La-svolta-eco-delle-filiere-del-packaging

La virata ecologica è cominciata da tempo, ma ora accelera, coinvolgendo sempre di più il settore plastico e della carta. Una propensione al perfezionamento dell’economia circolare e alla realizzazione degli obiettivi climatici che si traduce e si manifesta nell’attenzione delle aziende alla sostenibilità e all’ambiente, nonché nelle capacità industriali sulle nuove frontiere del confezionamento a minor impatto ambientale. Gli esempi di MPG, Goglio e Litocartotecnica Pigni

Nell’era dell’economia circolare, della sostenibilità e delle normative ambientali sempre più stringenti, l’industria tiene il passo con la ricerca di soluzioni e processi produttivi meno impattanti. Le aziende, così come i consumatori, sono sempre più informate e consapevoli delle problematiche ambientali. Basti pensare che i clienti finali non guardano più solo l’etichetta, l’origine del prodotto e delle materie prime, ma anche come smaltire la confezione nel rispetto dell’ambiente. È così che si prospettano nuovi scenari per le imprese del settore del packaging che devono sperimentare imballaggi nuovi, sostenibili, certificati e provenienti dal riciclo con l’obiettivo di ri-ottimizzare le risorse.

La “Coppa del Nonno” di MPG

Un esempio di azienda che dedica particolare attenzione alla sostenibilità, attraverso tecnologie all’avanguardia e soluzioni ecocompatibili, è MPG Manifattura Plastica Spa di Gallarate, la prima azienda in Italia ad essere certificata ISCC Plus (International Sustainability & Carbon Certification) per la produzione di packaging alimentari in plastica rigida sostenibile e completamente riciclabile. A confermare ancora una volta le capacità industriali sulle nuove frontiere della plastica, a minor impatto ambientale, della MPG, è la recente commessa arrivata dal colosso Nestlé per 100 milioni di tazzine in materiale estratto dalla biomassa, per il famoso gelato Coppa del Nonno.

Ascolta "La Coppa del Nonno diventa sostenibile" su Spreaker.

L’attenzione della multinazionale Froneri (joint venture tra Nestlé e R&R Ice Cream) per la sostenibilità e per l’ambiente, le sempre più specifiche competenze industriali dell’impresa, i polimeri bio-based, ottenuti da biomasse tramite le tecnologie della fornitrice francese Total, hanno aperto una nuova strada nella catena del packaging alimentare che vira verso prodotti più ecologici, realizzati con risparmi di materie fossili e con importanti abbattimenti delle emissioni di gas serra nell’atmosfera. “Si tratta di un’innovazione importante, non solo per l’azienda, ma anche per i clienti finali a cui viene proposto un prodotto di consumo responsabile; un prodotto dal ridotto impatto ambientale che si traduce in un risparmio fino a 2,5 kg di CO2 per ogni kg di polimero prodotto, rispetto all’utilizzo di polimeri fossili – spiega il Presidente di MPG, Giampiero Perego –. Questo vuol dire diventare ancora più importanti per il territorio e per tutto il settore: da una parte, dimostriamo di essere partner credibile del fornitore che ha sviluppato una nuova materia prima più ecologica; dall’altra, mostriamo alle multinazionali dell’alimentare la nostra capacità di saper assecondare con prodotti innovativi e di qualità la loro crescente attenzione per la sensibilità ecologica del consumatore finale”. L’obiettivo di MPG che oltre a Froneri abbraccia realtà del food nazionale e internazionale, quali Igor Gorgonzola, Unilever, Valsoia e Kraft-Heinz, è quello di raggiungere una produzione sostenibile al 100%, passando totalmente dal polipropilene fossile a quello bio-based.

