - partiva dall’ingegneria industriale, approdava all’ingegneria di produzione e infine arrivava sulle linee. Oggi il percorso è inverso”. A spiegarlo più nel dettaglio è il Responsabile dello Stabilimento di Venegono Superiore Massimo Chiominto: “Stiamo dando vita in questi anni ad un sistema di Information Technology di gestione della produzione la cui ideazione e implementazione è stata avviata da una serie di interviste alle persone. Per noi la manifattura digitale è partita da qui”. Dai manuali di istruzione di carta faraonici a disposizione degli addetti all’assemblaggio, si sta così passando in Leonardo ai visori in 3D di realtà aumentata che guidano gli uomini nei vari passaggi. E poi ancora: video tutorial, file audio, foto. “L’operatore non legge più le istruzioni, interagisce con esse”, spiega ancora Sibona.

 

Tutto, però, si tiene con la formazione e il coinvolgimento del personale. Come sta avvenendo in BTicino, parte del Gruppo multinazionale Legrand. “Se da un lato la gamma di servizi che BTicino offre al mercato ha conosciuto un’evoluzione importante collocandosi oggi sulla frontiera dell’innovazione nel campo dello Internet of Things, dall’altro - racconta Federica Grazioli, HR Recruiting, Selection, Training & Internal Communication Manager - la popolazione presente in azienda deve poter seguire con lo stesso ritmo il processo evolutivo in atto. Per affrontare in modo coraggioso l’inevitabile cambiamento che la trasformazione digitale porta con sé il nostro top management ha creduto fortemente nell’importanza di partire proprio dalla sensibilizzazione dei dipendenti, lavorando sull’approccio culturale, agendo sul ‘mindset’ delle proprie risorse umane prima  che sui  tools”. Investimento di tempo e risorse nella formazione: questi i due pilastri di un progetto avviato nelle sedi BTicino, Varese compresa, denominato “Digital First”. Video clip di 15 minuti, realizzati insieme al MIP del Politecnico di Milano, lezioni in aule virtuali, aggiornamento costante degli appuntamenti nella piattaforma e-learning utilizzata per la formazione. Anche in un’azienda che ha parlato per prima di domotica si è resa necessaria una fase di alfabetizzazione digitale che ha coinvolto 1.364 colletti bianchi. Il che la dice lunga su quanto nella trasformazione digitale nulla sia da dare per scontato. E dunque, sotto con la comprensione di tematiche quali la cyber security, la smart home, i social media, l’Internet of Things, i Big data. Si comincia coi concetti generali per arrivare a lezioni specifiche per “famiglie professionali interne all’azienda”.
“Tutto - chiosa Federica Grazioli - è partito da una lettera inviata ai dipendenti coinvolti nel progetto dal nostro Ceo, perché l’engagement del vertice è fondamentale per condividere con le persone gli obiettivi. E in questo senso è stato sorprendente come tutto lo staff di BTicino si sia fatto coinvolgere creando un clima digitale nuovo in azienda. La partecipazione e il grado di soddisfazione sono stati elevatiw”. Ancora una volta, le persone al centro. Perché digitale è prima di tutto partecipazione.  

 



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