Il progetto di Goglio per Riso Gallo

Si distingue per la continua ricerca tecnologica che garantisce qualità, sicurezza e rispetto dell’ambiente anche Goglio Spa, azienda attiva nel settore del packaging, dagli imballaggi flessibili agli accessori in plastica rigida, fino alle macchine per le diverse esigenze di confezionamento. Un Gruppo multinazionale, con otto stabilimenti produttivi e sette uffici commerciali in Europa, nelle Americhe e in Asia che continua ad avere la sua sede centrale a Daverio. È proprio nel technology center di questo stabilimento varesino che, dallo studio di un team di ricercatori sulle soluzioni all’avanguardia per l’imballaggio, è nato il progetto a fianco di Riso Gallo Spa: un confezionamento ecosostenibile per il riso sottovuoto. Si tratta di un materiale multistrato “suitable for recycling”, ovvero adatto per il riciclo, che a differenza dei comuni imballi multistrato, attualmente utilizzati per il confezionamento del riso sottovuoto e smaltiti come rifiuti comuni, è riconosciuto dai moderni impianti di riciclo che così possono recuperarlo. 
Si tratta del “primo caso di applicazione nel settore del packaging alimentare di un materiale multistrato suitable for recycling”, secondo l’ente indipendente tedesco Cyclos che ne ha dichiarato a tutti gli effetti la riciclabilità. Insomma, “un importante primato del made in Italy – commenta il Presidente della multinazionale Franco Goglio –. L’impegno nella ricerca e nello sviluppo è un elemento centrale per la nostra azienda che lavora quotidianamente per trovare le migliori soluzioni possibili per garantire cibo sicuro, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. La creazione di questo materiale innovativo, nell’ottica di ridurre gli sprechi attraverso il riutilizzo delle materie prime, è un risultato significativo”. 

La regola: essere green con fantasia

Riesce ad essere innovativa e originale senza perdere di vista l’attenzione per l’ambiente, la Litocartotecnica Pigni di Gorla Maggiore, azienda attiva nel settore dei packaging di grandi formati. Crea confezioni di carta o cartone e si ingegna affinché siano sempre ecosostenibili fino ad inventare un genere di confezione ricavato dai prodotti della tavola. Sembrerebbe possibile solo nei cartoni animati e invece è quello di cui è capace la cartotecnica varesina. Dal mais, ad esempio, solitamente, si ricavano l’olio, i semi, i cereali, le farine e i pop-corn per i più golosi; oggi anche i packaging. Si tratta di un astuccio visivamente uguale ai packaging tradizionali ma totalmente compostabile, realizzato con la carta “Crush Mais” della Cartiera Favini di Rossano Veneto (VC), per i prodotti cosmetici della Previa Haircare.
Anche Melegatti 1894 Spa ha scelto Pigni per cambiare abito alla famosa colomba del brand dolciario: un packaging ancora più green col manico in carta che riproduce la “M” di Melegatti, in sostituzione a quello di tessuto. Ha voluto essere ancora più green anche Aromi e Profumi Srl con le nuove vaschette “ink free” della Pigni, che da luglio saranno presenti nei punti vendita Esselunga: confezioni con zero inchiostro nella stampa dei simboli certificativi. E mentre Goglio Spa, per conto della Riso Gallo, pensa al confezionamento sottovuoto del riso con un materiale multistrato adatto per il riciclo, Pigni si occupa, per lo stesso brand, del packaging esterno, certificato Fsc. Una certificazione internazionale di cui è in possesso l’azienda, oltre alla Pefc; le due attestazioni indicano l’appartenenza alla “catena di custodia” tramite la quale è possibile avere traccia di tutta la filiera, dal produttore dell’imballo fino all’albero che è stato tagliato.
Esempi, questi, di passi aziendali verso la sostenibilità sempre più necessari, perché, come spiega l’imprenditrice Patrizia Pigni, “il consumatore finale è sempre più cosciente ed è disposto a spendere anche qualcosa in più pur di avere un prodotto green. Sempre più clienti richiedono imballi monomateriali più adatti allo smaltimento e al riciclo”. Tutti ormai vogliono un prodotto sostenibile: “Riso Gallo così come Melegatti e Previa sono molto attenti a mettere sul mercato un packaging responsabile. Come azienda stiamo cavalcando l’onda con l’obiettivo di una produzione 100% sostenibile, a partire dalla stampa perché – spiega Patrizia Pigni – spesso, non è il packaging che inquina, bensì la lavorazione”. Un prossimo progetto della Litocartotecnica è infatti volto a diminuire l’impatto dei prodotti chimici sul processo di stampa con l’esacromia: una tecnica a sei colori fissi che permette di ridurre lo smaltimento delle tinte, delle lastre, dei prodotti chimici nel lavaggio e, conseguentemente, i costi per il cliente.  



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